Cefalea cronica: cos’è e come funziona l’assegno di invalidità

Sta per essere approvata la legge che riconosce questa patologia come malattia sociale, con l’accesso a cure innovative. Ecco cosa c’è da sapere.

11/03/2020

La cefalea è una delle patologie più diffuse al mondo. Solo in Italia ne soffrono quasi sette milioni di persone (dato fornito dall’Organizzazione mondiale della sanità), per la maggior parte donne in età riproduttiva. Le cause non sono sempre identificabili. Quando diventa cronica, poi, è la qualità della vita nel suo complesso a risentirne, con effetti invalidanti anche sull’attività lavorativa.

Cos’è la cefalea

La cefalea, comunemente chiamato mal di testa, è una delle patologie dolorose più diffuse sia in età infantile che in età adulta. Si distingue in primaria e secondaria. La primaria è una malattia autonoma e nelle forme più gravi può portare ad ansia e depressione. La secondaria è legata a un’altra malattia sottostante che ha tra i suoi effetti, per l’appunto, forti mal di testa.

L’emicrania, invece, è una forma di cefalea che si manifesta per un tempo compreso tra le 4 e le 72 ore, presentando almeno due tra questi sintomi:
• Si localizza solo da una parte della testa;
• Ha carattere pulsante;
• Ha un’intensità da media a molto intensa;
Peggiora durante lo svolgimento di attività di routine come camminare o salire le scale.
È possibile, inoltre, che si manifestino anche nausea, vomito, vertigini, fastidio alla luce e al rumore.

La legge sulla cefalea come malattia sociale

Novità importanti arriveranno con l’approvazione del Disegno di legge n.1250, prevista, secondo uno dei proponenti, la deputata Arianna Lazzarini, entro Pasqua 2020.

https://www.facebook.com/1550758035138809/posts/2555945661286703/?d=n

All’articolo 1 il Ddl recita: “La cefalea primaria cronica, accertata da almeno un anno nel paziente mediante diagnosi effettuata da uno specialista del settore presso un centro accreditato per la diagnosi e la cura delle cefalee che ne attesti l’effetto invalidante, è riconosciuta come malattia sociale”.

Quali forme di emicrania e cefalea saranno riconosciute come invalidanti? Lo spiega sempre l’articolo 1 del Ddl 1250:
a) Emicrania cronica e ad alta frequenza;
b) Cefalea cronica quotidiana con o senza uso eccessivo di farmaci analgesici;
c) Cefalea a grappolo cronica;
d) Emicrania parossistica cronica;
e) Cefalea nevralgiforme unilaterale di breve durata con arrossamento oculare e lacrimazione;
f) Emicrania continua.

Entro centottanta giorni dalla data di entrata in vigore della legge, poi, arriverà un decreto del Ministro della Salute. Conterrà l’individuazione, senza nuovi o maggiori oneri per la finanza pubblica, di progetti finalizzati a sperimentare metodi innovativi di presa in carico delle persone affette da questa malattia nelle forme sopra elencate. I criteri e le modalità di attuazione di questi interventi saranno a carico delle singole Regioni.

Assegno di invalidità e cefalea cronica

Con la nuova legge, quindi, chi soffre di questa patologia potrà accedere a cure innovative e sempre più mirate a carico del Servizio sanitario nazionale (Ssn). Cosa cambierà per quanto riguarda la possibilità di ottenere un assegno di invalidità, soprattutto per chi è affetto da cefalea cronica refrattaria alle cure mediche?

Il punto di svolta, ancora una volta, arriverà con l’approvazione definitiva del Ddl 1250 e dei suoi provvedimenti di attuazione. L’iter per il riconoscimento dell’invalidità – e per l’ottenimento dell’assegno mensile – dovrebbe diventare più semplice.

Attualmente alcune regioniLombardia, Veneto, Emilia Romagna e Valle d’Aosta – riconoscono una valutazione percentuale delle cefalee nell’ambito dell’invalidità civile. Tuttavia, il range oscilla, in base all’intensità del disturbo, tra il 15% e il 46%. Quindi non si ha diritto ad un sostegno economico mensile.

