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Microcefalia: che cos’è

Microcefalia o insufficienza della crescita cerebrale può assumere forme e indici di gravità diversi. Durante la gravidanza, la testa del bambino cresce di pari passo con lo sviluppo del cervello, quando le dimensioni del cervello appaiono più ridotte e lo sviluppo o la crescita del cervello si interrompono, si parla di microcefalia.

La diagnosi di microcefalia avviene generalmente in fase prenatale, possono verificarsi casi di microcefalia riscontrabile dopo la nascita e che quest’anomalia nello sviluppo della testa del bambino non fosse visibile dall’ecografia.

Le cause

[dup_immagine align=”alignleft” id=”256346″]La microcefalia non ha cause ben chiare, potrebbe derivare da anomalie genetiche o infezioni virali quali citomegalovirus (CMV), virus Zika, rosolia, toxoplasmosi, dall’uso di sostanze tossiche durante la gravidanza, oppure derivare da fenomeni accidentali come l’anossia cerebrale durante il parto ossia la privazione parziale o totale di ossigeno e ancora avere origine da infezioni post-natali come la meningite batterica.

Talvolta la microcefalia è una conseguenza di altre malattie genetiche: sono circa 400 le malattie genetiche che hanno tra i loro sintomi la microcefalia.

Nel caso di encefalopatia generalizzata profonda, il bambino presenta disturbi cognitivi e del comportamento, con deficit intellettuale più o meno grave, soffre di disabilità multiple che limitano la deambulazione, il linguaggio e le facoltà intellettive.

Per evitare problemi del genere, è molto importante porre attenzione in gravidanza: è opportuno che la mamma abbia il vaccino contro la rosolia e che eviti il contatto con persone raffreddate, purtroppo non esistono vaccini che possano preservare dallo Citomegalovirus (CMV).

Un altro spauracchio è il virus Zika, contro il quale il Ministero della Salute ha lanciato un messaggio importante: le donne incinte si tengano lontane dai focolai di epidemia.

Nel dettaglio: il virus Zika

[dup_immagine align=”alignleft” id=”256348″]Si hanno validi motivi per pensare che il virus Zika sia un agente patogeno in grado di intaccare lo sviluppo embrionale, passando dall’embrione al feto, fino al cervello del nascituro. Alcuni segni sono stati osservati nei bambini brasiliani: ritardo della crescita, microcefalia grave, calcificazione cerebrale come manifestazione di un processo infiammatorio, formazione anomala della corteccia cerebrale.

Si stanno portando avanti degli studi che darebbero certezza a questo dato e confermerebbero la gravità del virus Zika: virulenza particolarmente significativa, tossicità cerebrale acuta, estensione della finestra temporale di infezione.
Alle donne incinte o che stanno provando ad avere un bambino viene consigliato di non recarsi nei paesi dove il numero di contagi è molto alto, come gli stati Sudamericani. Per le donne in stato di gravidanza in quei paesi il consiglio è di proteggersi il più possibile dalle zanzare, per evitare il contagio.

Barbara Vaglio

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