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Stella cometa di Natale: cosa significa

La troviamo sopra l’albero di Natale, sui balconi, nelle strade, nei mercatini e nei presepi. È in led e lampeggia, a volte è di legno, altre di plastica, può essere gialla, bianca, color oro o argento. Di stelle comete ce n’è davvero per tutti i gusti, gli usi e le occasioni. Ma vi siete mai chiesti cosa significhi davvero questo simbolo? Partiamo dall’inizio, cioè quando tutto ha avuto inizio: era una notte di duemila anni fa…

Un mito da sfatare

Nel Vangelo scritto dall’evangelista Matteo (2, 1-12), si legge questo:

1. Gesù nacque a Betlemme di Giudea, al tempo del re Erode. Alcuni Magi giunsero da oriente a Gerusalemme e domandavano: 2. “Dov’è il re dei Giudei che è nato? Abbiamo visto sorgere la sua stella, e siamo venuti per adorarlo”. […] 9. Udite le parole del re, essi partirono. Ed ecco la stella, che avevano visto nel suo sorgere, li precedeva, finché giunse e si fermò sopra il luogo dove si trovava il bambino. 10. Al vedere la stella, essi provarono una grandissima gioia.

Ed ecco che, ancora prima di addentarci nel discorso, bisogna sfatare subito un grande mito: la stella cometa non esiste. O meglio, l’evangelista ha sempre parlato di una normalissima stella, e non di una “cometa”. Non siate troppo delusi: in fondo quella decorazione che svetta sopra il vostro albero di Natale ha un’altra interessante storia da raccontare. Quindi tenetevi forte e preparatevi per fare un nuovo viaggio nel tempo

Lasciamo per un attimo la Betlemme dell’Anno Zero dove le scritture collocano la nascita di Gesù, e fermiamoci al 1301, anno in cui Giotto dipingeva la Natività nella Cappella degli Scrovegni a Padova. Si dà il caso, infatti, che proprio in quel periodo la cometa di Halley si apprestasse a passare sulla terra (succede ogni 76 anni) e che la maggioranza delle persone fosse molto colpita dall’evento. Fu così che il pittore, sensibile al clima di ammirazione e paura che accompagnava il passaggio della cometa, un giorno decise di mettere una coda alla stella

Insomma, come farebbe oggi un buon marketing manager, Giotto pensò bene di cavalcare il sentiment prevalente all’epoca. La modifica fu approvata ed ebbe grande successo anche perché c’era una connessione con la simbologia evangelica: la coda indica un percorso, una strada da seguire. Infatti i re Magi si spostano (nel testo si legge: “Udite le parole del re, essi partirono”). 

La congiunzione astrale

La stella cometa ha un significato molto importante per i credenti: è il primo segno della “buona notizia”, cioè della nascita del Messia. Conferma le profezie dell’Antico Testamento, ha il valore di un annuncio ed è il simbolo di un cambiamento radicale nella storia dell’uomo.

In ambito astronomico, però, la stella apparsa a Betlemme duemila anni fa viene interpretata in modo diverso. Innanzitutto, una semplice stella è diversa da una “cometa”. La prima è un corpo celeste che si trova a distanze siderali dalla Terra e che brilla di luce propria, la seconda invece è un asteroide e non brilla di luce propria.

A questo punto, però, bisogna fare un passo più in là. Secondo alcuni studiosi, a Betlemme non sarebbe mai apparsa né una stella né una cometa. Semplice trovata letteraria dell’evangelista? Simbologia ripresa dalle antiche Scritture? Gli storici in realtà concordano sul fatto che intorno all’Anno Zero sia effettivamente accaduto un evento astrologico importante. Al momento, l’ipotesi più accreditata è quella di una triplice congiunzione tra Giove, Saturno e Marte.

Le evidenze sono state rintracciate in diversi testi scritti dell’epoca, anche se non in maniera estremamente diffusa e popolare. In poche parole, solo gli esperti di astronomia avrebbero potuto notare un cambiamento nel cielo.  L’ipotesi è supportata anche dal fatto che Matteo nomina “i Magi”, cioè una casta sacerdotale di astrologi zoroastriani, che sarebbero partiti alla volta di Betlemme. Tutti gli altri, invece, avrebbero visto solo una nuova stella particolarmente grande e luminosa, cioè un effetto ottico dovuto al triplice allineamento tra Giove, Saturno e Marte. 

La profezia antica

Questo allineamento astrale non era solo un avvenimento raro,  ma aveva un significato particolare per le persone dell’epoca. Per qualcuno si collegava con una profezia dell’Antico Testamento, dove si legge: “Una stella spunta da Giacobbe e uno scettro sorge da Israele, spezza le tempie di Moab e il cranio dei figli di Set”. Anticamente, infatti, gli ebrei avevano identificato questa stella con il Messia

Per altri, invece, la simbologia andava ricercata nei pianeti. Giove è il simbolo della regalità e della divinità, Saturno il simbolo della giustizia, e la costellazione dei Pesci – dove sarebbe avvenuto l’allineamento astrale – simboleggiava la “casa di Davide”, quindi Israele. Oltretutto, la congiunzione in un primo momento doveva essere visibile ad oriente, dove sorge il Sole. 

L’avvenimento poteva essere interpretato pressapoco così: “Un nuovo Re di giustizia nascerà in Israele”. Il re Erode in questo caso avrebbe sicuramente colto il riferimento biblico, ed anche i Magi potrebbero aver attribuito un valore simbolico all’evento, ad esempio quello di un grande sconvolgimento nell’ordine delle cose. 

Tra storia e tradizione

L’allineamento astrale sarebbe avvenuto nel 7 a.C., in cui secondo le tesi degli studiosi si dovrebbe collocare l’esatta nascita di Gesù. Il cosiddetto “Anno Zero” infatti, fu stabilito dal monaco Dionigi il Piccolo e poi adottato come inizio dell’era cristiana da un altro monaco, Beda il Venerabile, nel 731 d.C. Però, appunto, secondo molti studiosi il calcolo si sarebbe rivelato errato e di conseguenza la data potrebbe essere sbagliata

Ma poco importa: quel calcolo ha fatto la storia e ancora oggi, 700 anni dopo l’aggiunta della coda alla stella di Giotto, si continua a utilizzare la simbologia della stella cometa. D’altronde, provate a mettere un allineamento astrale sopra al presepe o all’albero di Natale. Decisamente complicato e anche meno affascinante.

Insomma, Giotto ci aveva visto bene: la stella cometa ha appeal, è facile da raffigurare e riesce a sintetizzare il significato evangelico profondo in una semplice immagine. Se il celebre pittore fosse nato oggi, sarebbe stato davvero un perfetto marketing manager.

Cinzia Maria Caserio

Giornalista con esperienza in testate nazionali e internazionali, tra cui Radio24 -Il Sole 24Ore, Mediaset e Daily Mail. Specialista in comunicazione con focus su cambiamento climatico, ambiente ed energia presso il think tank internazionale Fondazione Eni Enrico Mattei. Autore di Bookabook.

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Cinzia Maria Caserio

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