Chi può ricevere l’assegno

In attesa dell’inserimento della cefalea cronica tra le malattie invalidanti nella tabella Inps, possono comunque presentare domanda per l’accertamento di inabilità:
• I cittadini di età compresa tra i 18 e i 65 anni affetti da questa e altre patologie congenite o acquisite;
• I minori di 18 anni con difficoltà persistenti a svolgere compiti e funzioni propri dell’età;
• I cittadini con più di 65 anni non autosufficienti.

La malattia causa una riduzione della propria capacità lavorativa, espressa in percentuale. In base al riconoscimento di una determinata percentuale di invalidità, si possono ottenere i seguenti benefici:
• Il 33,33% (un terzo) è la soglia minima per essere considerato invalido;
• Il 46% consente di ottenere l’iscrizione nelle liste speciali del collocamento obbligatorio;
• Dal 33% al 73% si ha diritto ad assistenza sanitaria e agevolazioni fiscali;
• Dal 66% si ottiene l’esenzione dal ticket sanitario;
• Il 74% è la soglia minima per poter ricevere l’assegno mensile di assistenza, che diventa pensione di inabilità nel caso di invalidità al 100%.

Come funziona l’assegno

Agli invalidi di età compresa tra i 18 e 67 anni ed un grado di inabilità riconosciuto tra il 74% e il 99%, spetta un assegno per tredici mensilità. Per poter usufruire di questa forma di sostegno – per il 2020 pari a € 286,81 al mese – l’invalido deve soddisfare alcuni requisiti.

Nel dettaglio: deve essere disoccupato, residente in Italia e avere un reddito annuo personale che non superi la soglia di € 4.926,35 (per il 2020). Il reddito del coniuge non conta. In presenza di queste condizioni, anche i cittadini stranieri, compresi gli extracomunitari (se titolari di permesso di soggiorno), possono ottenerlo.

Gli aventi diritto devono inviare l’apposito modello on-line tramite il Caf, in cui dichiarano, sotto la propria responsabilità, di non svolgere alcuna attività lavorativa. La dichiarazione va inviata all’Inps entro il 28 febbraio 2020 (salvo proroghe) ed è essenziale per conservare il diritto all’assegno.

Come chiedere il riconoscimento dell’invalidità

Chi soffre di cefalea cronica deve farsi rilasciare un apposito certificato – dal proprio medico curante o da uno specialista convenzionato col Servizio sanitario nazionale – che attesti patologia e cure mediche sostenute.

La cefalea, infatti, può essere presa in considerazione anche come sintomo o conseguenza di un’altra malattia, forse più grave, già inserita nella tabella Inps. Pertanto, può essere valutata dalla commissione medica ai fini del riconoscimento dell’invalidità.

Il medico provvederà a trasmettere, per via telematica, il certificato all’Inps competente per territorio, con la richiesta di valutazione della ridotta capacità lavorativa.

Una volta presentata la richiesta, occorrerà attendere la convocazione per la visita di accertamento da parte della commissione medica dell’ente di previdenza. Sarà quest’ultima a valutare la sussistenza dei presupposti per il riconoscimento dell’invalidità civile.

Legge 104 e cefalea cronica

Mentre l’invalidità si riferisce alla riduzione della capacità lavorativa, il riconoscimento dell’handicap dà invece diritto ai benefici garantiti dalla Legge 104/92. Secondo questa norma, chi è affetto da forme di cefalea o emicrania tali da provocare gravi difficoltà nell’apprendimento, nella vita sociale e in quella lavorativa, può essere considerato portatore di handicap.

Di conseguenza, dopo gli accertamenti sanitari del caso, è possibile presentare domanda, all’Inps e al proprio datore di lavoro, per accedere alle agevolazioni che spettano ai portatori di handicap. Tra queste, ricordiamo la precedenza nell’avvicinamento alla sede di lavoro, permessi retribuiti e incentivi fiscali.