Come chiedere un aumento di stipendio al proprio capo

Da dove partire per richiedere un aumento di stipendio al proprio capo e sperare in un esito positivo.

06/04/2019

Lo stipendio è sicuramente un aspetto importante quando si pensa al lavoro (anche se non è l’unico, ecco cosa cercano le donne dal proprio impiego!). Chiedere un aumento al proprio capo può risultare una delle manovre più difficili da mettere in pratica quando non si è fiduciosi di poter ottenere la ricompensa sperata con una certa facilità (un po’ come quando si affronta un colloquio di lavoro o quando si devono dare le dimissioni).

Che si tratti di rivendicare orgogliosamente i propri meriti con un premio ingente o di chiedere semplicemente un adeguamento minimo che consenta alla retribuzione di restare competitiva o anche solo dignitosa, il gesto di chiedere un aumento di stipendio al proprio capo richiede una certa capacità di negoziazione, un po’ di tatto e, talvolta, un pizzico di faccia tosta.

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Le variabili da considerare prima di lanciarsi in un’aperta richiesta di aumento di retribuzione sono tante e riguardano sia la propria posizione personale sia il contesto in cui matura l’istanza. Ecco, ad esempio, qualche consiglio da seguire per rendere tutto più semplice da affrontare.

    1. Il primo passo da fare quando si tratta di negoziare un aumento di stipendio è capire quando e come presentare la richiesta. Ad esempio, ci sono aziende in cui alla fine dell’anno si procede ad una eventuale revisione degli stipendi, si stabiliscono premi di produttività, si valutano rimodulazioni di ruoli e mansioni. Altre realtà invece si adeguano in momenti diversi dell’anno, ad esempio al rientro dalle vacanze estive o di quelle invernali.
    2. La situazione in cui versa la società per cui si lavora è uno degli elementi da tenere in considerazione: presentare una richiesta di aumento quando c’è un rischio di riduzione del personale o ridimensionamento della realtà aziendale rischia di non ottenere alcun effetto o peggio a suscitare l’effetto contrario, ovvero esporre il richiedente a possibili ripercussioni.
    3. Se non è un esercizio troppo arduo si potrebbe fare un’analisi anche dello stato attuale del mercato del lavoro per il proprio settore, informandosi sui livelli di retribuzione per la tipologia di prestazioni fornite, così da essere certi del proprio valore per l’azienda e di quanto costerebbe al datore di lavoro una sostituzione piuttosto che un semplice aumento di stipendio.
    4. Una volta fatte le analisi preliminari e aver familiarizzato con le pratiche salariali del proprio datore di lavoro, quando sembra ormai il momento giusto per procedere con la richiesta, può essere utile stilare delle liste: ad esempio, citare gli obiettivi raggiunti in un periodo di riferimento non troppo ampio, dimostrare di aver assunto ulteriori responsabilità rispetto al passato e di aver favorito il lavoro dei colleghi facendo gioco di squadra, magari mostrando dati oggettivi che constatino la propria produttività e l’impegno profuso. Può essere utile anche richiedere una cifra esatta per l’aumento di retribuzione, eventualmente presentando anche gli esiti delle ricerche effettuate sul mercato del lavoro, così da mettere il datore nelle condizioni di valutare una richiesta precisa e non vaga.
    5. Come sempre nella vita, i modi sono tutto: si può richiedere un aumento di stipendio al proprio capo direttamente o, nelle aziende in cui esiste, passando dal reparto risorse umane, ma sempre con educazione, voglia di confronto, disponibilità al dialogo e serena determinazione. Sono le basi senza le quali sarà difficile ottenere qualsiasi risultato.