Pausa pranzo: al lavoro pranzo fai da te, una buona abitudine

Sempre più lavoratori preparano il pranzo a casa per consumarlo l'indomani a lavoro. Tra le ragioni il risparmio, la varietà e la qualità

26/07/2013

Pausa pranzo, chi fa per sé fa per tre

Pausa pranzo fai da te. Il 73% degli italiani prepara  il pranzo che consumerà l’indomani a lavoro. E non c’è professione che differisca, dall’operaio all’imprenditore, tutti indistintamente portano il pranzo da casa.
In questa scelta pesa per il 45% il portafoglio, per il 38% la necessità di mangiare sano, per il 34% la sicura provenienza di quello che si consuma, il 28% lo fa per ottimizzare il tempo in pausa pranzo ed evitare file in attesa al bar.
In lista tra le buone abitudini insalate di riso, pasta fredda, cous-cous che soppiantano panini e pizzette.
Il monitoraggio di Polli Cooking Lab (Osservatorio sui trend alimentari) si è servito dei social network principali (Facebook, Twitter e Youtube), di blog e community, e ha coinvolto chef nazionali e nutrizionisti al fine di evidenziare i consigli per un’impeccabile “schiscetta”.
L’appellativo è tipicamente meneghino, affonda le radici nel dopoguerra e indica il portavivande il cui contenuto viene solitamente premuto, dal verbo “schisciare”, appunto schiacciare.
È proprio la schiscetta oggi a tornare alla ribalta, se prima era un semplice contenitore in alluminio oggi ci sono le ciotole in plastica e i “lunch box”, disponibili in legno e metallo. Questo nuovo portavivande è tecnologico, ha un design curato da definirsi quasi glamour. E la schiscetta diventa “schichic”.


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In cima il risparmio

Adusbef  ha rilevato che il costo della pausa pranzo è aumentato sensibilmente: una bottiglietta d’acqua da mezzo litro, per fare un esempio, è aumentata del 217%, ne deriva che ogni giorno a pranzo si possono spendere dai 5 ai 12 euro.
Il recente rapporto Coldiretti/Censis ,“Crisi: vivere insieme, vivere meglio”, conferma quanto detto, 3,7 milioni di persone dichiarano di portarsi il pranzo da casa con regolarità, proprio per risparmiare su tempo e denaro.
Gli amanti del pranzo fai da te sono perlopiù donne, l’età è compresa tra i 25 e i 40 anni.
Alcuni italiani rinunciano a prepararlo da casa per la troppa stanchezza di ritorno da lavoro, perché non hanno tempo o perché non sanno cosa cucinare.


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Nutriente ma light, ecco il pranzo perfetto

[dup_immagine align=”alignleft” id=”34523″]Gli chef stellati insieme ai nutrizionisti indicano alcune variabili necessarie alla preparazione del pranzo fai da te: varietà, qualità e leggerezza.
I piatti a base di verdure, cereali e legumi, ad esempio, hanno il vantaggio di non appesantire né compromettere la concentrazione post-pausa pranzo.
Ecco alcune importanti punti da cui la vecchia-moderna “schiscetta” non può prescindere:
-la qualità è al primo posto. Utilizza nella preparazione del pasto prodotti di qualità e sicura provenienza;
-la varietà. Sperimenta nuovi sapori, dalla verdura alla frutta;
-il pranzo ti deve saziare;
-sostanza sì, ma anche leggerezza. Per salvaguardare le tue prestazioni lavorative, opta per piatti gustosi ma leggeri, nutrienti ma facili da digerire;
-riutilizza, con un pizzico di fantasia, quello che è avanzato dalla cena;
-la verdura è la beniamina, è light e facile da preparare;
-riponi il tuo pranzo homemade in un posto fresco, se non disponi di un frigo utilizza una borsa frigo;
-la vera qualità sta anche nella rivoluzione di ricette classiche, come quelle della nonna: ingredienti poveri ma combinati alla perfezione.
In sostanza, preparare il pranzo da sè consente di liberare la fantasia.