Il numero segnato sulla bilancia non è indice di bellezza e salute.
Quante ragazze sono ossessionate dal peso della bilancia? Chi vedendo quel numero ha pensato: “Bene, da oggi dieta restrittiva. Devo dimagrire”.
Non c’è nulla di più sbagliato come pesarsi in continuazione e, soprattutto, ritenere il numero segnato sulla bilancia come indice di bellezza e salute.
La cosa principale che bisogna imparare informandosi è che il peso è soltanto un numero, la maggior parte delle volte assolutamente ininfluente sul nostro aspetto fisico.
La società moderna ha divulgato un’immagine assolutamente errata di bellezza. Basti pensare che quando si affronta il discorso di canoni estetici, subito si è portati a pensare alla ragazza alta, magra e con un fisico slanciato.
Tutto ciò ha causato una valanga di reazioni negative, soprattutto nelle ragazze più giovani e in età adolescenziale, per le quali determinati canoni estetici vanno assolutamente rispettati.
Questi atteggiamenti possono scatenare comportamenti negativi nei confronti del cibo, che possono a volte sfociare in situazioni molto più gravi come anoressia e bulimia.
Stare bene con se stessi, non ha nulla a che vedere con il peso, perché il benessere fisico e, di conseguenza, mentale dipendono solo da come ci vediamo allo specchio.
Sui social network assistiamo spesso al body shaming, che ha colpito anche diverse celebrities insultate e criticate per avere chili di troppo, o semplicemente per aver mostrato le proprie curve, un esempio lampante è Rihanna.
L’eccessiva magrezza, che sfiora l’anoressia, non è salutare così come non lo è l’obesità; stare in salute è sentirsi bene nel proprio corpo, a prescindere dalla bilancia e dal giudizio altrui.
Un altro trend social sono le chat pro anoressia. Si tratta di gruppi chiusi dove si incita all’anoressia, considerata più importante della salute della singola persona.
All’interno di questi gruppi le ragazze sottolineano l’importanza del dimagrimento, come pensiero fisso sul quale basare la propria esistenza.
Qui, l’anoressia viene definita una vera e propria “amica”, viene umanizzata e considerata come uno status bello e piacevole, invece che una terribile e terrificante malattia.
Le chat fanno leva sul fattore psicologico, sui problemi interiori, le insicurezze e le paure delle singole persone e, spesso, nei peggiori casi possono spingere il soggetto interessato fino alla morte e all’autodistruzione.
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