Mahimahi Burger: un hamburger di pesce in stile polinesiano.
L’esotismo è soprattutto una questione di prospettiva. Quando Gauguin scopriva i paradisi di Tahiti, esotici erano il profumo di Tiaré e la pelle color ambra scura di una donna: figuriamoci una “tartare” di pescecane marinata in latte di cocco e lime!
Nell’ultimo secolo sono successi fatti curiosi: i francesi hanno portato il Camembert a Bora Bora (formaggio veramente esotico per quei climi!) e come spuntino si possono mangiare patatine fritte e Mahimahi-Burger, l’equivalente di un McChicken, ma farcito con polpetta di squalo.
Da noi, il latte di cocco è arrivato in lattina, citronella e zenzero non sono più un mistero, e i migliori pizzaioli di Milano sono egiziani. In Tunisia, il calzone lo farciscono con prosciutto di tacchino e falafel (e non è niente male) e alle Hawai la pizza al cotto e ananas non è una stravaganza. Il piatto più esotico che uno statunitense possa mangiare sono degli spaghetti allo scoglio, serviti al dente, caldi e come prima portata.
Proporrei, quindi, di ridisegnare l’affascinante concetto d’esotico, alla luce della possibilità che abbiamo di andare ad assaggiare cibo in giro per il mondo, all’angolo di casa nostra o più comodamente nella nostra cucina.
Timorose di non essere all’altezza della ricetta originale affrontando ingredienti esotici? Warhol avrebbe avuto qualcosa da dirvi a proposito del concetto d’originale.
Tanto per cominciare, il nome scientifico del Mahimahi è Coryphaena hippurus o Dolphin-fish, in italiano lampuga; sembra, però, che la specie pescata nel Mediterraneo sia leggermente diversa da quella dei Mari del Sud. In mancanza di filetti di lampuga, potete provare a realizzare la ricetta con il palombo, pesce spada o salmone.
Per la salsa:
Preparate la salsa diluendo la maionese con il succo di lime e aggiungete gli altri ingredienti.
Affettate sottile il cetriolo, salatelo leggermente e lasciatelo sgocciolare.
Passate i filetti di mahimahi nel coriandolo, pressando bene perché si attacchino.
Scaldate 3 cucchiai d’olio in una padella e fate colorire rapidamente il pesce (un minuto per parte), cospargetelo di sale, pepe e zucchero, quindi terminate la cottura in forno a 180°C per 5 minuti.
Condite con un goccio di salsa di soia appena sfornato.
Preparate i panini divisi a metà e farciteli con fettine di cetriolo, i filetti di mahimahi e la salsa.
Servitelo con patatine fritte rigorosamente tagliate a mano e fritte in olio d’oliva.
[Il racconto e la ricetta sono tratti da In cucina con i tacchi a spillo, Guido Tommasi Editore]
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