Anticipatari a scuola: i pro e i contro della primina
Iniziare prima la scuola primaria può essere n alcuni casi la scelta giusta, in altri controproducente. Scopri i pro e i contro dei bambini anticipatari!
L’anticipo di iscrizione alla scuola primaria in Italia è consentito ai bambini che compiono sei anni entro il 30 aprile dell’anno scolastico di riferimento. Essere anticipatari a scuola è davvero un’opportunità di crescita per i nostri figli? O si sottrae invece loro un periodo di gioco spensierato? Meglio scegliere la primina? O invece decidere di non accelerare i tempi, obbligando i bambini a stare seduti ore in un banco? Scegliere non è facile, poichè entrano in gioco moltissimi fattori. Si tratta di una tematica che va analizzata da diversi punti di vista: pedagogico, psicologico, sociale e familiare. Per una scelta consapevole occorre affidarsi anzitutto alle indicazioni fornite dal pediatra e dai docenti della scuola dell’infanzia frequentata dal bambino.
La scelta va naturalmente calibrata su ogni singolo bambino, poichè un inizio scolastico forzatamente anticipato può rappresentare un vero e proprio trauma per il piccolo. Un cattivo inizio può pertanto minare l’autostima del bimbo, segnandolo da un punto di vista emotivo. D’altro canto, invece, l’anticipo può rivelarsi un alleato potente per alimentare nel bambino la voglia di imparare e di aprirsi alle sfide.
Anticipatari: valutare con obiettività
Non tutti i bambini nati nel periodo utile per l’anticipo sono pronti: l’ingresso a scuola a 5 anni deve essere riservato infatti solo a quelli che dimostrano uno sviluppo superiore alla media da ogni punto di vista. Non dimentichiamo che si tratta di una scelta che va compiuta esclusivamente per il bene del bambino e non per vanagloria dei genitori. Mamma e papà troppo spesso hanno infatti fretta di vedere crescere il proprio figlio, in un’ottica quasi di competizione.
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I genitori indecisi dovrebbero anzitutto confrontarsi apertamente con le maestre della scuola materna, al fine di conoscere le sfumature caratteriali del proprio figlio. Ogni bambino è un essere umano peculiare, che presenta tappe di sviluppo fisico e psicologico differenti. Il fatto che nostro figlio sappia contare o riconoscere le lettere non è una condizione sufficiente perché sia pronto per l’ingresso a scuola. È infatti essenziale che sia emotivamente preparato al grande salto della primina.
Non da ultimo, occorrerà valutare con grande attenzione anche le caratteristiche della struttura scolastica ed il metodo didattico scelto dai docenti della scuola che si intende far frequentare al proprio figlio. È infatti importante che la scuola che eventualmente li accoglierà saprà far fronte alle esigenze peculiari dei bambini anticipatari.
Come scegliere consapevolmente
È compito del pediatra, in quanto medico di crescita e di educazione, consigliare o meno la primina, tenendo conto delle capacità psicomotorie del bambino. Sono 4 i parametri che vanno valutati e che rivelano le capacità psicologiche e motorie del piccolo. Anzitutto, la mancanza di balbuzie: il lessico deve essere normale. Il bambino deve possedere l’abilità di riconoscere almeno i colori, almeno due su tre. La capacità motoria viene valutata prendendo al volo una palla, almeno due volte su tre. Infine, deve saper disegnare la figura umana con almeno tre parti definite: testa, tronco, gambe. Se un bambino rispetta questi requisiti possiede le capacità di andare a scuola anche prima dei sei anni.
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Nella scelta di anticipare l’iscrizione di un bambino alla scuola primaria, però, non bisogna valutare unicamente le capacità cognitive. Non è sufficiente, in altre parole, che il bambino sappia leggere e scrivere. Un bimbo di 5 anni e mezzo può infatti essere intelligentissimo, ma totalmente incapace di concentrarsi. È fondamentale infatti tener conto della sfera psicomotoria, emotiva e relazionale. Secondo recenti risultati della prove Invalsi non esistono sostanziali differenze a lungo termine tra gli anticipatari e i regolari per quanto riguarda i risultati scolastici. Ciò che invece cambia è l’impatto dell’anticipo scolastico dal punto di vista comportamentale. Un bambino anticipatario può ad esempio soffrire la differenza di età con i compagni di classe o può non essere emotivamente pronto al peso delle prestazioni richieste dalla scuola dell’obbligo.
La maturità emotiva e relazionale del bambino va attentamente valutata. Occorre infatti che il bambino sappia relazionarsi in modo cooperativo con i coetanei e che sappia accettare in modo sereno le richieste ed i giudizi degli insegnanti. Deve inoltre essere in grado di portare a termine un compito assegnato e saper gestire le piccole frustrazioni derivanti dalle difficoltà.
I motivi per non anticipare
Secondo alcuni psicologi dell’età evolutiva è meglio attendere, per prolungare il tempo dedicato al gioco libero e all’esplorazione corporea. La scuola può diventare una fonte di stress, più che un’opportunità di crescita e di sviluppo. Il gioco è infatti una forma di apprendimento: attraverso il gioco, infatti, i bambini danno libero sfogo all’immaginazione o riproducono situazioni di vita reali. In questo modo sperimentano emozioni e relazioni e sviluppano sicurezza in se stessi.
Il gioco è il bisogno primario e fondamentale del bambino: è lo spazio nel quale vengono costruiti significati condivisi e si instaura tra i bambini la cultura del pari. La scuola primaria non tiene sufficientemente conto del ruolo del gioco e potrebbe richiedere ai bambini più piccoli uno sforzo di adattamento troppo grande.
Secondo alcuni studi anticipare la scuola non mostra vantaggi nè dal punto di vista dello sviluppo verbale, nè per quello logico-simbolico o matematico. I risultati Invalsi mostrano che gli anticipatari hanno un punteggio in italiano e matematica lievemente inferiori rispetto ai loro compagni in età standard. Un gap che però sostanzialmente si annulla col proseguire della carriera scolastica.
Le ragioni a favore
Secondo alcuni pediatri i bambini ricevono oggi molti più stimoli di un tempo, pertanto l’ingresso anticipato a scuola è un’opportunità di crescita importante per un bambino. L’inizio della prima elementare a 6 anni non ha infatti valenza psicopedagogica, ma si riferisce unicamente ad una legge risalente al periodo dell’Unità d’Italia. I bambini di oggi sono decisamente più inclini all’apprendimento rispetto al secolo scorso, grazie agli stimoli che ricevono ogni giorno. Fondamentale però è che la scuola che accoglie i bambini anticipatari sia dotata degli strumenti didattici adeguati. Ci sono infatti insegnanti che accompagnano il bambino in modo più graduale nella lettura e nella scrittura.
La scelta è davvero difficile, ma occorre tener presente come prioritario il benessere dei nostri bambini.