Coming Out, significato e differenza con outing

Cosa vuol dire fare coming out e perché differisce (molto) dall'outing.

09/01/2020

Si fa spesso molta confusione tra il significato di coming out e quello di outing, col risultato di usare spesso a sproposito espressioni di cui non si conosce bene il significato e il valore.

Differenza tra coming out e outing

Il coming out – che molti confondono e banalizzano con outing – è l’affermazione pubblica del proprio orientamento sessuale o la propria identità di genere (che può differire da quella biologica), dunque la scelta di dichiarare agli altri la propria condizione identificandosi apertamente come gay, lesbica, trans, bisessuale, queer o in qualsiasi altro modo ci si senta per natura pienamente a proprio agio e si voglia essere riconosciuti dagli altri.

Diverso è il caso dell’outing, che invece si verifica quando una persona fa rivelazioni sull’orientamento o sull’identità di genere di terzi, senza il loro consenso: in sostanza, quando qualcuno attribuisce un’etichetta ad un’altra persona contro la sua volontà. Se il coming out è dunque una libera manifestazione della propria identità, l’outing va considerato come una vera e propria forma di violenza nei confronti di chi non vuole aprirsi su determinati aspetti della sua vita e non vuole condividerli con altri, o magari non li ha nemmeno maturati in modo cosciente.


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La presa di coscienza collettiva

Spesso i due termini vengono considerati meramente fungibili, interscambiabili, ma non è così. La presa di coscienza collettiva che sta maturando intorno ai temi dell’identità di genere e dell’orientamento sessuale impone alla società di stabilire anche delle regole chiare per quanto riguarda il linguaggio, così da favorire un dibattito pubblico corretto, inclusivo, rispettoso dei diritti civili. Ad esempio, è giusto chiedere ad una persone con quale pronome voglia essere identificato, se maschile, femminile o neutro (nelle lingue in cui esiste il genere). Si tratta di accorgimenti linguistici che non sono meramente formali, ma permettono alle persone di sentirsi riconosciute ed accettate per come sono, senza dover necessariamente aderire a quello che la società considera la norma (ad esempio, l’identità di genere femminile se si è biologicamente donne e quella maschile se si è uomini). Il linguaggio contribuisce ad alimentare e diffondere il pensiero e va dunque correttamente sviluppato, soprattutto nella dimensione pubblica.

Tornando all’argomento, si userà dunque coming out quando si intende indicare l’atto di dichiararsi agli altri uscendo allo scoperto, come suggerisce la locuzione stessa derivante dall’inglese coming out of the closet (letteralmente “uscire dall’armadio” ma in senso lato “uscire dal nascondiglio”), mentre outing per indicare chi in modo arbitrario e scorretto svela la sessualità altrui senza esserne stato autorizzato.

Coming out, significato

In genere il coming out viene rappresentato come un evento che arriva al culmine di una scelta consapevole, manifestandosi nel gesto della dichiarazione ad altri, ma è piuttosto da intendersi come un processo, costante e sempre nuovo, prima interiore di riconoscimento ed accettazione della propria identità e poi esteriore rispetto al resto del mondo. Quando alla consapevolezza interiore fa seguito la pubblica dichiarazione del proprio orientamento o del genere al quale ci si sente di appartenere, si parla propriamente di coming out nel senso più comune del termine. Spesso il processo verso questa consapevolezza è molto lungo, può durare anni, spesso risulta sofferto per le condizioni sociali, familiari e affettive in cui si vive, soprattutto per le persone che non hanno ancora una maturità piena e magari affrontano la scoperta di se stessi nell’adolescenza, con tutti gli struggimenti interiori che quel periodo della vita comporta. Ma anche le persone più adulte, soprattutto quando ingabbiate in ruoli che magari non sentono adatti alla loro natura, devono superare molte resistenze soprattutto interiori prima di potersi sentire liberi di parlare di sessualità senza temere il giudizio altrui o almeno senza temere di soffrirne troppo. Il coming out è spesso un processo destinato a reiterarsi, in continua evoluzione, visto che ogni volta che ci si trova in una situazione pubblica o si incontrano persone nuove, decidendo di dichiararsi apertamente è come se ci si trovasse di fronte ad un coming out continuo, ogni volta nuovo e differente, con conseguenze diverse.

Il concetto di coming out

Il concetto di coming out è qualcosa di fondante per la comunità LGBTQ+, identificato come un momento fondamentale per chi si riconosce in una qualsiasi delle possibili identità incluse in questo acronimo, al punto tale che vi è stata perfino dedicata una giornata universalmente riconosciuta: il cosiddetto Coming Out Day è una ricorrenza internazionale in cui la comunità LGBTQ+ celebra l’importanza del coming out. La data della ricorrenza è stata scelta nell’11 ottobre.

La prima celebrazione di questa giornata si è tenuta trentuno anni fa negli Stati Uniti, grazie all’idea dello psicologo Robert Eichberg e dell’attivista politico Jean O’Leary, durante il laboratorio The Experience and National Gay Rights Advocates: si scelse l’11 ottobre per la ricorrenza in quanto primo anniversario della seconda marcia nazionale su Washington in favore dei diritti delle lesbiche e dei gay, celebrata in quella data l’anno prima, nel 1987. Prima di estendersi all’intero territorio americano alla fine del secolo scorso, nel 1990, le celebrazioni si sono tenute nella sede della National Gay Rights Advocates a West Hollywood, in California, e a Santa Fe, New Mexico, con la partecipazione di sempre più Stati rappresentati con le loro delegazioni. La giornata è diventata momento di rivendicazione di diritti umani e civili per la comunità LGBT+ in tutto il mondo, anche in quei paesi in cui ancora si combattono discriminazioni sulla base dell’orientamento sessuale e si chiede alle istituzioni il riconoscimento di alcune garanzie come l’unione civile tra persone dello stesso sesso o l’accesso alle terapie ormonali gratuite per i transessuali.

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Coming out di personaggi pubblici

Il coming out assume un valore particolarmente impattante quando a farlo sono personalità pubbliche: non solo star e celebrità dello show business, ma anche esponenti politici che in forza della loro. Basti pensare a quanti e quante premier in Europa sono oggi apertamente gay e vivono la vita pubblica e la loro funzione con i loro compagni e le loro compagne accanto in tutte le situazioni, anche le più istituzionali, come si conviene ai politici eterosessuali. Non è strano oggi vedere una riunione di capi di Stato in cui il primo ministro del Lussemburgo Xavier Bettel è accompagnato dal il marito Gauthier Destenay o la premier serba Ana Brnabic sia affiancata dalla compagna Milica Djurdjic, con cui ha anche un figlio. Come ha commentato in una di queste occasioni il giornalista britannico Benjamin Butterworth, “questa foto dall’aspetto normale è una novità storica. I progressi sembrano lenti. Ma sono reali, e vale la pena di festeggiare“.