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Una storia da Oscar: tutti gli Oscar italiani

Paolo Sorrentino e Toni Servillo con l'Oscar
Annuncio della nomination de La Grande Bellezza a Los Angeles
L'arrivo di Roberto Benigni con la moglie agli Oscar nel 1999
Roberto Benigni, premiazione per La vita è bella nel 1999
Roberto Benigni abbraccia Helen Hunt dopo la vittoria come miglior ruolo maschile
Sofia Loren annuncia Benigni agli Oscar 1999
Gabriele Salvatores al Festival di Roma del 2010
Giuseppe Tornatore, Nastri D'Argento 2013
Giuseppe Tornatore, presentazione di Malena nel 2000
Anita Ekberg e Federico Fellini
Fellini alla regia
Vittorio De Sica e Sofia Loren
Vittorio De Sica con la sua famiglia
Anna Magnani, dopo la vittoria dell'Oscar per La Rosa Tatuata nel 1956
Sofia Loren con l'Oscar vinto nel 1962 per La Ciociara

La vittoria dell’Oscar da parte di Paolo Sorrentino non è il primo riconoscimento che il nostro Paese ottiene da parte degli Academy. Eppure era dal 1999, da 15 anni quindi, che l’Italia non otteneva questo prestigioso riconoscimento in qualità di miglior film straniero.

Ecco tutte le statuette guadagnate dagli italiani nella storia degli Academy: ripercorriamo la storia a ritroso fino al 1957, quando il premio al miglior film straniero fu istituito.

Paolo Sorrentino – La Grande Bellezza

La Grande Bellezza di Paolo Sorrentino è sicuramente un film da record: tra il 2013 e il 2014 guadagna quattro Nastri d’Argento, quattro European Film Award, vince il BAFTA – British Academy of Film and Television Award – come miglior film straniero, sbarca in America dove ottiene prima il Golden Globe e, a marzo, l’Oscar come Miglior film straniero.
A conquistare la giuria degli Academy è stata la storia di Jep Gambardella, critico teatrale e di costume nella capitale romana interpretato da Toni Servillo.

Roberto Benigni – La vita è bella

La vita è bella, film ambientato durante la Seconda Guerra Mondiale e la persecuzione degli ebrei, ottiene nel 1999 ben tre statuette: Miglior Film Straniero, Migliore Colonna Sonora e Migliore Attore Protagonista.
Questa vittoria viene ricordata anche perché Benigni, preso all’emozione, attraversò la sala passando direttamente sugli schienali delle sedie, praticamente sulla testa del pubblico presente, per andare ad abbracciare Sofia Loren che lo aveva proclamato.

Gabriele Salvatores – Mediterraneo

Mediterraneo è ambientato in un’isoletta greca durante l’occupazione italiana nella Seconda Guerra Mondiale. Ottiene la preziosa statuetta nel 1992.

Giuseppe Tornatore – Nuovo Cinema Paradiso

La storia dell’infanzia di Salvatore De Vita come assistente alla proiezione presso il Nuovo Cinema Paradiso riesce a ottenere il premio come Miglior Film Straniero nel 1990.

Le quattro volte di Fellini

Federico Fellini riesce a guadagnare il premio come Miglior film straniero con quattro film in quattro edizioni differenti: con La Strada nel 1957, con Le notti di Cabiria nel 1958, con 8 e mezzo nel 1964, dove guadagna anche la statuetta per i Migliori Costumi. Ciliegina sulla torta, Amarcord: era il 1975.

Elio Petri – Indagine di un cittadino al di sopra di ogni sospetto

Nel 1971 Elio Petri vince il premio come Miglior Film Straniero grazie alla storia del poliziotto-assassino e la nomination sempre come Miglior film straniero l’anno successivo.

I premi di Vittorio De Sica

Vittorio De Sica vince l’Oscar come Miglior Film Straniero con Ieri, oggi, domani nel 1965 e con Il giardino dei Finzi-Contini nel 1972. In realtà i premi di De Sica sono quattro: infatti ottenne riconoscimenti con Sciuscià nel 1946 e Ladri di biciclette nel 1948; ma il premio al Miglior Film Straniero fu istituito solo nel 1957.

Gli altri premi

Nella storia degli Academy Awards non solo i registi italiani hanno ottenuto importanti riconoscimenti: in particolare possiamo ricordare il compositore Giorgio Moroder e il direttore della fotografia Vittorio Storaro, i quali hanno entrambi alzato la statuetta per ben tre volte.
E non bisogna dimenticare l’Oscar vinto da Sofia Loren nel 1962 come Migliore Attrice per La ciociara e quello vinto a Anna Magnani per La Rosa Tatuata nel 1956.

Marianna Peracchi

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