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Come gestire le emozioni

Come gestire le emozioni? Si pensa spesso, a torto, che raggiunta l’età della ragione, della consapevolezza, sia tutto molto più semplice. Che emozioni come l’amore, la rabbia, la tristezza, possano essere trattenute e poi fatte emergere nel luogo e nel momento più giusto.

Reazioni esagerate, come urlare in pubblico non sono mai ben accettate, ben viste dalle persone che ci stanno attorno e che subiscono passivamente le nostre emozioni, da quelle positive a quelle considerate negative.

Come gestire le emozioni buone e le emozioni cattive

Non esistono emozioni buone e emozioni cattive. Questo è quello che viene solitamente usato come canone per dare uno stereotipo alle cose. La rabbia, la frustrazione, la tristezza sono emozioni negative, la gioia, l’allegria, la felicità positive. In realtà non è così. Le emozioni sono semplicemente emozioni e come tali vanno trattate. Nel corso della vita è normale trovarsi di fronte a sentimenti contrastanti che, ci portano ad avere sentimenti diversi che però non devono essere stigmatizzati anche perché, questo provoca ritorsioni all’interno del nostro organismo.

Il nostro corpo
contenitore di emozioni

Noi siamo quello che mangiamo diceva qualcuno ma, noi siamo anche e soprattutto, quello che proviamo. Spesso le persone vengono identificate per i loro atteggianti e una persona sempre allegra è una persona superficiale, una persona sempre arrabbiata e una persona che ha dei problemi. Ecco perché spesso le persone tendono a mascherare quello che provano per mettere in campo dei comportamenti socialmente accettabili. Così facendo però si rischia di sottoporre il nostro corpo ad inutili stress che, in alcuni casi, possono anche sfociare in malattie.

L’accoglienza delle
emozioni

Per quanto sia ovvio che la società ci impone dei ritmi anche nella gestione delle emozioni e delle nostre piccole crisi quotidiane, dobbiamo imparare a convivere con tutte le nostre emozioni. Con tutto quel ventaglio di opportunità che la vita ci offre e non considerare sbagliato quello che proviamo. Spesso ci sentiamo dire in momenti particolarmente bui della nostra vita: “ passerà”, oppure “cerca di essere positiva e tutto andrà bene”. Magari è vero ma è anche vero che persone hanno bisogno di farsi attraversare dalle emozioni, viverle, magari in privato o con le persone con le quali si sentono maggiormente a loro agio per poterle sviluppare e conoscere.

Il nostro corpo come
contenitore

Il nostro corpo è quello che meglio di tutti conosce noi stessi e le nostre emozioni. Non è un caso che spesso sintomi come il mal di testa o altre malattie lievi siano lo sbocco naturale di emozioni non vissute. Noi e il nostro corpo dobbiamo imparare a gestire fisicamente ed emotivamente le emozioni che proviamo giorno dopo giorno ma, soprattutto, dobbiamo imparare a non avere un atteggiamenti giudicante nei confronti di noi stessi. Siamo noi ad essere la nostra prima cura, siamo noi le prime che dobbiamo amarci per capire come gestire le emozioni che ogni giorni attraversano la nostra vita.

La gestione delle
emozioni “negative”

Sebbene abbiamo detto che non esistono emozioni negative ed emozioni positive, si è portati a classificarle a seconda se queste ci rendono felici oppure no. O meglio, le emozioni vengono classificate a seconda di come queste hanno un impatto verso gli altri. Consideriamo quindi emozioni come la rabbia, la paura, la tristezza come negative. Anche queste vanno affrontate e, per farlo al meglio, la prima cosa è accettarle.

Dopo aver accettato la possibilità che nella nostra giornata ci sia una componente di rabbia e di frustrazione dobbiamo imparare a gestirla. Per prima cosa è importante comprendere il nostro stato d’animo, accettarlo e farlo diventare parte di noi. Subito dopo dobbiamo capire il motivo che ci rende così infelici, cercare di riuscire a renderlo parte della nostra esistenza e poi metterlo come in circolo nella nostra vita per poterlo finalmente farlo uscire da noi e ricominciare a vivere in maniera serena.

Come gestire le emozioni “positive”

Essere sempre felici e contenti sarebbe bello ma è certamente un utopia. Ad ogni modo anche le emozioni considerate positive hanno bisogno di essere gestite. Reazioni esagerate in luoghi inappropriati non sono accettate e accettabili ed ecco che anche questa volta è necessario imparare a gestire emozioni come la gioia e la felicità. Ipotizziamo di essere per strada e aver avuto una buona notizia che rende felici, la nostra gioia si leggerà sul nostro viso ma non possiamo certo abbracciare la prima persona che abbiamo accanto. Ecco che dobbiamo fermarci, trovare un momento di raccoglimento tutto per noi e assimilare tutta quella contentezza e quell’allegria. Allo stesso modo dobbiamo fare in modo che questa carica di energia data dalla felicità ci accompagni nelle ore successive, così da fare scorta di buone emozioni.

Le emozioni nei
bambini

Sin dalla nascita proviamo emozioni. I bambini piangono, sorridono, cercano di guardare, questo è un modo per trasmettere cosa stanno provando. Il pianto del neonato per esempio non è sempre lo stesso. C’è quello da fame, quello da paura e tante altre varianti che fanno capire ad un genitore quello che prova il bimbo. Crescendo si tende ad insegnare ai piccoli a non arrabbiarsi, a non essere tristi e questa è la cosa più sbagliata che possiamo fare. Anche i piccoli provano delle emozioni e noi adulti non dobbiamo minimizzarle: abbiamo il compito di insegnare loro a viverle e a condividerle così che un domani potranno gestirle al meglio quando la vita metterà loro di fronte degli ostacoli.

Inside out

Stiamo parlando del cartone animato della Disney di qualche anno fa. Un cartone che racconta proprio le emozioni. Rabbia, gioia, disgusto, tristezza e paura sono i piccoli protagonisti. Un cartone per grandi e piccoli che insegna come, per vivere bene, le emozioni devono essere considerate a pari merito.Ci insegna che spesso, per arrivare alla gioia dobbiamo prima incontrare vari stadi di emozioni, non da ultimo la tristezza che, per quanto considerata negativamente, è in grado di farci affrontare le difficoltà della vita regalandoci nuovi punti di vista e nuove opportunità da cogliere con le persone che abbiamo accanto.

Silvestra Sorbera

Silvestra Sorbera, classe 1983, piemontese di origini siciliane, è una giornalista e autrice di racconti e romanzi. Collabora con i giornali online Gocce di spettacolo, Yomamma, Italiapost e Unadonna. Ha pubblicato nel 2009 “La prima indagine del Commissario Livia” e a maggio del 2016 la seconda indagine dal titolo “I fiori rubati” con la casa editrice LazyBOOK e la terza indagine dal titolo "Castelli di sabbia". Nel 2013 ha realizzato la favola per bambini “Simone e la rana”, e il saggio letterario - cinematografico “La forma dell’acqua. Camilleri tra letteratura e fiction”. Nel 2014 pubblica con la casa editrice LazyBOOK i racconti“Vita da sfollati” e a seguire “Sicilia” e “La guerra di Piera” e a dicembre 2016 il romanzo autobiografico “Diario per mio figlio”. A giugno 2016 con la casa editrice PortoSeguo il romanzo “Sono qui per l'amore”. Nel 2017 pubblica il racconto lungo new adult “Un amore tra gli scogli” e la favola “Simone e la rana. Viaggio nel castello stregato”.

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Silvestra Sorbera

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