Non è un vero cereale, ma fornisce molta energia. Di chi si tratta? Dell’amaranto, una pianta originaria dell’America Centrale, molto apprezzato dagli Aztechi e dagli Incas, che lo consideravano una pianta sacra. È uno pseudocereale, così come la quinoa sia rossa che bianca, poiché non appartiene al genere delle graminacee, ma a quella delle amarantacee. Per decenni è stato dimenticato, ma se ne è riscoperto l’utilizzo negli Usa negli anni ’60, con una maggiore diffusione negli ultimi vent’anni. È naturalmente senza glutine, quindi ben si adatta alla tavola dei celiaci. Cerchiamo di scoprirne le proprietà, i valori nutrizionali, i metodi di cottura, le caratteristiche dell’alimento e dei suoi chicchi e perché è adatto alla alimentazione senza glutine.
Partiamo dalle proprietà. È un alimento altamente digeribile, difatti viene consigliato per l’alimentazione delle persone che soffrono di intolleranze e problemi intestinali di varia natura, per quella delle donne in gravidanza, dei bambini in fase di svezzamento e degli anziani inappetenti. Secondo alcuni studi potrebbe contribuire a ridurre il colesterolo e avere benefici sul sistema cardiovascolare.
Per quanto riguarda la composizione nutrizionale, è ricco di proteine di buon valore biologico, includenti la lisina, un aminoacido essenziale. Su 100 g di prodotto, ben 14 g sono costituiti da proteine, 65 g da carboidrati (di cui 57 g da amido), 7 g da grasso e 6 g da fibra, con un apporto calorico di circa 371 kcal. È una buona fonte di minerali, come ferro, calcio, fosforo e magnesio.
Veniamo ora alla cottura. Per prepararlo correttamente, innanzitutto bisogna sciacquarlo sotto l’acqua corrente e successivamente farlo bollire in una quantità di acqua pari a tre volte il peso a crudo dell’amaranto. Saranno necessari circa 30-40 minuti in una pentola tradizionale e 20 minuti in quella a pressione. Non è necessario mescolare e a fine cottura far riposare per almeno 10 minuti, per dare il tempo ai chicchi di gonfiarsi. È gustoso sia abbinato alle verdure e ai legumi, sia in insalate o zuppe insieme agli altri cereali.
L’amaranto viene consumato sia come chicco, che può essere fatto tostare per ottenere una sorta di muesli o di popcorn, sia come farina per la preparazione di prodotti da forno o creme amidacee, sia come foglie, ricche di ferro, calcio e fosforo, ma difficili da reperire.
Infine, è considerato un alimento gluten-free. Per questo è ampiamente impiegato per la preparazione di crocchette, barrette, cracker e sformati dolci e salati per i celiaci.
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