Milano Moda Donna last day: donne guerriere e dalla “nuova normalità”

L'ultimo giorno della Settimana della Moda di Milano spazia tra gli estremi della femminilità, proponendo donne guerriere e ribelli e alla ricerca di una "nuova normalità", con omaggi all'arte e al viaggio inteso come libertà

04/03/2015

Milano Moda Donna autunno-inverno 2015-2016 chiude con un omaggio alla femminilità a 360° gradi. Dopo avere esplorato le pieghe del fascino e le anime della seduzione, la Fashion Week meneghina si congeda infatti con una serie di sfilate che spaziano dalle donne guerriere e “tribali” di Dsquared2 a quelle in cerca di una “nuova normalità” di Giorgio Armani. In mezzo, altre emozioni, sentimenti, suggestioni, per una stagione che si annuncia ricca di significati, mutevole e inafferrabile, proprio come le donne che vestirà.

I’m a warrior

Ad aprire l’ultimo giorno di Milano Moda Donna sono stati Dean e Dan Caten di Dsquared 2 e l’hanno fatto con una collezione che ha colpito per la capacità con la quale ha saputo mescolare temi visti e rivisti, rinnovandoli e regalando loro un nuovo significato. I gemelli stilisti, infatti, hanno mandato in passerella una donna guerriera e ribelle, che indossa giacche corte e cappotti, pantaloni e gonne riccamente decorati con simboli militari (di oggi e, soprattutto, del passato), cargo trousers e altri accessori di derivazione “bellica” – per esempio lunghi guanti in pelle ricamati e no – insieme a giubbotti e gilet di pelliccia, abiti e skirt patchwork dagli orli non definiti, scarpe-babbucce e soprattutto body, collant e leggings effetto tattoo, che rimandano a una condizione tribale, in un’affascinante messa in scena delle “due facce della medaglia” di ogni guerra, che spesso vede ricche e aristocratiche società alla conquista di popoli “selvaggi” (o per lo meno tali per loro).


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Scevra di premesse e ispirazioni storiche, ma non per questo meno affascinante, la collezione di Fatima Val, che ha deciso di puntare anche lei su una donna guerriera, ma collocandola in un futuro crepuscolare, distopico e apocalittico alla stregua di quello immaginato nella saga di Mad Max. Un’ambientazione affascinante, resa da una scelta di colori drammatica, con nero assoluto protagonista e rosso e bianco a creare dettagli di stile, e da materiali che alternano alla morbidezza e al calore della lana e della pelliccia la fredda severità della pelle.

“Nuova normalità”

In un’epoca di eccessi e in una società che fa della diversità e dell’apparire a tutti i costi i suoi mantra, Giorgio Armani decide di vestire la donna autunno-inverno 2015-2016 di “una nuova normalità“, scegliendo come capo simbolo di questa rivoluzione culturale e stilistica i pantaloni. Proposti in due versioni, con pinces che ammorbidiscono le forme e asciutti, il Re della moda italiana li utilizza come base di ogni look (o quasi), aggiungendo come dettaglio di stile la gonna portafoglio asimmetrica, lunga e corta, portata sopra a mo’ di grembiule. Classicità e sperimentazione si fondono così in una collezione che gioca con gli anni ’80 nelle “giacche Armani”, rivisita il concetto di femminile e maschile e ribadisce che lo stile è prima di tutto un modo di essere e la moda è funzionale al vissuto e non il contrario.

Sulla stessa lunghezza d’onda, anche Ter et Bantine, che prende spunto da Sarla Thakral, prima donna indiana a ottenere il brevetto da pilota nel 1936 e aviatrice commerciale durante la Seconda Guerra Mondiale, per una serie di capi che vanno oltre le distinzioni di genere, caratterizzati da linee morbide, fluide e avvolgenti e realizzati in pelle, lana e tessuti impalpabili, in cui il “montone” ha il ruolo di must piece.

Art as inspiration

Prendono spunto dall’arte Laura Biagiotti e San Andrès per le loro collezioni autunno-inverno 2015-2016. La stilista romana, infatti, rende omaggio – ancora una volta – alla sua città con una proposta che ha nella colonna e nel capitello il fil rouge, lo stilema, di tutta la linea: imitati dalle linee e dai design e riproposti dalle stampe, celebrano i fasti della Città Eterna con una serie di capi eleganti, per certi versi eccentrici ma non pacchiani, che sublimano il concetto di sartorialità e ricerca materica.


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San Andrès invece si fa influenzare dalla pop art per una collezione allegra e quasi scanzonata, che “rompe” con la severità di Milano Moda Donna e porta in passerella colori saturi e intensi, forme geometriche ma morbide e mai severe, dove spiccano grandi cuori patchwork realizzati in doppio crêpe di lana.

Freedom & journey

In una Milano Moda Donna eclettica e versatile, che ha saputo esplorare le tante facce della femminilità attraverso una ricerca continua di generi, stili e mode, le collezioni di Mila Schön e Alberto Zambelli ispirate dal viaggio e dalla ricerca di libertà rappresentano due dei temi più cari al mondo del fashion, perché pongono l’accento sulle vittorie e le conquiste dell’universo in rosa.

Alessandro De Benedetti, art director di Mila Schön, sceglie infatti di partire dalle divise disegnate dalla maison per Alitalia negli anni ’70 – simbolo compiuto dell’emancipazione femminile – per realizzare una collezione che è allo stesso tempo viaggio metaforico e reale, all’interno della quale spiccano elegantissimi e sofisticati completi con giacca lunga, appoggiata sui fianchi, senza collo, caratterizzata da un affascinante grafismo geometrico, e pantaloni a palazzo bianchi, morbidi e fluidi, e abiti in seta con intarsi cuciti a mano. Per Alberto Zambelli, invece, il viaggio è suggestione, emozione, ricordo, e così le sue modelle indossano capispalla, maglie, abiti e pantaloni ispirati da dettagli “carpiti” on the road, come la tappezzeria dei vagoni dell’Orient Express, il lussuoso treno che sta alla base della creatività e dell’estetica della collezione autunno-inverno 2015-2016 dello stilista italiano.