Che cosa è il dismorfismo corporeo? I soggetti che soffrono di questo disturbo sono angosciati dai loro difetti fino a farla diventare una vera e propria malattia. Guardandosi allo specchio la visione che hanno della loro immagine riflessa risulta per loro essere distorta e imperfetta. Non solo lo specchio risulta essere il loro peggior nemico ma qualsiasi superficie riflessa può dare il via a uno scrupoloso controllo del presunto difetto ed occupare gran parte della giornata.
Le parti del corpo sotto i riflettori sono i difetti della faccia o della testa, come i capelli più o meno folti, l’acne, le efelidi, le rughe, le cicatrici, pallore o rossore, asimmetrie o sproporzioni del viso, oppure eccessiva peluria. Altra ansia è generata dall’aspetto del naso, degli occhi, delle palpebre, delle labbra, dei denti, del mento e si estende ad altre regioni del corpo come le gambe, le braccia, i genitali, le natiche, le spalle, il collo e i piedi.
[dup_immagine align=”alignleft” id=”32156″]Questi individui oltre ad avere una personalità molto fragile e una facile predisposizione all’ansia, sono sempre alla ricerca da parte degli altri di rassicurazioni sulle loro imperfezioni, e il disturbo, se non curato, tende a cronicizzare nel tempo e a avere un decorso anche grave. Coloro che soffrono di dimorfismo corporeo hanno inoltre una scarsa autostima, possono aver subito dei traumi nella loro infanzia, come abusi fisici e sessuali, e essere stati oggetto di scherno da piccoli e quindi derisi da parte dei loro coetanei.
Anche persone che soffrono di anoressia a volte, nel loro quadro sintomatico, hanno questa patologia che riporta al centro dell’attenzione le forme del corpo che ovviamente l’anoressica tende a nascondere.
L’età di esordio del disturbo è tra i 15 e i 20 anni, solitamente inizia in modo graduale, e le donne risultano esserne le più colpite.
Va inoltre detto che i soggetti che soffrono di dimorfismo corporeo non hanno consapevolezza delle loro errate convinzioni. Questa mancanza, ritarda ovviamente la diagnosi e la successiva curar Sono infatti le persone vicine al soggetto sofferente che devono accorgersi per tempo che qualcosa non funziona e convincere lo stesso a rivolgersi a uno specialista.
La componente depressiva è spesso presente e nei casi più gravi ritroviamo la compresenza di altri disturbi come quello ossessivo-compulsivo, quello schizoide e il disturbo narcisistico della personalità.
Il percorso di guarigione è lungo e consiste in primis nel rivolgersi al proprio medico di famiglia per avere un parere sul da farsi. Probabilmente dopo una prima accurata raccolta di informazioni dal paziente e dai suoi familiari lo stesso consiglierà una visita specialistica con un professionista della mente.
A volte a seconda della gravità dei sintomi, potrà rendersi necessario una psicoterapia cognitivo-comportamentale che aiuta, procedendo per gradi, a controllare e gestire i pensieri negativi, a innalzare l’autostima, unita quando servono a farmaci antidepressivi per gestire nel miglior modo possibile il tono dell’umore del paziente, i suoi pensieri ossessivi e i comportamenti ritualizzanti messi in atto.
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