L’allattamento artificiale: tutto quello che c’è da sapere

Quando non si può allattare al seno, l'allattamento artificiale è una validissima alternativa da prendere in considerazione, senza farsi prendere dal senso di colpa

16/07/2013

Allattamento al seno

L’allattamento al seno, secondo le prescrizioni dell’Organizzazione Mondiale della Sanità, è il modo migliore per  nutrire un lattante fino almeno al sesto mese. Quando però, per le più svariate motivazioni, non si può allattare naturalmente, l’allattamento artificiale è una valida alternativa da prendere in considerazione senza troppi sensi di colpa. Scopriamo insieme perché.

Allattamento artificiale

Primo tra tutti il fatto che chiunque può allattare il vostro bambino con il biberon: questo si traduce nella corresponsabilità di entrambi i genitori nell’allattamento del proprio bambino, senza gravare tutto sulle spalle della madre, che rischia il più delle volte di affrontare questo importante ruolo con stress e angoscia. Una mamma angosciata è una mamma potenzialmente più esposta al rischio di sindrome da depressione post partum oltre che meno affettuosa nei confronti del proprio bambino, che vive nei termini di un “parassita”. Uno studio ha di recente dimostrato che nel momento delle dimissioni dall’ospedale la quasi totalità delle donne si impegna ad allattare il proprio bambino naturalmente, ma solo dopo tre mesi questa promettente percentuale si dimezza di più del doppio.


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Allattare al seno è infatti un atto faticoso che richiede grandi energie, specie considerando la mancanza di sonno che caratterizza i primi mesi di vita di mamma e neonato. Non a caso le donne che allattano artificialmente ritrovano prima la propria forma fisica grazie al fatto che non devono seguire diete  ricostituenti per “alimentare” il proprio latte in quantità e qualità.

Inoltre l’allattamento naturale può provocare una serie di problematiche più o meno serie, conseguenti alla continua sollecitazione dei seni come ad esempio il dolore ai capezzoli durante la suzione, le ragadi o peggio la mastite: per quanto la medicina e la puericultura odierna spingano sul lato poetico ed emotivo dell’allattamento al seno, talvolta “omettono” questi aspetti più “brutalmente concreti”.

Il latte artificiale

Ma il latte artificiale è sicuro?[dup_immagine align=”alignleft” id=”31851″]
La risposta è affermativa perché il bambino assume un alimento creato in laboratorio per essere il più possibile simile al latte materno e addizionato di elementi nutritivi importanti come ferro e vitamine.
Gode inoltre della caratteristica della stabilità, ovvero mantiene sempre le medesime caratteristiche nutrizionali e non subisce mutamenti nel gusto e nella sicurezza (diversamente da quello che  succede con il latte materno quando la madre assume farmaci o alimenti che possono risultare indigesti al neonato).