Sonno polifasico: fa male?

Il sonno polifasico consiste nel dormire diverse ore durante la giornata. Scopriamo meglio di cosa si tratta e quali sono le conseguenze.

28/10/2018

Quando si parla di sonno polifasico si fa riferimento a una determinata pratica, che consiste nel dormire varie volte durante tutto l’arco della giornata.

Quindi, stiamo parlando di piccole pause diurne, in totale contrasto con l’idea secondo la quale è necessario dormire almeno 8 ore a notte, ossia il cosiddetto sonno monofasico.

Con il sonno polifasico è possibile “spezzare” le ore di riposo, perché secondo tale pratica non è necessario riposare per un arco di tempo continuo. Detto questo, non rimane che scoprire nel dettaglio cos’è il sonno polifasico, quali sono gli eventuali benefici oppure i possibili rischi.

Cos’è il sonno polifasico

Il termine è stato coniato nei primi anni del XX secolo da parte dello psicologo J.S. Szymanski.

Cosa si intende per sonno polifasico? Questa terminologia sta a indicare il dormire più volte durante l’arco della giornata; ossia, spezzettando il sonno in piccoli riposi diurni.

Secondo i sostenitori del sonno polifasico, questa tecnica porta a dormire meno ma, al tempo stesso, a sentirsi attivo, vigile e anche riposato.

Questo perché permette di riuscire a recuperare dalle 4 alle 6 ore di sonno, rispetto al più comune sonno monofasico.

Benefici del sonno polifasico

Il sonno polifasico ha dei benefici sul nostro organismo. Innanzitutto, fa risparmiare tempo, perché consente di recuperare le ore durante il giorno.


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Questa tecnica riduce le ore di sonno leggero e di sonno pesante, lasciando inalterata soltanto la fase R.E.M.

In più, questa tipologia di riposo spezzato è in grado di migliorare la qualità del sonno, di aumentare la concentrazione durante le attività svolte nella giornata, e riduce anche la sensazione di stanchezza.

I rischi del sonno polifasico

Ovviamente, accanto ai lati positivi il sonno polifasico ha anche aspetti negativi e rischi.

Come prima cosa, bisogna sottolineare che eventuali problematiche non sono state accertate scientificamente; si ritiene però che questa tecnica debba essere seguita solo per 6 mesi per evitare rischi.

Mentre, chi ha approcciato questo metodo per un tempo più lungo ha constatato un progressivo calo dell’attenzione. Inoltre, il dormire poco può facilitare l’insorgere di problemi cardiaci, obesità, diabete e aumentare il rischio di epilessia.

Infine, è importante ricordare che il classico sonno monofasico, di minimo 8 ore, rispetto a quello polifasico, ha enormi benefici sull’organismo. Ad esempio, velocizza e favorisce i processi di guarigione e rafforza le difese immunitarie.

Ultimo, ma non meno importante, è che il sonno polifasico è altamente sconsigliato ai bambini e agli adolescenti, perché può ostacolare e comprometterne la crescita e lo sviluppo.