Da tabù a sfoggio orgoglioso: per milioni di persone in tutto il mondo, avere un tatuaggio è oggi un modo di “indossare” un’opera d’arte unica. E la tattoo-mania dilaga in tutti i continenti.
Un’opera d’arte sulla pelle
E anche in Italia sono sempre più le persone che vantano sulla propria pelle almeno un tatuaggio. Piccoli tratti in bianco e nero, simboli, nomi e date: a imprimersi addosso un ricordo, un evento o un legame – o ad apprezzare l’estetica di un tatuaggio ben fatto – non sono solo i più giovani. Perché sempre più quella del tattoo sta diventando per molti un’arte in grado di rappresentare la propria identità, tra estetica e spirito ribelle.
Fanatici dei tatuaggi
Per chi li realizza, i tattoo sono pane quotidiano, arte e abilità tecnica. Per chi li indossa, e qui sta gran parte del loro fascino, raccontano storie o celano segreti.
A volte tanto interessanti che persino la BBC ha deciso di dedicare loro un documentario, Fanatici dei tatuaggi. Sorprendente, scioccante ma divertente, anche per quanti ancora non hanno ben digerito l’ormai dilagante tattoo-mania.
I disegni più assurdi e anomali, i ricordi di chi con i tattoo ha cominciato come per un gioco tra ubriachi e si è poi ritrovato in una vera ossessione: gambe, schiena, petto, mani, e chi più ne ha più ne metta, e accanto ai tatuaggi più vezzosi e minimal che vediamo ormai su tantissimi corpi, anche quelli di dimensioni importanti che “in un mondo ancora di colletti blu” sono “una dichiarazione di campo, oltre che un investimento di denaro”.
E per molti il primo tattoo rimane sempre quello fatto da ragazzini di nascosto dai genitori e da occultare con ogni mezzo il più a lungo possibile. E del resto anche quella era un’emozione.