Cicerchiata

La cicerchiata è un dolce tipico di Carnevale diffuso in tutto il centro Italia: croccanti palline di pasta dorate e poi fritte, arricchite con miele, mandorle e se si vuole anche frutta candita.

24/02/2019

Sommario

La cicerchiata è un dolce tipico di Carnevale diffuso in tutto il centro Italia: croccanti palline di pasta dorate e poi fritte, arricchite con miele, mandorle e se si vuole anche frutta candita.

Tempo di preparazione:
10 minuti
Tempo di cottura:
20 minuti

Ingredienti Ricetta

  • Miele 500 grammi
  • Mandorle in scaglie 100 grammi
  • Frutta candita 50 grammi
  • Olio extra vergine doliva 30 grammi
  • Limone 1
  • Farina qb
  • Liquore aromatico 2 cucchiai
  • Uova 3
  • Olio per friggere qb

La cicerchiata è un dolce di Carnevale tipico di Abruzzo, Marche e Molise, ma diffuso anche in Umbria e a Roma.

È simile agli struffoli napoletani, dolce natalizio dalle palline un po’ più grandi rispetto alla cicerchiata.

L’origine del prodotto sarebbe da ricercarsi in Abruzzo, in particolare nell’area del Sangro grazie allo sviluppo dell’apicoltura che, ieri come oggi, rendeva disponibile miele di ottima qualità.

Per altri, invece, facendo riferimento ad epoche più antiche, sarebbe originario dell’Umbria storica (ovvero, grossomodo, l’Umbria ad est del Tevere e le Marche) e solo la sua successiva diffusione dall’Umbria alle Marche centrali, all’Abruzzo e infine al Molise avrebbe diffuso l’opinione che si tratti di un dolce abruzzese. Secondo altri ancora, la cicerchiata è invece un dolce carnevalesco tipico marchigiano.

Il dolce è a base di pasta di farinauova e, in alcuni varianti, burro o olio d’olivazucchero, liquore o succo di limone.

Da questa si ricavano palline di circa un centimetro di diametro che vengono fritte nell’olio d’oliva o nello strutto. Scolate, vengono mescolate con miele bollente e disposte “a mucchio”.

Il miele raffreddandosi cementa le palline fra loro e dà solidità alla struttura. Come spesso avviene con i dolci tradizionali e antichi, esistono varianti che aggiungono ingredienti diversi alla ricetta base.

Un dolce molto simile viene citato su tavole rinvenute a Gubbio e risalenti al XV secolo come cibo rituale e sacrificale con il nome, in antica lingua umbra, di strusla, una variante del più comune strues che significa appunto “mucchio”.

Con tutta probabilità il nome di cicerchiata ha origine medievale e deriverebbe dalla cicerchia, un legume simile al pisello e al cece, molto diffuso all’epoca nella zona umbro-marchigiana e anche in Italia meridionale; ancor oggi è coltivato in Lazio, nelle Marche, in Umbria, in Molise e in Puglia, non più su larga scala, ma come specialità tipica.

Secondo quanto detto, il significato di “cicerchiata” sarebbe quindi quello di “mucchio di cicerchie”.

E dopo aver fatto un po’ di storia… ecco la ricetta per fare la cicerchiata a casa!

Preparazione

Unire le uova sbattute alla scorza grattugiata del limone, all’olio di oliva e al il liquore.

Una volta mescolati bene questi ingredienti aggiungere gradualmente la farina, evitando la formazione di grumi e facendo in modo che l’impasto finale risulti abbastanza morbido.

Lasciar riposare l’impasto per circa 30 minuti.

Ricavarne dei bastoncini di circa 1 centimetro di diametro che vanno passati tra i palme delle mani con un movimento rotatorio per ottenere infine delle palline.


Versare in padella abbondante olio e, una volta bollente, friggervi le palline di pasta lasciandole dorare e sgocciolandole poi su carta assorbente.

Riscaldare il miele e lasciarlo imbiondire prima di togliere la pentola dal fuoco e incorporare le mandorle, i canditi e le palline di pasta fritte.


Preparare uno stampo ad anello ungendolo leggermente con l’olio, distribuirvi le palline “condite” con il miele e gli altri ingredienti livellando il tutto.

Fare raffreddare il composto e capovolgere lo stampo su un piatto da portata.