Fra i campioni più acclamati che si apprestano ad affacciarsi alla vetrina dei Mondiali di Brasile 2014, ed anche più apprezzati dal pubblico femminile, c’è senza dubbio la stella della Nazionale portoghese Cristiano Ronaldo dos Santos, recente vincitore del Pallone d’Oro che individua il miglior giocatore europeo dell’anno, e uomo copertina dalla popolarità ormai planetaria. La sua carriera è passata fra i palcoscenici più importanti del mondo, da quello del Manchester United in Inghilterra, la patria del football, a quello del Real Madrid. Ma prima di tutto questo c’era un ragazzino a cui fu dato il nome in omaggio a Ronald Reagan e che iniziò a tirare i primi calci nell’Andorinha, dove suo padre faceva il magazziniere, per finire poi nelle giovanili del Nacional de Madeira, la squadra della sua città, Funchal, in Portogallo. Ed è qui che inizia la nostra storia, da uno di quei momenti topici in cui la vita di un uomo ha una svolta, una sliding door, riprendendo la felice definizione di un famoso film con Gwyneth Paltrow…
Lo scorso 24 maggio Cristiano Ronaldo ha vinto con il Real Madrid la Champions League, segnando una rete su rigore a pochi minuti dal termine. Per festeggiare, il fuoriclasse portoghese si è avvicinato alla tribuna, ha indicato una persona fra il pubblico e poco dopo si è sciolto con lui in un lungo e sentito abbraccio. Ma chi è quell’uomo? È Albert Fantrau, il suo vecchio compagno di squadra allo Sporting Lisbona.
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Estate 1997, lo Sporting Lisbona Under 18 dove Albert e Cristiano fanno coppia fissa d’attacco gioca una partita importante: l’allenatore della prima squadra avvicina i due ragazzi prima dell’incontro e dice che promuoverà per la stagione successiva solo uno dei due. Quello fra loro che segnerà più reti nella partita. Ronaldo segna il primo gol e poco dopo segna anche Albert. Nel secondo tempo Fantrau si esibisce in un’azione travolgente, dribbla anche il portiere ma invece che calciare in porta serve un assist al suo compagno d’attacco che insacca a porta vuota il gol del definitivo 3-0. Cristiano chiese subito ad Albert: “Perché lo hai fatto?” E la risposta fu: “perché sei tu quello più forte“.
Incredibile, vero? L’allenatore dello Sporting fu di parola: Cristiano giocò con la prima squadra l’anno successivo ed iniziò la sua straordinaria carriera che lo ha portato ad essere il giocatore più forte del mondo in questo momento. Ma tutto questo sarebbe successo lo stesso senza l’incredibile scelta di Albert? Impossibile dirlo. Sta di fatto che è andata così: oggi Albert ha lasciato il calcio e non ha un lavoro fisso, ma ha una numerosa famiglia, una bella casa e una bella macchina. Come fa? Tutto merito di Cristiano…
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