Meditazione trascendentale: che cos’è e come praticarla

La pratica della meditazione trascendentale è molto diffusa nel mondo, soprattuto tra le star. Scopriamo insieme che cos'è e come si pratica.

27/09/2019

È uno tra i metodi più utilizzati dalle star e praticato da oltre 6 milioni di persone nel mondo, di cui 40mila in Italia. Dai Beatles negli anni ‘60 all’attrice Cameron Diaz, dal regista David Lynch fino alla modella Kendall Jenner. E ancora Clint Eastwood, Katy Perry, Gwyneth Paltrow: sono tra i più disparati e numerosi i personaggi che praticano la meditazione trascendentale.

Ok, ok… lo yoga e le tecniche di rilassamento in generale sono attività più conosciute, più famose e hanno certamente più adepti. Ma la meditazione trascendentale è il vero must nel campo del relax e dello sviluppo delle capacità personali, soprattutto di quelle nascoste.

La meditazione trascendentale ha origini antiche, viene direttamente dalla tradizione vedica, una religione e cultura del quindicesimo secolo a.C.. È stata portata in occidente solo nel 1958 da Mahesh Prasad Varma, mistico e filosofo indiano nonché guru, che iniziò a insegnare questa pratica in India per poi fondare un suo movimento. Mentre la beat generation si avviava verso il declino, i suoi aderenti trovarono nella meditazione trascendentale una logica continuazione della loro esperienza. Per questo si sono lasciate conquistare dalla nuova moda molte star americane e britanniche degli anni ’70. Che hanno poi trasmesso la loro passione ai “colleghi” dei decenni successivi. Fino agli anni ’90 era molto in voga e poi, dopo un calo di popolarità, oggi sembra essere tornata sotto i riflettori.


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I
benefici: più felicità, meno stress

Ma a cosa è dovuto il successo della meditazione trascendentale? Tutto parte da un principio molto semplice: la felicità è già dentro di noi, basta lasciarle lo spazio per uscire. Per questo non si tratta solo di una tecnica di rilassamento. È anche una tecnica rigenerativa per il corpo e soprattutto per la mente. Aiuta a combattere lo stress, anche quello più radicato, e aumentare (diciamo così) la felicità. Sembra che, praticandola assiduamente, aiuti a creare maggiore stabilità emotiva e più fiducia in se stessi. Aiuta a creare rapporti interpersonali migliori, incrementando la creatività, la memoria e la concentrazione. Lo scopo è attuare una vera e propria guarigione interiore. La mente trascende (ovvero va al di là, supera) i livelli più sottili del pensiero e raggiunge uno stato di completo silenzio durante il quale si arriva al nostro vero “sé”. La ripetizione del mantra (tra poco spieghiamo che cosa è un “mantra”) e la concentrazione dovrebbero permettere alla nostra mente di arrivare a uno stato naturale di “consapevolezza senza pensieri”, di riposata vigilanza. Le persone che praticano questa tecnica assiduamente confermano, supportati da 600 studi scientifici sull’argomento, i benefici che ne derivano. Quando la mente trascende anche il più piccolo pensiero, entra in una condizione di intenso rilassamento molto più profondo del sonno, durante il quale si verificano dei cambiamenti nel cervello. Aumenta la secrezione di serotonina (l’ormone della felicità) e diminuisce il cortisolo (l’ormone dello stress). E questo vuol dire: meno stress e più felicità. Il tutto accentuato dal fatto che la meditazione trascendentale favorisce un completo e “intenso” riposo. Il quale, ovviamente, diminuisce la fatica e aumenta il buonumore con l’effetto, a lungo andare, di rimuovere qualsiasi nervosismo.

Come
esercitarla

È molto semplice, in sintesi si tratta di ripetere ad occhi chiusi un mantra per una ventina di minuti al giorno. Tutti possono esercitarla, ma per iniziare è necessario essere in possesso di due requisiti indispensabili, senza i quali la meditazione non funzionerebbe. Il primo: dobbiamo essere in grado, essere capaci, essere disposti a pensare un pensiero. Il secondo: la nostra mente deve essere alla ricerca della felicità, che è sia lo scopo che il mezzo attraverso il quale una persona può dire addio agli esaurimenti provocati dalla vita. In altre parole: basta pensare di voler essere felici, e il gioco è fatto. Dunque, non importa quanta ansia, quanti problemi, quanto sia frenetica la vita, quanti impegni e quanti pensieri si hanno. Se si desidera stare bene (ma stare bene sul serio) la meditazione trascendentale è quello che serve.


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Nei fatti questa pratica può durare
alcuni minuti e, per avere più benefici dovrebbe essere esercitata due volte al giorno.

Seduti,
please

Come nella maggior parte delle tecniche di meditazione si inizia sedendosi comodamente e chiudendo gli occhi, e tenendo la colonna vertebrale dritta per tutta la durata della sessione. È necessario poi usare un mantra  da ripetere mentalmente: può essere un suono o una parola, ma non deve avere un significato. La tecnica si può anche imparare grazie alle guide certificate e un corso (a pagamento) che dura circa 4 o 5 giorni. Affinare l’arte della meditazione trascendentale vuol dire diventare particolarmente attenti a scegliere il giusto mantra. O il giusto suono da utilizzare per noi stessi, e usarlo correttamente.

Cos’ha
di diverso dalle altre?

La meditazione trascendentale è molto diversa dagli altri tipi di meditazione. Questo perché non dobbiamo focalizzare o utilizzare la nostra attenzione e la nostra concentrazione sull’essere presenti nel Qui e Ora, come invece avviene nella meditazione Zen. E non è necessario neanche concentrarsi sul nostro corpo, sulla postura e sul respiro come invece viene fatto nella Vipassana, una delle più antiche tecniche di meditazione dell’India, che mira a far entrare la mente in uno stato contemplativo.

Nella pratica trascendentale non dobbiamo neanche essere “consapevoli” di ciò che ci sta intorno. Né dei nostri pensieri, né di chi siamo e di cosa stiamo facendo, come invece avviene nella meditazione Mindfulness

E ancora: è molto diversa dalla meditazione Ho’Oponopono, originaria delle Hawaii, che tramite la ripetizione del mantra “mi dispiace, perdonami, grazie, ti amo” aiuta ad allontanare dolori e ad accettare perdono e gratitudine. Al contrario delle altre si tratta di un tuffo nel silenzio del nostro essere profondo. E può contribuire ad aiutare in casi di ansia, depressione e disturbo post traumatico da stress. Quando guardiamo all’esterno, verso ciò che pensiamo o ciò che vediamo ci allontaniamo automaticamente da noi stessi, ci perdiamo nel mondo che ci circonda. Trascendere invece vuol dire essenzialmente essere se stessi: rivolgere cioè il proprio sguardo interiore al di dentro, alla ricerca di quel silenzio, di quella veglia rilassata, senza pensieri. Troppo facile per essere vero? Non serve fare altro che provare.