Vendita online: il tesoro nascosto nell’armadio

Come vendere online le cose dimenticate in casa. In media le famiglie italiane dimenticano negli armadi 85 oggetti, per un valore "potenziale" di qualche migliaia di euro: lo rivela una ricerca Ebay del 2012

30/04/2013

Scarpe, libri, elettronica, ma non solo

Pensateci bene: in qualche angolo della vostra casa avete stipato oggetti che non utilizzate più da tempo o che non avete intenzione di utilizzare ancora? Vestiti frutto di acquisti “sbagliati” rimasti nei cassetti, libri già letti che non vi interessa tenere, cellulari del “modello precedente” ormai sostituiti nelle vostre tasche da quelli più attuali? Ebbene, consolatevi perché non siete certo gli unici. Le pulizie di primavera, portandovi a svuotare armadi, ripostigli, cassetti e soffitte alla ricerca di spazio, possono portare a galla questo “universo” dimenticato di cose. Cosa farne? Ecco un’interessante idea per “liberarsi” di ciò che non ci serve più guadagnandoci sopra anche qualcosa. Come? Seguendo quanto emerso da una interessantissima inchiesta commissionata dal colosso dell’e-commerce Ebay a TNS e svoltasi in numerosi paesi europei, Italia compresa, nel corso del 2012. I risultati sono sorprendenti. E suggeriscono parecchie idee…


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Vendere online borse, vestiti, scarpe e piante: niente è inutile!

[dup_immagine align=”alignright” id=”14299″]Subito il dato più interessante: dai risultati della ricerca è emerso che mediamente nelle case di ogni famiglia italiana esistono almeno 85 oggetti inutilizzati e che tali oggetti hanno un valore medio complessivo di circa 1600 euro. Associando però a ciascuno di questi “articoli” il valore “tendenziale” di realizzo fatto da una vendita su Ebay, si raggiunge la non indifferente cifra di 4000 euro; un vero e proprio tesoretto che giace nel fondo dei nostri cassetti! Ecco perché mettere in vendita on-line gli oggetti caduti in disuso è ben più che una semplice idea ma piuttosto un’opportunità concreta: e ciò è confermato dal fatto che, sempre nella stessa inchiesta, è stato rilevato come l’80% degli intervistati si è dichiarato maggiormente propenso alla “rivendita” di oggetti propri rispetto a cinque anni prima. Alcune curiosità: il luogo per eccellenza di “deposito” degli oggetti è, come prevedibile, l’armadio ma, a sorpresa, l’oggetto “dimenticato” numero uno non sono i vestiti bensì le borse: sembra che in ogni casa ce ne siano una media di 4,23, cui possiamo associare un prezzo medio di realizzo alle aste on-line di 49,33 euro ciascuna. Al secondo posto di questa curiosa classifica troviamo i fumetti, che in Italia hanno una larghissima diffusione e popolarità e che hanno anche la sinistra caratteristica di trasformarsi in “collezioni”, in modo da occupare ancora di più i nostri scaffali e da creare dipendenza all’acquisto. Al terzo, invece, i classici telefonini, sempre spiazzati da un modello più aggiornato appena uscito e il cui ciclo di vita è straordinariamente breve. Ebbene, il motto quindi è: quello che non serve più a voi è magari proprio quello che qualcun altro sta cercando! E sembra sia un ragionamento che funziona…
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10 milioni di potenziali acquirenti e lo “shopping neutrale”

Un divano ogni 45 minuti, una sedia ogni 24, un paio di scarpe e un fumetto ogni 40 secondi, un giocattolo ogni 16. Questi sono i numeri dei traffici Ebay riferiti al 2012 cui aggiungiamo l’impressionante numero di 800 mila libri venduti nell’anno. Ecco perché l’idea della rivendita degli oggetti è una opportunità reale ed interessante per le famiglie. Tanto più che da oggi vendere online è possibile in modo semplicissimo e veloce attraverso l’app per gli smartphone di Ebay: pochi clic ed una fotografia metteranno il vostro oggetto al centro di una vetrina virtuale sotto gli occhi di 10 milioni di potenziali clienti. Di più: la ricerca Ebay suggerisce anche come sia possibile istaurare un circolo virtuoso che viene definito “shopping neutrale”, ovvero l’impiego di oggetti via via non utilizzati per acquistare quelli che servono in questo momento con un saldo del costo a zero. Sembra una provocazione, ma in realtà si tratta di un’esercizio interessante in cui ogni fase della vita è associata ad una serie di oggetti che possono col tempo esaurire la loro “vita utile” a favore di altri necessari nella fase successiva. Una provocazione? Forse, ma che contiene in se un suggerimento interessante e “utile”. E arrotondare, di questi tempi, non è certo superfluo…


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Photo Credit: Liewcf