Come scegliere il nome del bebè

Scegliere il nome giusto per il bambino in arrivo sembra un'impresa ardua, scopriamo come ci si orienta oggi in Italia e quali sono i nomi maschili e femminili più diffusi

17/07/2013

Come lo chiamerete?

È sicuramente una delle prime domande che vengono rivolte ad una coppia che aspetta un bambino, ma dietro alla risposta c’è tutto un mondo fatto di incertezze e indecisioni, pressioni familiari e sociali, discussioni, liste, compromessi e chi più ne ha più ne metta. Il motivo principale di tante tribolazioni è che il nome che verrà scelto per il nascituro lo accompagnerà per tutta la vita, dirà chi è lui, ma soprattutto chi sono i genitori che hanno scelto quel nome per lui.

[dup_immagine align=”alignright” id=”32455″]I tradizionalisti

Di primo acchito si può pensare che il nome del nascituro venga scelto perché piace ai genitori, perché ha un bel suono o perché il significato del nome li rimanda a qualche cosa di piacevole, in realtà le motivazioni che stanno dietro a questa decisione sono le più disparate. In molte zone, ad esempio, vige ancora la regola di dare al piccolo in arrivo il nome di famiglia, di un nonno o di un bisnonno, oppure il nome del Santo patrono, poco importa se alla mamma (o al papà) quel nome proprio non piace; grazie a queste usanze si continuano a tramandare nomi classici che forse si perderebbero nelle pieghe della storia, tra questi Antonio o Antonietta, Giuseppe o Giuseppina, Salvatore, Rosario o Rosaria, Concetta, Gennaro, Zeno, Nicola, Pio o Maria Pia. Negli ultimi tempi questa usanza si sta perdendo e spesso il nome di famiglia viene relegato a secondo nome, giusto per tramandarlo ai posteri senza perdere il gusto di dare al proprio bambino il nome che si preferisce. E poi, diciamocelo, magari si può essere anche fortunati e trovarsi a dover utilizzare un nome che invece è proprio quello che vorremmo!


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Gli originali

C’è chi invece non ne vuole sapere di dare al figlio il nome di qualcun altro, genitori che desiderano che il proprio figlio abbia un nome davvero unico; si opta in questo caso per nomi desueti talmente antichi da essere ormai dimenticati, oppure nomi legati alla geografia. È il caso ad esempio dei figli di John Elkann e Lavinia Borromeo: Oceano, Leone e Vita; ma che ne dite di Asia, Italo o Italia, Europa, America? Se vi piacciono siete fortunati perché sono gli unici nomi geografici tollerati dall’anagrafe italiana. In effetti non bisogna dimenticare che c’è una legge che tutela i nascituri proibendo di dare ai bambini nomi ridicoli, geografici, con lettere non appartenenti al nostro alfabeto o separati da una virgola; l’ufficiale dell’anagrafe, tuttavia, si deve limitare a registrare comunque il nome segnalandone l’illegittimità.

I mass media

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Un fenomeno a cui si assiste negli ultimi tempi è quello di genitori che decidono di attribuire a propri figli lo stesso nome che coppie celebri hanno scelto per la loro prole, nomi che, diciamolo spesso suonano “strano” perché sono poco comuni o stranieri. Cosa ne pensate di chiamare la vostra bambina Chanel (Totti, Blasy) o il maschietto David Lee (Seredova, Buffon)? E che ne dite della gettonatissima prole della famiglia Beckham: Brooklyn Joseph, Romeo James, Cruz David, Harper Seven? Ma l’abitudine di attribuire ai bambini nomi appartenuti a personaggi famosi non è una novità, ai tempi di Beverly Hills ci fu un’esplosione di Brenda e Brendon, Beautifull ci ha regalato un sacco di Brooke e Dallas ci ha lasciato in eredità una quantità spropositata (almeno essendo in Italia) di Sue Ellen. Andando ancora più indietro nel tempo si scopre però che il nome del personaggio famoso è sempre stato sulla cresta dell’onda e se oggi si attinge dalla televisione un tempo si faceva riferimento a politica e letteratura, basti pensare quanti Benito sono nati nel ventennio antecedente il 1940, o ai miti Greci da cui derivano i vari Oreste, Aristide, Ettore, Patroclo. Insomma sapere che il proprio bambino porterà il nome di un personaggio noto pare sia sempre stato di conforto per alcune famiglie, ma se un nome letterario era un tempo sinonimo di elevato grado culturale, non si può dire lo stesso per i nomi che si scelgono oggi avendo i personaggi della cronaca rosa o dei Media come riferimento; recenti ricerche infatti hanno determinato che i genitori che fanno scelte di questo tipo sono caratterizzati da un basso livello culturale che li rende particolarmente soggetti all’influenza della televisione e della stampa non mediata da un giudizio critico personale. Niente che faccia riferimento quindi al grado di ricchezza, posizione sociale o livello di istruzione, ma solo la facilità ad essere preda inconsapevole di quanto ci propinano i Mass Media.

I nomi più usati in Italia[dup_immagine align=”alignright” id=”32454″]

Anche all’anagrafe si seguono le mode, ogni periodo storico ha la sua top ten dei nomi più utilizzati, ma se non volete che il pargolo, una volta a scuola, si trovi con uno stuolo di omonimi in classe non serve ricorrere alle statistiche, recatevi in un qualsiasi parco giochi e provate a chiamare: Sofia, Giulia, Martina, Francesco, Alessandro, Andrea. Vedrete in quanti si gireranno, perché questi sono i nomi effettivamente più utilizzati in Italia. Ma se proprio volete essere confortati dai dati statistici ecco i dieci nomi da bambina più usati in Italia in questi ultimi anni: Sofia, Giulia, Martina, Giorgia, Sara, Emma, Aurora, Chiara, Alice, Alessia. I nomi maschili sono invece Francesco, Alessandro, Andrea, Lorenzo, Matteo, Gabriele, Mattia, Leonardo, Davide e Riccardo. Ma attenzione che Samuele, Pietro ed Edoardo sono in rapida ascesa così come Gaia, Viola e Greta. Un altro dato interessante che si evince spulciando le statistiche dell’ISTAT è che nomi femminili che fino a qualche decina di anni fa occupavano i primi posti oggi non compaiono nemmeno nei primi trenta come Paola, Laura, Stefania, Emanuela, Daniela; per i nomi maschili invece vige una certa staticità che fa sì che i trenta più utilizzati siano sempre più o meno quelli.

Insomma, ognuno scelga il nome che più gli piace, che fu del nonno, che gli suona bene o strano, che era di un amico a cui è particolarmente affezionato o che non appartiene a nessuno che conosce, l’unico consiglio che ci sentiamo di dare è quello di pensare a chi dovrà portarlo. Non costringete vostro figlio a firme lunghissime, a dover sillabare ogni volta che deve far capire come si chiama o ad avere un nome che associato al cognome fa proprio ridere – e non ci riferiamo al classico Lampa Dina o  Remo La Barca, ma anche a nomi stranieri seguiti da italianissimi cognomi che fanno tanto Little Italy denoialtri. E se proprio volete un nome strano o straniero assicuratevi che l’ufficiale dell’anagrafe lo sappia scrivere, i Maicol e le Gennifer  che esistono in Italia sono molti di più di quanto si possa sospettare.