Quale carne posso mangiare in gravidanza

Alcune donne in gravidanza preferiscono eliminare la carne per timore che trasmetta la tanto temuta toxoplasmosi. I nutrizionisti smentiscono. Carni bianche e rosse possono essere assunte ma senza esagerare.

23/05/2020

Un’alimentazione sana, corretta e bilanciata è il segreto per una gravidanza serena in cui la mamma “cede” al feto il giusto apporto di sostanze nutritive. Sì dunque ad una dieta varia: ricca di sali minerali, vitamine, carboidrati e proteine. Quindi sì anche alla carne in gravidanza, ovviamente, ma senza eccedere. Sfatato da tempo il mito che vuole che la donna in gravidanza debba mangiare per due, è vero che deve pensare anche al feto in termini di composizione della dieta. In gravidanza il fabbisogno aggiuntivo è di zero calorie per il primo trimestre, circa 350 kcal al giorno per il secondo trimestre e 460 kcal al giorno per il terzo trimestre. La futura mamma dovrà assumere la consapevolezza che le giuste scelte alimentari porteranno al corretto sviluppo del suo bimbo in grembo. Dovrà avere quindi particolare attenzione a ferro, calcio, folati. Per evitare pericolose carenze nutrizionali e scongiurare i rischi derivanti da un’eccessiva assunzione di alcuni micronutrienti (come ad esempio la vitamina A, che durante la gestazione va limitata). Vediamo dunque quali carni mangiare o meno in gravidanza.

Toxoplasmosi e carne in gravidanza

Sì dunque alla carne in gravidanza, ricca di ferro e vitamina B12, ma sempre ben cotta. Dalla carne cruda infatti o poco cotta si può prendere la toxoplasmosi. Questa malattia infettiva può essere trasmessa da un parassita chiamato Toxoplasma gondii. Vietate per lo stesso motivo anche uova crude o poco cotte. Evitare anche il latte non pastorizzato a cui si aggiungono formaggi a pasta molle prodotti con il suddetto latte non pastorizzato. Fondamentale per le donne in dolce attesa l’igiene rigorosa in cucina. Ad esempio occorre lavare bene le mani dopo aver toccato carne cruda, frutta, verdura o della terra.


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Disinfettare taglieri, coltelli e zone di preparazione dei pasti, evitare la contaminazione e quindi la vicinanza di cibi cotti e crudi sullo stesso piano di lavoro o in frigorifero. Il rigore purtroppo è d’obbligo poiché in gravidanza la Toxoplasmosi se per la mamma può passare inosservata come una banale influenza o addirittura asintomatica, nel feto, specie nel primo trimestre, può portare malformazioni e disturbi seri tra cui epilessia, cecità, idrocefalia e ritardo cognitivo. Comunque bando allo stress, basterà agire in cucina con accortezza e seguire scrupolosamente i consigli di ginecologo e nutrizionista. Infondo 9 mesi passano velocemente!

Tipologie di carne consigliate

Le donne in gravidanza dovrebbero preferire la carne bianca rispetto alla carne rossa, che andrebbe consumata al massimo due volte a settimana. Sì quindi a pollo, tacchino e coniglio. Per quel che riguarda la modalità di cottura meglio evitare fritture, preparazioni elaborate e soffritti, ma prediligere cotture povere o prive di grassi, come la cottura al vapore, al forno, alla piastra, al cartoccio o in umido. Altri alimenti che vantano le stesse proprietà della carne sono i legumi (i ceci, i piselli, le lenticchie e i fagioli), ricchi di proteine di origine vegetale ma poveri di aminoacidi rispetto alle proteine nobili. I condimenti suggeriti sono quelli leggeri e salutari, in primis l’olio extravergine di oliva a crudo. Ad alcune donne con forte carenza di ferro in passato veniva consigliata la carne di cavallo, mito al giorno d’oggi è stato sfatato. La carne di cavallo infatti non contiene affatto più ferro rispetto ad altre carni rosse. Non è assolutamente necessario andare ad integrare la propria dieta con la carne in gravidanza. Si può tranquillamente sostituire con bovino, pecora o agnello.


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La temperatura giusta di cottura

Per una cottura perfetta di pollame, bistecche e altri tagli di carne ci si può munire di un apposito termometro da cucina. Ecco dunque assicurata la cottura giusta delle proteine. Il sito “Farmaco e Cura” a cui abbiamo fatto riferimento indica i seguenti gradi di cottura da rispettare per un alimento ben cotto senza rischi di batteri:

– Arrosto, costolette, bistecche di vitello, maiale, manzo o agnello si cuoceranno perfettamente alla temperatura di 63 gradi
– L’hamburger necessita di una temperatura di 71 gradi circa (o poco più)
– Il petto di pollo deve raggiungere la temperatura di 77 gradi
– Il pollo intero si cuocerà alla temperatura di 82 gradi
 

Cibi assolutamente NO

Gli esperti sconsigliano carpacci, tartare e soprattutto fegato. Le donne in gravidanza e i bambini molto piccoli devono evitare di mangiare fegato e prodotti derivati dal fegato per il rischio di intossicazione da vitamina A legato al consumo di questi alimenti. Il monito viene dall’Istituto Federale tedesco a Tutela della Salute dei Consumatori (BgVV). Un consumo eccessivo regolare di vitamina A comporta non solo nausee e mal di testa, ma può determinare malformazioni nel feto e problemi di crescita per il bambino. Secondo l’Institute of Medicine (IOM), la RDA (dose giornaliera consigliata) di vitamina A per le gestanti è di 2.565 UI (unità internazionali) al giorno. Una porzione di 80 grammi di fegato di manzo può contenerne 27.000 UI. Mentre una porzione da 80 grammi di fegato di pollo può contenerne 12.000 UI. Se la donna in gravidanza consuma regolarmente il fegato, può assumere una quantità di vitamina A sufficiente a danneggiare il bambino.

Parola all’esperto

“Durante la gravidanza si possono assumere proteine animali ma con moderazione”, parola della dottoressa Angela Spadafranca, libera professionista e collaboratrice di ricerca della clinica Mangiagalli di Milano, esperta proprio di alimentazione in gravidanza. Le proteine di origine animale sono proteine ad alto valore biologico in quanto contengono tutti gli amminoacidi essenziali, che non possono cioè essere sintetizzati dall’uomo. “Ma attenzione: gli alimenti di origine animale devono comunque essere assunti con criterio, perché oltre alle proteine contengono inevitabilmente anche grassi saturi e colesterolo, che a lungo andare possono avere effetti negativi sulla salute di cuore, vasi sanguigni e altri organi e tessuti” spiega la specialista.