Expo 2015: la candidatura di Milano come sede dell’esposizione

Expo risorsa per l'Italia e soprattutto per Milano, tappa fondamentale del compimento della vocazione europea del capoluogo lombardo. Ecco perché è stata candidata ed è stata scelta.

04/07/2014

Il cielo di Expo 2015 è spesso tenebroso. Polemiche e discussioni si susseguono in maniera interminabile, come forse è inevitabile in Italia succeda davanti ad iniziative di questa portata e ad investimenti pubblici di queste proporzioni. Che sia giusto o sia sbagliato non è compito nostro dirlo. Una cosa è certa: l’opinione pubblica – e in parte anche quella privata – si divide abbastanza nettamente fra i detrattori decisi ed i sostenitori accaniti della manifestazione milanese accendendo una contrapposizione e uno strappo la cui cucitura sembra impossibile. Certo, è del tutto condivisibile e auspicabile il fatto che la preparazione e costruzione di eventi come questo siano da preservare da qualunque spreco di denaro pubblico, di infiltrazione malavitosa o, peggio, da qualunque strumentalizzazione che porti ad arricchire indebitamente qualcuno. Tuttavia se ciò rimane vero, non per questo si può negare che, al di là di ogni intoppo nel suo percorso, Expo 2015 costituisca una vetrina di incredibile rilevanza per il nostro Paese e in particolare per Milano, avviata ormai verso il compimento della sua vocazione di città europea, di polo economico e culturale che sarebbe sbagliato negare. Ecco perché forse identificare l’ “evento-Expo” semplicemente con i suoi problemi giudiziari o di bassa politica – che sono innegabili ed importanti ma non definitivi – sarebbe miope e riduttivo. Milano, dunque, è al centro del progetto in maniera non certo casuale e i motivi ce li spiegano la stessa macchina-Expo che, fra tutte le possibili candidature italiane, ha scelto proprio la capitale mondiale della moda. Vediamo perché.


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Milano e l’Expo del 1906

L’assegnazione dell’organizzazione di un Expo funziona un po’ come quelle delle Olimpiadi o dei Mondiali di Calcio, per scendere forse su terreni più popolari e conosciuti. Per questo, una primissima considerazione non può che essere in merito al fatto che la vittoria dell’Italia sia tutt’altro che una cosa banale. Milano ha battuto avversari difficili come New York, Atlanta, Las Vegas e Mosca che avevano presentato non ufficialmente candidature mai però suffragate dalla formalizzazione e soprattutto la storica e prestigiosa città di Smirne, vera avversaria in sede di designazione, esponente di una economia, quella turca, in rapidissima evoluzione ed in continua apertura verso l’Occidente.


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Milano vinse nella votazione al BIE – il Bureau International des Expositions – il 31 marzo 2008, ma solo dopo due anni di verifiche, di approvazioni del progetto operativo e di valutazioni degli esperti internazionali, l’assegnazione è diventata ufficiale il 23 novembre 2010. Già questo da una certa idea della portata dell’evento. Ma ancora più interessante è capire perché l’Italia per ospitare l’Expo ha scelto proprio Milano. Le ragioni sono varie e tutte di grande prestigio. Le scorriamo insieme, proprio come ce le indicano i documenti ufficiali redatti dalla stessa sala stampa di Expo. Un primo elemento è quello del prestigio storico del capoluogo lombardo dove il 28 aprile 1906 fu inaugurato un’altra edizione dell’Esposizione Universale dedicata ai trasporti, in quel momento fulcro del progresso tecnico e motivo di enorme fascino per quella generazione. Era l’epoca delle prime imprese dell’aviazione e i trasporti terrestri e marittimi, la diffusione delle ferrovie e delle automobili, avevano una enorme presa sull’opinione pubblica. Fu grazie a quella manifestazione, in concomitanza peraltro con l’attesa per la fine dei lavori del grande traforo del Sempione, a porre per la prima volta Milano al centro della scena internazionale. Un secolo più tardi, in un mondo completamente diverso praticamente in ogni suo aspetto, Milano ha mantenuto quelle promesse e ha sviluppato un ruolo centrale non solo in Italia, di grande attinenza con Expo e con il suo tema e rintracciabile in diversi aspetti.


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I dieci motivi per la scelta di Milano

Il problema alimentare, in ogni suo aspetto dalla qualità alla equa distribuzione, è il centro dei temi di Expo 2015. E Milano è un luogo simbolo della tradizione alimentare italiana con le sue 60mila imprese di eccellenza nella produzione agricola e oltre 20mila nella trasformazione agroalimentare e nella nutrizione. Questo è il primo dei motivi che hanno portato alla scelta di Milano per rappresentare l’Italia in questa che senza dubbio e comunque la si veda, resta una grande sfida.
Un secondo aspetto è quello della strategicità turistica e geografica della sua posizione, con la possibilità di essere raggiunta da tutte i grandi nodi europei del turismo internazionale e di raggiungere a sua volta moltissimi luoghi di interesse italiani, dalle città d’arte alle zone storiche, dalle coste alle montagne.
Il terzo punto richiama la ultracentenaria tradizione culturale di Milano, luogo dove i grandi tesori artistici, risorsa sterminata che si alimenta dal Duomo al Castello Sforzesco, dal Cenacolo Vinciano a Brera, e la consolidata tradizione universitaria e formativa, si intrecciano con le eccellenze dello spettacolo, come quella della Scala o del Piccolo Teatro, che richiamano annualmente nel loro complesso milioni di presenze ed una visibilità internazionale unica.
Milano nel cuore dell’economia” è il quarto punto ed è forse quello che ha bisogno di meno spiegazioni: se la finanza, l’editoria e l’industria sono di casa, addirittura planetaria è la sua fama nel campo della moda e del design; quinto punto dell’elenco, e, anche per questo, meta privilegiata dello “shopping” internazionale, in particolare localizzato nell’ormai iconico quadrilatero delimitato da via Montenapoleone e via della Spiga. Ed ancora: Milano è multietnica ed aperta al mondo con le sue 191 comunità straniere e le oltre 100 sedi diplomatiche presenti in città, è in prima linea nella solidarietà con centinaia di associazioni, Organizzazioni Non Governative e Fondazioni volte ad uno sviluppo equo e sostenibile, costituendo inoltre una delle aree in Europa più impegnate nella ricerca e nell’innovazione legate alla medicina, con circa 20.000 addetti operanti in quel campo.
L’ultimo punto del decalogo è, perché no, sportivo: Milano si è fatta un nome in Europa anche grazie alle imprese delle sue squadre sulla scena internazionale non solo nel calcio, ma anche nel basket e nel volley. Per tutto questo Milano ospita l’Expo. E da ciò deriva tutta la grande responsabilità di cui deve essere cosciente.


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