È arrivato il momento, abbiamo vissuto in simbiosi con il nostro bambino per parecchi mesi, i primi nove lo abbiamo portato dentro di noi, poi in braccio, lo abbiamo allattato, pulito, cambiato, gli abbiamo insegnato le prime parole, abbiamo colto i suoi primi sorrisi e, se siamo state fortunate, anche i suoi primi passettini, ma adesso è ora di lasciarlo andare. È arrivato il momento di mandare il nostro bambino all’asilo nido.
[dup_immagine align=”alignleft” id=”40234″]Quello del distacco è un momento difficile, sia per la mamma che per il bambino. Dobbiamo pensare che i momenti descritti nelle righe qui sopra costituiscono solo una piccola percentuale della nostra vita, ma per lui no, per il nostro bambino costituiscono tutta la vita, non ha mai vissuto nulla di diverso da questo, quindi si può facilmente immaginare come sia delicato questo momento e come vada preparato con cura.
Non facciamoci prendere dal panico, però: i bambini hanno delle risorse insospettabili, hanno la curiosità che li spinge ad esplorare e ad accogliere bene anche le novità e hanno fame di mondo. L’importante è che il passaggio dal mondo-mamma al mondo-altro avvenga gradualmente, sia che il bambino cominci il nido a pochi mesi, sia che lo inizi ad un paio di anni. Ma come possiamo fare per agevolare questo passaggio?
Tutti gli asili nido hanno un programma di inserimento che permette ai piccoli di affrontare in modo graduale l’allontanamento dalla mamma e la conoscenza di maestre e compagni; questo periodo può durare da alcuni giorni fino ad alcune settimane, è quindi bene che i genitori si informino per tempo e si organizzino di conseguenza. Il momento di inizio dell’asilo nido dovrebbe coincidere con un momento di vacanza della madre (o di chi la famiglia ritiene più opportuno), oppure con le ultime settimane di maternità. Per il bene del bambino è bene non chiedere di accelerare i tempi di ingresso all’asilo.
Non sempre sono le mamme ad occuparsi dell’inserimento del bambino, a volte si vedono i padri, i nonni e in qualche caso le baby sitter; non esiste una regola che valga per tutti, ma in generale sarebbe opportuno che con il bambino ci fosse la persona con cui il piccolo passa normalmente il suo tempo. Può essere che dopo i primi giorni si decida concordemente con le educatrici di cambiare accompagnatore per una maggior serenità del piccolo.
[dup_immagine align=”alignright” id=”40233″]L’inserimento può essere diverso per ogni bambino e sono le maestre a deciderne i tempi ed i modi in base a quanto osservano e alla loro esperienza, in generale la presenza della madre sarà maggiore nei primi giorni per ridursi sempre di più. Anche la presenza del bambino a scuola sarà dosata: i primi giorni si fermerà solo qualche ora, più avanti proverà a fermarsi anche a pranzo ed infine arriverà a dormire insieme agli altri bambini. Alla mamma può essere chiesto di giocare con il proprio figlio oppure di farsi un po’ da parte per lasciarlo giocare o esplorare da solo, l’importante è fidarsi delle indicazioni date dalle maestre e non farsi vedere preoccupate se gli saranno proposte attività che a nostro parere non sono adatte o che non è abituato a fare.
L’asilo in cui decidiamo di mandare il nostro bambino è il luogo in cui passerà parecchie ore della sua giornata per undici mesi all’anno quindi il presupposto principale è che i genitori si fidino delle maestre, anche se queste hanno delle abitudini diverse da quelle della famiglia. Richieste particolari nel trattamento del bambino dovrebbero limitarsi a patologie specifiche o allergie/intolleranze, sia per quanto riguarda i pasti che i vari prodotti utilizzati ad esempio per il cambio. Se si desidera per il proprio bambino un regime alimentare particolare o si ha la necessità che vengano utilizzati solo prodotti naturali, ma anche se si ritiene che dovrebbero usare giochi differenti o che le educatrici dovrebbero seguire particolari criteri educativi sarebbe meglio scegliere un asilo che faccia di queste scelte la sua peculiarità. Inoltre durante l’inserimento vanno evitati commenti (o espressioni del viso) negativi riguardo al cibo o ad altri prodotti perché il bambino registrerà il vostro disappunto e se lo ricorderà quando non ci sarete.
Cerchiamo di non piangere, o meglio, facciamolo dopo che abbiamo voltato l’angolo. Che il nostro bambino pianga o sia felice cerchiamo di gestire il momento del saluto con fermezza, ma non smettiamo mai di sorridere.
Forse questo è il momento in cui principalmente dobbiamo fidarci delle indicazioni delle educatrici, perché, se fosse per noi, lo prenderemmo e ce lo porteremmo di nuovo a casa.
Sorridiamo e diciamogli che torneremo a prenderlo dopo la pappa (o dopo la nanna). E quando torniamo a prenderlo cerchiamo di non tardare, di non lasciarlo per ultimo facendogli credere di essere stato abbandonato e facciamoci trovare di nuovo con il sorriso.
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