Christopher W. Adach: decisamente etnochic!
Le vacanze sono sempre troppo lontane eppure sappiamo già che quando torneremo i posti che avremo visitato ci mancheranno. E ce ne mancheranno altri, anche senza averli mai visitati. Ma siamo brave cittadine del mondo e se sentiamo di provenire da ogni parte di esso perché non portacelo un po’ dentro casa?
Non semplicemente etnico. Ma etnochic. Ossia, saper coniugare particolari etnici con la modernità. Insomma, declinare il nostro lato esotico con la vita cittadina. E sì, anche complementi d’arredo orientali, asiatici, africani coi nostri appartamenti occidentalissimi.
Insomma, se come noi avete voglia di aprire le vostre porte di casa ai sapori del mondo, date un’occhiata qui.
Due sembrano le vie attualmente più battute dell’etnochic: un rilassante feng-shui o un caldo mix tra atmosfere arabeggianti e mediterranee, rivisitate in salsa gipsy/bohemiénne.
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Il Giappone si fa largo non sono al ristorante. Geometrie composte, delicate fantasie floreali, simmetrie studiate e accorte, giochi di opposizione e complementarità tra bianco e nero, con al massimo uno o due altri colori per staccare dal b/w e per dare soluzione di continuità.
Un’atmosfera davvero zen ed elegante. Minimal è la parola d’ordine: poche cose ma sapientemente accostate tra loro.
Tavoli di legno massiccio, tappeti e cuscini sono la chiave per sentirsi un po’ della sabbia orientale sotto i piedi. Interni e complementi coloratissimi, accostamenti di fantasie diverse, da giocare magari su un unico colore dominante che si ripresenta o viceversa su decisi stacchi di tono. Tessuti decorati e oggetti arabescati, ed è subito sogno.
[dup_immagine align=”alignright” id=”20425″]Ma le suggestioni si moltiplicano, così come gli oggetti, quasi fossero ricordi di spostamenti, di un viaggio che parte nell’antica Persia e tocca Turchia, Marocco, Libia, Libano ma si arricchisce anche – almeno per i designer d’oltreoceano – dell’immaginario mediterraneo: Spagna, Grecia e Italia. Come mercanti che raccontano il loro viaggio lungo la via della seta.
Echi dell’Africa più profonda si intersecano e toccano le sponde settentrionali del continente; in Europa il design nordico si commista con la luce del sud. I sapori si mischiano tra loro e regalano quel tocco personale e unico che ci fa sognare. Tanto da poter ribaltare la situazione e osare con lo stile giapponese un bicolor rosso/arancio e sottoporre i damascati orientaleggianti al rigore tutto bianco e nero. Nessun timore e nessuna regola. Basta essere un po’ etnici e abbastanza chic, e il gioco è fatto: possiamo reinterpretare ogni nostro interno e fargli raccontare nuove storie. Che certamente incanteranno.
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