Steve Jobs, com’è cambiata la Apple dopo la sua morte

Nel 2011 il visionario fondatore di Apple perdeva la sua battaglia col cancro: oggi è l'azienda di Tim Cook

20/01/2020

A otto anni dall’addio a Steve Jobs, com’è cambiata la Apple dopo la sua morte? Tanti ne sono già passati dalla dipartita dell’uomo che ha cambiato per sempre l’approccio delle persone alla tecnologia col personal computer.

Il marchio è andato avanti senza il suo volto più celebre, ma la sua eredità resta al tempo stesso un valore e un peso sulla storia presente di Apple, qualcosa con cui fare costantemente i conti, sia positivamente come bacino di valori a cui tendere la propria mission, sia come modello imponente con cui confrontarsi dimostrandosi all’altezza.

Steve Jobs e il suo percorso

Il 5 ottobre 2011 Steve Jobs, il visionario co-fondatore di Apple Inc., è morto a soli 56 anni dopo aver combattuto un cancro del pancreas diagnosticato nel 2004. La sua morte fu annunciata dalla società che contribuì a fondare. Società che lasciò nel 1985 e a cui era tornato dopo anni di traversie (anche legali), diventandone CEO nel 1997 e fino alla sua scomparsa.

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La biografia di Steve Jobs e l’Iphone 11 Pro

Tim Cook, il nuovo CEO

L’attuale CEO di Apple Tim Cook è subentrato nel ruolo pochi mesi prima della morte di Jobs e ha avuto il difficile compito di traghettare un’azienda che si identificava nel suo ideatore verso una nuova era, caratterizzata anche da cambiamenti radicali nel mondo dell’innovazione digitale e che in un decennio hanno rivoluzionato il rapporto degli utenti con la tecnologia di uso quotidiano. Oggi si può dire che Apple, il cui valore si aggira intorno ai 206 miliardi di dollari ed è la prima azienda al mondo per fatturato, non è più quella di Jobs ma è decisamente l’azienda che porta il segno di Mr. Cook. Ma questo processo non è stato lineare né esente da critiche da parte degli utenti che hanno continuato ad acquistare i suoi prodotti.


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Critiche alla Apple dopo la morte di Steve Jobs

Una delle principali mosse alla gestione Apple dopo la morte di Steve Jobs è quella di aver perso la volontà di innovazione che aveva sempre contraddistinto negli anni la casa di Cupertino. Questa mancanza di spinta al rinnovamento è stata notata soprattutto per quanto riguarda i dispositivi mobili. Sebbene questo possa essere in parte vero, c’è da dire che Apple ha dovuto confrontarsi con un mercato degli smartphone ormai saturo di novità. La capacità dell’azienda di vendere col proprio marchio e col proprio marketing le piccole funzionalità innovative introdotte di volta in volta nei suoi dispositivi, ha comunque fatto la sua parte.

Un’altra critica mossa da molti utenti alla Apple ha riguardato il design dei suoi smartphone. La scelta di prediligere, per la linea degli smartphone, schermi sempre più grandi, seguendo appunto il trend del mercato e dei diretti concorrenti, è stata identificata come un segno di debolezza. Ma chi può dire se la capacità di anticipare i tempi di Steve Jobs avrebbe probabilmente permesso al visionario leader di Apple di prevedere anche questo trend e farlo suo prima degli altri.

I tablet, un prodotto vincente

Una dimostrazione della capacità di Apple di riuscire a tenere il passo dell’avanguardia tecnologica è stata la sua imposizione sul mercato per quanto riguarda i dispositivi tablet. Disponibili in svariati modelli e con diverse fasce di prezzo, sono risultati quelli più performanti sul mercato degli ultimi anni sia dal punto di vista tecnico che da quello pratico. Hanno una serie di fattori di successo che vanno dalla durata della batteria più longeva dei dispositivi concorrenti alla diffusione di strumenti pensati ad hoc per svariate esigenze specifiche, come ad esempio l’Apple Pencil per i disegnatori o gli iPad per uso scolastico.

Apple Watch

Una strada simile è stata intrapresa anche dal fantomatico Apple Watch, considerato un dispositivo pressoché inutile fino a pochi anni fa (non solo dai clienti ma anche dalle case produttrici stesse), ma che Apple è stata invece in grado di ripensare e distribuire a grandi fette della sua utenza seppur senza la guida di Jobs. L’utilizzo a scopo medico dell’orologio intelligente, con tanto di certificazioni ad attestarne la validità, è solo uno dei modi con i quali Apple è stata in grado di rivalutare totalmente un dispositivo che sembrava non avere futuro.


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Politica aperta ed integrativa dei dispositivi

Un altro punto a favore di Apple e della traiettoria intrapresa dopo la scomparsa di Steve Jobs va senza dubbio alla decisione di adottare, rispetto al passato, una politica molto più aperta ed integrativa dei propri dispositivi e del proprio sistema operativo nei confronti non solo della propria famiglia di prodotti, ma anche verso app, device e standard di altre compagnie e produttori. Non si può dire lo stesso, tuttavia, per la componente hardware dei prodotti della compagnia che, in quanto legata a precisi standard ingegneristici che non le concedono molta libertà sotto questo punto di vista, risulta essere ancora piuttosto chiusa su sé stessa e poco modulabile o personalizzabile rispetto ai dispositivi proposti dalla concorrenza.

Il prezzo, un elemento identificativo

Un aspetto identificativo che caratterizza e, se vogliamo, definisce il mercato di Apple, rimangono i prezzi. E sotto questo punto di vista, l’azienda non ha di certo invertito la sua rotta: iMac e Macbook raggiungono ancora oggi prezzi stratosferici, seppur la tecnologia e i servizi all’avanguardia di cui dispongono possano giustificare la spesa.

Un passo avanti a favore dei clienti, però, è stato fatto relativamente agli smartphone, di cui Apple propone oggi una vasta gamma, più variegata che in passato sia in termini di modelli e funzionalità che, di conseguenza, di fasce di prezzo. In questo modo, l’azienda di Cupertino è venuta incontro progressivamente, negli ultimi tempi, anche a coloro che hanno sempre desiderato un iPhone ma ne erano rimasti alla larga per i costi esosi.

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MacBook Pro

Una nuova prospettiva

In linea di massima, ciò in cui Apple si è impegnata a fare dopo l’era di Steve Jobs è stato presidiare il mercato da leader ma con una nuova prospettiva, più aperta che in passato, tentando in qualche modo di uscire dall’isolamento che l’ha sempre caratterizzata per la stessa natura dei suoi prodotti e di dialogare con altri produttori e con altre tecnologie, pur restando fedele a molti standard e protocolli che la contraddistinguono e che l’hanno resa nel tempo quello che è oggi. Nessuno può dire se il compianto Steve Jobs avrebbe apprezzato o meno questa linea, ma in ogni caso, di fronte ad un mercato che cambia e ad una tecnologia che si evolve molto più rapidamente che in passato, non è detto che il percorso di Apple sarebbe stato poi così diverso se fosse rimasta sotto la guida del suo primo, iconico fondatore.