Come funziona lo stile Feng Shui
Non è una semplice idea di arredamento ma molto di più. Ecco come funziona lo stile Feng Shui e come si applica.
L’errore più grave è pensare che il Feng Shui sia una semplice idea di arredamento.
Chi pensa così ignora come funziona lo stile Feng Shui e quindi ignora il Feng Shui.
Tutto nacque 2700 anni fa con un signore che si chiamava Lao Tze. Costui, seduto a meditare, venne raggiunto da un giovane che voleva imparare da lui l’arte dell’assenza.
Il maestro accettò l’allievo e per un anno rimasero seduti a fianco senza scambiarsi neppure una parola. Al che il giovane gli domandò quando sarebbero iniziate le lezioni.
Ma il maestro rispose che l’allievo non era ancora pronto. Passò un altro anno e i due stettero a fianco muti, sino a quando il giovane non chiedette nuovamente quando sarebbero iniziate le lezioni.
Anche questa volta, per il maestro, costui non era ancora pronto. Dopo un altro anno di celeste silenzio l’allievo spazientito rifece la domanda. Lao Tze lo guardò, batté le mani e gli domandò cosa fosse quel suono.
Il giovane non ebbe dubbi: <Il battito di due mani>. Il maestro allora gli disse: <Ecco la prima lezione: trova il suono di una mano sola>.
Ecco, questo è il senso del Feng Shui: trovare la presenza nell’assenza e l’assenza in ogni presenza, mettendo ogni cosa al suo posto secondo la regola del Tao, cioè quel nulla che tutto è.
In occidente la regola dell’abitare è legata da una questione complessa che si chiama gusto. Il quale è un fatto personale influenzato da una moda collettiva, che fa scegliere un mobile piuttosto che un altro o una disposizione piuttosto che un’altra.
Nella cultura taoista nessun pieno può riempire un vuoto e nessun vuoto può contenere un pieno, per cui c’è un posto per ogni cosa e una cosa per ogni posto, secondo le regole del Tao.
Per comprendere di cosa parliamo, occorre capire in che modo e per quale motivo il Tao Te Ching è stato scritto.
L’origine del Tao per capire come funziona il Feng Shui
Lao Tse doveva passare la frontiera di uno stato cinese, quando un ufficiale, riconosciutolo, gli domandò in cambio di questo suo diritto, la scrittura del suo insegnamento in un unico volume.
Il maestro si sedette e scrisse su delle tavole di cera il suo insegnamento. poi le prese e nel momento di consegnarle all’ufficiale le gettò a terra confondendole. <Perché hai fatto questo?>, gli domandò l’ufficiale. E Lao Tze rispose: <In modo che tu trovi il tuo ordine>.
Questa è la seconda regola del Tao, e quindi la prima del Feng Shui, anche per capire come funziona il Feng Shui: trovare l’ordine laddove l’ordine non appare.
I giardini zen: ecco come funziona il Feng Shui
Se noi pensiamo ai giardini zen, abbiamo in testa l’idea di un luogo che niente ha di verde, perché questo si deve immaginare attraverso l’ordine di cose inanimate: sabbia e pietre.
Chiunque vada nel giardino di Ryoan-Ji a Kyoto, comprende meglio di qualunque altro luogo il senso reale del Feng Shui. Dentro una vasca lunga 25 metri e larga 10, su un mare di ghiaia sono disposte 15 pietre. Da qualunque parte si guardi questo piccolo giardino, se ne vedono solo 14.
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Dice la leggenda che tutte e 15 insieme si possono vedere solo al termine di una lunga meditazione. Tanto lunga che una vita intera non è sufficiente. Il problema centrale è che nel giardino di Ryoan-Ji ciò che veramente conta non è ciò che vedi, ma quello che manca. Nell’insieme è l’equilibrio, nell’assenza il problema su cui meditare.
Il Feng Shui non è una moda
Come fare in modo che la nostra anima sia in relazione col luogo nel quale noi stiamo? Come fare in modo che l’essere sia in equilibrio con lo stare? Come far sì che lo spirito governi ciò che spirito non ha?
O, meglio ancora, come trovare l’anima in ciò che è inanimato? E se non stiamo bene nella casa dove consumiamo i nostri giorni, come stare bene nei nostri giorni?
Purtroppo, spesso, in Occidente il Feng Shui è una semplice moda, come se bastasse mettere insieme due pareti mobili, un letto basso e un tavolino di bambù per poter essere felici nel senso del Tao.
La regola di Lao Tze e Men Tchu, il secondo dei grandi maestri zen, è molto più complicata della disposizione di due mobili all’interno di uno spazio vuoto, perché afferisce invece all’idea di riuscire a capire cosa il vuoto sia e in che modo poterci liberare dall’assenza di ogni presenza.
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Infatti è impossibile riempire uno spazio se non si ha prima idea di come liberare lo spazio stesso da ogni sua presenza esterna. Solo il vuoto può essere riempito. Laddove il vuoto non c’è, l’uomo non può comprenderne la possibile presenza.
Svuotare prima di riempire: capire il Feng Shui
Per arredare una casa occorre prima svuotarla. Ma come svuotare qualcosa senza essere sacrileghi nei confronti della presenza? Perché chiunque abbia riempito uno spazio, ne ha violato la sua assenza.
E quindi renderlo nuovamente vuoto significa commettere sacrilegio nei confronti di ciò che sacro è stato. Allo stesso modo la sacralità del Tao è data dall’essere in grado di svuotarsi di ogni lordura per essere pure nella ricostruzione della nostra presenza, la quale avviene solo attraverso la disposizione del nostro spirito nel luogo nel quale abitiamo. Ma non possiamo abitare un luogo se non lo riempiamo. Lo stile Feng Shui ha a che vedere con tutto questo.
Come riempire qualcosa se questo qualcosa non è un vuoto assoluto? E come svuotare qualcosa se non siamo in grado di svuotare noi stessi da tutte le sovrastrutture che ci hanno reso grave la vita? Come fare a sentire il battito di due mani se non riusciamo neppure a comprendere il suono di una mano sola?