Festa della Donna, una lotta sempre attuale
Una giornata per ricordare le conquiste, i diritti e la dignità della donna e per denunciare gli abusi e le violenze ancora presenti. Da oltre cento anni.
Le donne muovono il mondo, le donne creano, portano idee, scompigliano l’ordine costituito, colorano le giornate grigie. E le donne l’8 marzo di ogni anno, in ogni angolo del mondo, vivono la loro festa, la ricorrenza che ricorda quanto la donna giochi un ruolo importante nella società di oggi. E quanto di grande abbia conquistato a livello di diritti, dignità e di conquiste politiche, economiche e sociali.
Ma anche quanto c’è ancora da fare contro le discriminazioni e le violenze che sono tuttora comuni in molte parti del mondo. E, spesso, anche alle nostre latitudini.
Un giorno per celebrare quindi la donna nella sua complessità. Nella grandezza delle sue capacità e possibilità di influire su cultura e società e per ribadire, per chi ne è ancora sordo, quei diritti ancora negati. Il mondo delle donne festeggia l’8 marzo da ormai oltre un secolo. Scopriamo dunque le origini di questa ricorrenza e i simboli che la rappresentano.
La versione “ufficiale”
Non è facile ricostruire esattamente la genesi della Giornata Internazionale della Donna, anche perché il suoi “germogli” si sono sviluppati spesso contemporaneamente in diverse parti del mondo e in concomitanza con la nascita di movimenti ed associazioni volti a rivendicare i diritti del “sesso debole” a diversi livelli sociali e politici.
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Quello che è certo è il fatto che con la rivoluzione industriale e la diffusione dell’impiego nelle fabbriche, le donne videro un loro coinvolgimento sempre maggiore nel mondo del lavoro, spesso in condizioni difficili al limite dello sfruttamento. Fu questa mutata situazione sociale che generò le prime manifestazioni di rivendicazione per le donne di maggiori diritti, ivi compreso quello di voto fino ad allora negato nella maggior parte degli Stati del mondo occidentale.
Come spesso accade nelle vicende culturali, furono gli Stati Uniti a giocare un ruolo chiave nella nascita della Festa della Donna. Sulla sua origine reale circolano diverse versioni. Quella ritenuta generalmente “ufficiale” vuole che la festa sia stata istituita nel 1908 per ricordare 129 operaie morte in un incendio nella fabbrica newyorkese Cotton: dopo alcuni giorni di sciopero indetto dalle lavoratrici per protestare contro le condizioni di lavoro, i proprietari le chiusero all’interno della fabbrica nella quale scoppiò un accidentale incendio che causò la strage.
Questa versione dei fatti è però da più parti confutata e sembra ormai accertato che tale avvenimento sia in effetti solo una leggenda nata dopo la Prima Guerra Mondiale o, per meglio dire, una sorta di “sintesi” fra diversi avvenimenti realmente accaduti in momenti però diversi.
La vera storia della festa della donna
In realtà, sembra che la prima Giornata Internazionale della Donna sia datata 28 febbraio 1909 e fosse un’idea del Partito Socialista Americano che aveva ripreso una serie di temi già discussi in precedenza anche in Europa, durante l’internazionale Socialista tenutasi a Stoccarda nel 1907. Lo scopo di quella Giornata, che vedeva nell’attivista sociale Corinne Brown una delle prime promotrici, era quello di richiamare l’attenzione sui diritti delle donne, specialmente quelle lavoratrici, e in particolare la rivendicazione della necessità del suffragio universale, dal momento che a quel tempo il voto era riservato ai cittadini di sesso maschile.
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Quelle prime avvisaglie di rivendicazione diedero luogo a numerose manifestazioni e scioperi di massa in tutti i maggiori centri industriali degli Stati Uniti prima e dell’Europa poi, a sostegno dei diritti delle operaie. Tanto che nel 1910 l’VIII Congresso Internazionale Socialista propose per la prima volta l’istituzione di una giornata Universale per la donna.
L’episodio reale dalla quale fu probabilmente tratta la “leggenda” della Cotton, fu un catastrofico incendio che distrusse la fabbrica Triangle di New York il 25 marzo 1911, durante il quale morirono oltre 140 operai, molti dei quali erano immigrati e la maggior parte donne. L’8 marzo, data del “fantomatico” affaire-Cotton, fu poi scelto dalle donne di San Pietroburgo per la storica manifestazione in piazza del 1917 che chiedeva a gran voce la fine della guerra e degli stenti per la popolazione per la quale, ormai, scarseggiava anche il cibo.
Quella manifestazione fu fondamentale nell’avvio del processo di caduta del regime dello zar Nicola Romanov, che fu deposto e trucidato insieme alla sua famiglia l’anno successivo. Da quel momento l’8 marzo assurse a simbolo della Festa della Donna e la sua ricorrenza si espanse in tutti i Paesi occidentali.
La festa della donna in Italia
In Italia la Festa della Donna fu celebrata per la prima volta per iniziativa del Partito Comunista nel 1922. Anche se inizialmente come data fu scelta quella del 12 marzo, semplicemente come domenica più vicina all’ormai iconico 8 marzo di San Pietroburgo.
L’idea fu ripresa nel 1944 dall’Unione Donne D’Italia che nacque per iniziativa di esponenti politici del Partito Comunista, del Partito Socialista, del Partito d’Azione, della Sinistra Cristiana e della Democrazia del Lavoro. Che celebrarono per la prima volta nell’Italia Unita la ricorrenza l’8 marzo 1945. Nel 1956 un disegno di legge tentò di rendere la Giornata della Donna una Festa Nazionale, ma senza successo.
La mimosa è un simbolo tutto italiano per la festa e, ancora una volta, sul perché della sua scelta non ci sono versioni concordanti. Al di là della motivazione stagionale – la mimosa fiorisce proprio nei primi giorni di marzo – e della motivazione estetica, pare che l’idea sia venuta a tre esponenti del movimento femminista. Teresa Mattei, Rita Montagnana e Teresa Del Noce suggerirono il suo utilizzo al segretario del PCI Luigi Longo, il quale intendeva regalare alle donne del suo partito delle violette per la ricorrenza.
A parte la scelta cromatica del giallo, ritenevano la mimosa un fiore più “povero” e quindi maggiormente adatto alla ricorrenza.