Paese che vai, clima che trovi. Scegli quello giusto per te
Una volta si parlava di soggiorni climatici. Oggi una branca della medicina studia proprio il rapporto tra clima e salute
Mare, montagna o lago? Per scegliere dove trascorrere le proprie vacanze si seguono le proprie inclinazioni, si rincorrono le offerte più vantaggiose, si cerca di comprendere dove ci sarà bel tempo, ma spesso non ci si pone una – se non la fondamentale – domanda: cosa giova alla mia salute? La vacanza dovrebbe infatti avere come scopo primario quello di farci staccare dalle preoccupazioni quotidiani e di “ricaricare le pile”, sia quelle del fisico che quelle della mente, ma spesso, spinti dall’ansia di “fare qualcosa”, è proprio questo scopo ad essere messo da parte. Girare il mondo, conoscere luoghi e tradizioni nuove quindi va bene, ma ricordiamoci che una volta questo era chiamato “andare a respirare l’aria buona”. Gli over 50 si ricordano benissimo che quelli che ora vengono chiamati “campi vacanze” o “campi natura”, una volta – sebbene con caratteristiche organizzative/educative differenti – si chiamavano colonie e, ancor prima, “soggiorni climatici“.
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Un luogo non vale l’altro, quindi. Ad affermarlo più che i trend modaioli è una branca della medicina, applicata soprattutto in campo riabilitativo: la bioclimatologia. Quando le conoscenze scientifiche e i mezzi curativi erano meno avanzati di quelli odierni, era giocoforza cercare di “sfruttare” al meglio le risorse naturali per ritrovare la salute: basti pensare ai sanatori costruiti, prima dell’avvento della penicillina e degli antibiotici, in zone “ad hoc” per la cura e la convalescenza soprattutto delle malattie polmonari, o alla grande stagione delle terme dove, oltre a curarsi (non solo per dolori articolari e muscolari ma anche respiratori e uro-genitali), si godeva di una intensa vita sociale.
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I sanatori nella storia
Alcune curiosità: il primo sanatorio in Europa per ammalati di tubercolosi è stato costruito nel 1853 in Svizzera, a Davos, località che deve il suo sviluppo turistico e sportivo d’élite proprio a queste sue salutari caratteristiche e alla “pubblicità” che resale da Thomas Mann che qui ambienta il suo La montagna incantata. [dup_immagine align=”alignleft” id=”107676″] A Milano, il sanatorio era a Vialba, nelle palazzine che attualmente ospitano l’ospedale Sacco: chi l’avrebbe mai detto che quello che ora è uno dei nodi autostradali più trafficati d’Italia, solo un secolo fa era un luogo più che salubre! In Valtellina, sopra a Sondalo, tra il 1932 e il 1938, in pieno stile architettonico-razionalistico, è stato costruito il Villaggio Morelli, il più grande sanatorio europeo, vera e propria cittadella sanitaria completamente autosufficiente, che poteva ospitare 300 pazienti in ognuno dei suoi 9 palazzi-padiglioni; attivo fino al 1971, ora è un presidio ospedaliero.
La ricerca oggi
L’avvento, in particolare nella seconda metà del Novecento, di medicinali sempre più efficaci e mirati ha messo in secondo piano il contributo del clima alla ripresa della salute, anche se l’attenzione della comunità scientifica non l’ha mai abbandonato del tutto, anzi negli ultimi anni ne ha riscoperto il valore. All’università di Milano, a esempio, è attivo il Biometeolab – Laboratorio di biometeorologia e bioclimatologia medica, nato nel 2002 nella scia dell’attività del Centro di Ricerche in Bioclimatologia Medica, Medicina Termale, Complementare e Scienze del Benessere, fondato nel 1969 da un pioniere degli studi sui legami tra clima, meteorologia e salute (ora scomparso), il professor Roberto Gualtierotti. Credit per la foto di apertura: Jody Art per le terme di Saturnia: Candido33