Pois: tutta la magia di un pattern che non passa mai di moda

Polka dot, vale a dire pois. Andiamo alla scoperta dei segreti e della storia di un pattern che non passa mai di moda. Da Marilyn Monroe alle collezioni 2014

20/03/2014

Polka dot. Vale a dire, pois. Quel pattern geometrico e femminile, vezzoso e incantevole, che incanta da decenni. Dai pois rosa su rosa di Audrey Hepburn in Colazione da Tiffany, a quelli sexy di Marilyn, all’ossessione-pois di Yayoi Kusama, fino alla passerelle e ai guardaroba di mezzo mondo. Senza passare mai di moda.

Dalla nascita ai pois di Marilyn

Erano i lontani anni Trenta quando i pois vestirono per la prima volta abiti e gonne dell’epoca, direttamente dall’Est Europa. Piccoli, piccolissimi e su sfondi scuri. Ma il vero boom fu negli anni Cinquanta. Grazie a colori più vivaci – bianco e rosso su tutti –, e alle curve mozzafiato che li indossavano. Quelle della splendida Marilyn Monroe di The Seven Year Itch, ma anche dell’audace Michele Berardini, danzatrice francese e prima donna a indossare, per Louis Réard, un bikini. E pure sui vestiti, sempre più succinti, provocatori per l’epoca, ecco spopolare i polka dot. Sinonimo di femminilità e sensualità tanto da diventare negli anni Sessanta uno dei must have, e uno dei simboli, delle pin up. Dell’epoca e del giorno d’oggi, Dita Von Teese su tutte.


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Pois d’autore nella musica e nell’arte

[dup_immagine align=”alignright” id=”99358″]Non solo donne, però. Persino Bob Dylan, sulla cover dell’EP Just like tom thumb’s blues del 1965, indossava una vistosa camicia a pois bianchi su sfondo verde. Di musicista in musicista, è rimasta famosa anche la chitarra a pois di Randy Rhoads. E ancor più quella di Buddy Guy, una Stratocaster nera a pallini crema. Insomma, i pois avevano conquistato anche la musica.

E poi? Poi fu la volta dell’arte. Dove i puntini avevano già ispirato la mano di Georges Seurat, e dove spopolarono nei quadri di Roy Lichtenstein e di Damien Hirst. Ma soprattutto, dove i pois diventarono quasi un’ossessione per l’artista giapponese Yayoi Kusama.

Moda: passione pois!

Dall’arte, eccoci di nuovo alla moda. Non solo per il ritorno dei pois – e in generale dello stile ’50s-’60s – negli anni Ottanta, ma per avvenimenti assai più recenti. Era il 2012 e il direttore artistico di Louis Vuitton, Marc Jacobs, propose proprio alla Kusama una collaborazione: nell’estate, coloratissimi e ironici pois rivestirono abiti, ma anche scarpe e accessori della maison.

E di altre grandi firme: in questo inizio anni Dieci abbiamo visto i polka dot sfilare sulle passerelle dei più importanti stilisti. Da Dior – che già li propose decenni prima, a dire il vero, insieme a Jacques Fath – a Vivienne Westwood, da Valentino a Dolce & Gabbana. Fino ai brand di abbigliamento più diffusi (e più economici), per una vera “democratizzazione” dei pois.

Piccoli o grandi, colorati o black&white, su abiti sexy o bon ton, sempre amabilmente retrò, è il caso di dirlo: quella per i pois è una passione senza tempo. E, per rimanere fashion attraverso i decenni, anche una sorta di magia.