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Amicizia, com’è cambiata con il coronavirus

Il coronavirus ha cambiato le nostre abitudini. Famiglia, amici, lavoro, tutto è cambiato nel giro di poco tempo. Anche andare a fare la spesa non è semplice e nemmeno riuscire a frequentare gli amici.

Da poco, il recente decreto, ha stabilito che è possibile vedere amici e parenti anche se ancora oggi non mancano i limiti alla libertà personale per il nostro bene, per evitare che il contagio aumenti nuovamente. Ecco però che nel corso della ormai temutissima “quarantena” la nostra vita è cambiata. Non solo ci siamo dovuti abituare a nuovi ritmi di vita, a nuove abitudini, ma anche il rapporto con gli altri è cambiato. In queste lunghe settimana ci siamo abituati a lavorare da casa, chi nella solitudine del proprio studio, chi con i figli piccoli attaccati al collo, il fatto di non andare in ufficio ci ha regalato del tempo in più. Ha evitato continue litigate con il capo o con il collega, ma ci ha tolto anche molta socialità.

L’appuntamento alla macchinetta del caffè è rinviato a tempi migliori così come l’aperitivo del venerdì al solito bar che, anche se ha aperto da poco, consente l’ingresso contingentato.

Ecco quindi che il virus di quest’anno, scambiato in un primo momento per una banale influenza, ci ha tolto anche le chiacchiere con le amiche e quindi, inevitabilmente, il nostro rapporto con molte di esse è cambiato.

L’amicizia ai tempi del Covid

In tempi di quarantena anche le amicizie hanno subito uno stop, in alcuni casi, in altri invece si sono rafforzate. I rapporti con gli amici, così come con i parenti, è cambiato. Abbiamo dovuto dire addio a cene e pranzi domenicali, alla passeggiata con annesso gelato, al cinema in compagnia e le nostre relazioni si sono limitate alle videochiamate, ai messaggi in chat. Tutto in questi mesi, si è dovuto piegare alla paura del contagio e i rapporti ne hanno risentito.

Consolidare

Consolidare è stata per molti la parola d’ordine di questo periodo, il tempo che il virus ci ha regalato ci ha permesso di conoscere meglio anche noi stesse, di farci una sorta di esame di coscienza e permetterci di capire cosa vogliamo. Non è affatto detto che ne usciremo migliori, ma sicuramente, con le idee più chiare. Le persone che abbiamo avuto accanto (in maniera virtuale), in questi mesi, sono e saranno quello che continueranno ad esserci. Al contrario, se con alcune persone che eravamo solite incontrare abbiamo scambiato due parole in due mesi, è molto probabile che finito tutto non le rivedremo più.

Le tecnologie e l’amicizia

In tutto questo la tecnologia ci ha salvati. Chiamate, videochiamate, scambi di foto, hanno sopperito alla mancanza fisica che si è venuta a creare in queste settimane. L’amicizia e gli amici che fanno da sempre parte della nostra vita non hanno avuto una battuta d’arresto ma, grazie ai mezzi di comunicazione tecnologici, siamo riusciti a tenere in piedi le relazioni più significative.

La mancanza

Sarà sicuramente capitato anche a voi di perdere pezzi per strada. È ovvio che in tutta questa mancanza di normalità abbiamo perso, metaforicamente, qualche persona che prima faceva parte della nostra vita. Con la quarantena abbiamo capito le persone che avevamo di fronte. Si sono rivelate per quello che sono, non avendo mai voglia di sentirvi. A parte il fatto che è abbastanza improbabile che una persona non abbia mai tempo per nessuno e che vi cerchi solo quando è lei ad avere voglia. La variante “tempo” gioca a suo sfavore. In quarantena abbiamo avuto tutti molto, moltissimo tempo, per are praticamente tutto, anche sistemare la cantina. È il momento quindi di allontanare tali persone dalle vostre vite e dedicarvi ad altro. E se vi dicono che non vi hanno chiamato per non disturbare? Chiudete ugualmente, considerate che avrebbero potuto inviare un messaggio.

Le promesse

In queste settimane sicuramente ci siamo promessi di tutto, dall’andare a vedere un film alla preparazione condivisa dell’ultimo dolce che abbiamo imparato a fare. In questi mesi abbiamo condiviso i nostri sentimenti, magari abbiamo detto un “ti voglio bene” ad una persona che considerava scontata. Abbiamo sentito il bisogno di aprirci di più raccontando i nostri problemi. Le amiche in queste settimane ci hanno aiutato e a volte tirato fuori da momenti di tristezza e sconforto senza dimenticare che spesso il bicchiere non va visto mezzo pieno, ma è ormai vuoto da un bel po’.

Il nostro cambiamento

A ben pensarci non solo le amicizie ad essere cambiate con il Covid, siamo noi che abbiamo cambiato atteggiamento nei confronti della vita di tutti i giorni e nei confronti di noi stesse. Forse la quarantena ci ha fatto capire quello che vogliamo e quello che siamo disposti a dare.   

L’amicizia nei bambini

Probabilmente quelli a soffrire di più sono i piccoli. Niente scuola, niente attività extrascolastiche, niente impegni e quindi niente amici, niente socialità. Ai piccoli, che fino ad ora sono stati relegati in un cantuccio, non si è pensato molto affidandosi alla loro adattabilità. Anche le loro amicizia sono cambiate in questi mesi. Se fino a prima della chiusura ci si vedeva al parco o in piscina per stare insieme, adesso l’appuntamento si è spostato sul telefono di mamma e papà per vedersi e parlare dell’ultimo film guardato. In alcuni casi, l’appuntamento è online con qualche videogioco di gruppo. Anche per loro non è stato facile e non lo sarà ancora per un po’. Ancora oggi andare ai giardini è un continuo “no”. Niente area giochi, lontani dagli amichetti, la mascherina sulla bocca, giocare a distanza di sicurezza. Forse per loro sarà più difficile perché rivedere quello che era il loro amico del cuore sarà una conquista, ma sarà anche un dispiacere quando capiranno che non potranno giocare come una volta.

Silvestra Sorbera

Silvestra Sorbera, classe 1983, piemontese di origini siciliane, è una giornalista e autrice di racconti e romanzi. Collabora con i giornali online Gocce di spettacolo, Yomamma, Italiapost e Unadonna. Ha pubblicato nel 2009 “La prima indagine del Commissario Livia” e a maggio del 2016 la seconda indagine dal titolo “I fiori rubati” con la casa editrice LazyBOOK e la terza indagine dal titolo "Castelli di sabbia". Nel 2013 ha realizzato la favola per bambini “Simone e la rana”, e il saggio letterario - cinematografico “La forma dell’acqua. Camilleri tra letteratura e fiction”. Nel 2014 pubblica con la casa editrice LazyBOOK i racconti“Vita da sfollati” e a seguire “Sicilia” e “La guerra di Piera” e a dicembre 2016 il romanzo autobiografico “Diario per mio figlio”. A giugno 2016 con la casa editrice PortoSeguo il romanzo “Sono qui per l'amore”. Nel 2017 pubblica il racconto lungo new adult “Un amore tra gli scogli” e la favola “Simone e la rana. Viaggio nel castello stregato”.

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