Erotomania: tutto sul disturbo dell’amore non corrisposto
L’erotomania è una malattia. Si tratta dell’ossessione amorosa nei confronti di chi non ci corrisponde.
Si tratta di un male antico. Antico come l’amore. Che è un continuo rincorrersi di passioni e di emozioni in questo grande calderone che è il cuore. Tutto sul disturbo dell’amore non corrisposto? Non servono i manuali di psichiatria per capire cosa si intende per erotomania. Sì, si tratta di una patologia seria, che non va presa sottogamba. Ma a spiegarla meglio ci ha già pensato qualcun altro: il mito e, a seguire, le più belle pagine della letteratura.
Arianna e Didone, esempi di erotomania
La storia è piena di simili tragedie. Si dice, infatti, che l’erotomania colpisca principalmente le donne. E due donne possono ben spiegare questo fenomeno. A iniziare dalla sfortunata Arianna che, presa da passione per Teseo, consegnò a lui il vello d’oro col quale costui poté, liberandosi dal labirinto, uccide il minotauro e tutta la civiltà cretese. Ma questo suo amante ingrato l’abbandonò su un’isola deserta appena lei si addormentò nel sogno dell’amore.
Ancor più drammatica la vicenda di Didone, che fu mossa da una incontenibile passione per l’uomo che inventò la pietà, Enea. Ma l’eroe troiano aveva un destino da compiere. E l’abbandonò sostenendo che doveva andare incontro al fato. Lei, vedendo la nave allontanarsi, con la spada di Enea si tolse la vita, che non aveva più senso senza l’oggetto amato.
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Catullo, il dio dell’amore non corrisposto
Fuori dal mito, invece, divenne mito l’ossessione di Catullo per la sua Lesbia, che così lui chiamò dall’isola nella quale sei secoli prima nacque l’emblema degli amori impossibili, Saffo. La donna si chiamava Clodia, ed era la sorella di Tribuno della plebe Publio Cloro Pulcro. Catullo la amò alla follia, facendone oggetto di tutti i suoi straordinari versi. Ma lei pensava al poeta solo negli avanzi di tempo, deridendolo in pubblico con i suoi numerosi amanti.
Silenziario e Dante: erotomania in versi
Paolo Silenziario, poeta bizantino, fu l’ossessione di sua moglie Filina, distrutta dagli infiniti tradimenti di lui, che poi si fece perdonare con straordinarie liriche, alcune delle quali resteranno nella storia della poesie, salvate dalla Suda che le raccolse.
Su tutto ciò sovrastano quei memorabili versi di Dante nel V canto del Purgatorio. Pia dei Tolomei amò, non riamata, il marito, Nello dei Pannocchieschi, che la fece uccidere per convolare a nozze con un’altra donna.
“Deh, quando tu sarai tornato al mondo,
e riposato de la lunga via”,
seguitò ‘l terzo spirito al secondo,
“Ricorditi di me, che son la Pia;
Siena mi fé, disfecemi Maremma:
salsi colui che ‘nnanellata pria
disposando m’avea con la sua gemma“.
Il Decameron: Nastagio degli Onesti
Ma se vogliamo cercare capolavori letterari sull’argomento, non possiamo non citare una delle più belle novelle del Decameron, Nastagio degli Onesti, dove Boccaccio racconta la storia di una ingrata amante che deride il povero innamorato sino a quando costui non assistette a un miracolo. La novella venne illustrata come uno straordinario fumetto da Botticelli, su commissione di Lorenzo il magnifico che ne fece dono a Giannozzo Pucci in occasione delle sue nozze con la bellissima e ribelle Lucrezia Bini. Oggi tre di queste quattro tavole si trovano al Museo del Prado comprate per conto del re di Spagna, dice la leggenda, forse dal Velasquetz, che se ne innamorò durante il suo viaggio in Italia. La quarta si conserva ancora nella sua collocazione originaria: Palazzo Pucci.
Ariosto e Tasso
Nel capolavoro di Ludovico Ariosto, Orlando per amore perdette addirittura il senno: non riuscendo a unirsi ad Angelica impazzì. E il suo amico Astolfo dovette salire con l’ippogrifo sino alla luna per riprendere il senno di Orlando: è lì che si ritrova tutto ciò che sulla terra di perde, a iniziare dalle “lacrime e i sospiri degli amanti”.
Con ancor maggiore drammaticità viene descritta da Torquato Tasso la passione non corrisposta di Tancredi per la bella Clorinda, che morirà senza che lui possa mai abbracciarla e addirittura rivelarle il suo amore. Nella Gerusalemme Liberata la vera guerra è quella del cuore: alla quale non c’è alcun rimedio.
Shakespeare e Proust
Dobbiamo poi arrivare a Shakespeare per leggere uno dei più straordinari amori difficili, quello di Ofelia per Amleto. Che la amò ma non poteva rivelarglielo essendosi finto pazzo.
Lei quindi si gettò nel fiume pensando che la vita fosse per lei già finita.
In tempi a noi più recenti, come non ricordare l’amore di Charles Swann per la bella, raffinata e perfida Odette de Crécy, che lo derise e umiliò senza mai concedersi a lui ma tradendolo con decine di altri uomini. La separazione fra i due fu obbligata ma dolorosa per il protagonista della Recherche.
Eugenio Montale e Dora Markus
Eugenio Montale si innamorò della bellissima Dora Markus, una montenegrina che allo squattrinato poeta preferiva i ricchi signori romagnoli. Grazie a loro conduceva una vita lussuosa. Lui la celebrò con un capolavoro che aveva il suo nome: “A Dora Markus”. Al centro del poema, dei versi che descrivono perfettamente il concetto di erotomania: “Non so come stremata tu resisti | in questo lago | di indifferenza ch’è il | tuo cuore; forse | ti salva un amuleto che tu tieni | vicino alla matita delle labbra , | al piumino, alla lima: | un topo bianco, | d’avorio; e così esisti!“.
Erotomania al cinema
Nel 1954, l’ottava arte, il cinema, celebrò l’erotomania con un bellissimo film di Douglas Kirk, interpretato da un meraviglioso Rock Hudson, vittima di un amore impossibile per una vedova alla quale aveva inconsapevolmente tolto l’amato marito.
Un dramma quotidiano
Tutti questi miti artistici e letterari raccontano però un dramma quotidiano. L’erotomania, secondo la definizione della Treccani, è, infatti, un “delirio psicotico in cui il paziente (quasi sempre una donna) è convinto di essere amato da una persona (generalmente di ceto sociale più elevato) che spesso conosce appena“. Diffuso e isterico, triste e serio, riguarda casi psichiatrici, ma è bene non incapparci nemmeno nel nostro vivere quotidiano, nemmeno in minima parte. E per farlo basta ricordare le storie delle nostre eroine, da Arianna a Pia dei Tolomei. E dei nostri piccoli, grandi uomini, da Catullo a Montale. L’amore perfetto, infatti, è solo una chimera.