Che vuoi che sia di Edoardo Leo è un ritratto feroce della modernità ai tempi dei social network

Una commedia efficace sugli effetti potenzialmente devastanti dell'utilizzo della rete, con l'eterna domanda cui nessuno sa davvero rispondere: quanto costa la tua privacy? La recensione in anteprima di Che vuoi che sia.

08/11/2016

«E tu cosa saresti disposto a fare per 250.000 euro?». Questa è la domanda che la nuova commedia di Edoardo Leo, Che vuoi che sia, pone allo spettatore riuscendo nell’intento di insinuare anche solo il minimo dubbio persino nei più integerrimi difensori della propria privacy.

Presentato in anteprima al Cinema Moderno a Roma alla presenza del cast, il film esce con un tempismo eccezionale nelle sale, quando il dibattito sull’universo dei social e su come possa condizionare la vita delle persone si fa, talvolta anche drammaticamente, dominante nel dibattito pubblico.

I protagonisti di questo film, Claudio e Anna, sono due giovani precari: lui romano trapiantato a Milano per amore di lei, arrancano per arrivare a fine mese con stipendi al limite della soglia della dignità nonostante siano entrambi laureati. Lui è ingegnere informatico ma per lo più aggiusta siti infestati dai virus rimediati dai suoi clienti sui siti porno, mentre lei è una giovane insegnante di matematica col sogno di diventare di ruolo. Entrambi vorrebbero mettere su famiglia ma continuano a rimandare il progetto perché non sono capaci di affrontare nemmeno l’imprevisto di uno scaldabagno rotto e per rimediare qualche cena a scrocco si fingono una coppia di promessi sposi pur di assaggiare gratis le prelibatezze di ristoranti che non potrebbero permettersi.


[dup_immagine align=”alignleft” id=”222810″]La loro vita cambia quando l’ambizione di Claudio nel cercare di rincorrere la svolta professionale (la creazione di una piattaforma web per la valutazione dei professionisti nel mondo del lavoro) innescherà una serie di eventi imprevedibili: dopo aver lanciato un crowdfunding in rete che si rivela un fallimento, delusi e ubriachi dopo una festa di compleanno, Claudio e Anna registrano un video in cui lanciano una sfida al popolo di Internet. Visto che sembrano tutti interessati soltanto al sesso e al voyerismo, Claudio li sfida a fare un’offerta per il suo progetto e promette in cambio di girare un video hard con Anna. Alla base di questa provocazione nata da una sbronza colossale c’è però l’opinione (più che fondata) che fondamentalmente ciò che domina l’interesse della gente in rete sia soltanto la ricerca della pornografia e poco altro.

E come volevasi dimostrare quella che per Claudio era una battuta diventa una realtà di fatto nel mondo della rete: le offerte raggiungono una cifra incredibile, la coppia diventa celebre, viene cercata da discoteche, programmi televisivi, brand di qualunque tipo che li richiedono come testimonial.

Intanto il popolo del web si scatena: i leoni da tastiera – o i webeti per dirla alla Enrico Mentana – si prendono gioco di loro, li insultano, li dileggiano. Il dilemma per i due protagonisti diventa un calvario: la raccolta arriva a 250.000 € e bisogna decidere se accettare quei soldi girando il video hard o meno. Potersi permettere di avere un figlio vale davvero la perdita totale della propria privacy, il tradimento della propria etica e il sacrificio di offrirsi al giudizio perenne della gente, che in parte ti osanna e in parte ti mette alla gogna? Davvero due ragazzi qualunque sono disposti a mettere in bella mostra la loro intimità, sapendo che resterà in rete per sempre, in cambio di una cifra che potrebbe cambiare la loro vita?


[dup_YT id=”qp8qrJy3KTk”]

Il nuovo film di Edoardo Leo, scritto con Alessandro Aronadio, Marco Bonini e Renato Sannio e interpretato con Anna Foglietta, Rocco Papaleo, Massimo Wertmuller, Marina Massironi e Bebo Storti è una commedia in cui si ride tantissimo, ma si riflette anche molto.

Leo ha preso una materia delicatissima ed attuale per trarne un soggetto che mette insieme satira di costume e denuncia dei rischi della società dell’immagine in cui viviamo. Interconnessi, onnipresenti sui social, eppure mai così isolati come nell’era di internet, fatta di «legioni di imbecilli che prima parlavano solo al bar dopo un bicchiere di vino, senza danneggiare la collettività […] mentre ora hanno lo stesso diritto di parola di un Premio Nobel», per citare Umberto Eco come fa il giovanissimo dirigente di una società che dovrebbe finanziare il progetto di Claudio.

In Che vuoi che sia si confrontano anche più generazioni: i genitori che sono riusciti ognuno a proprio modo – chi risparmiando anche i centesimi e chi scialacquando il denaro senza freni – a realizzare i loro obiettivi, i millennials nativi dell’era digitale che ha forgiato le loro mentalità, e poi loro, i trenta/quarantenni di oggi eternamente in bilico tra un precariato degradante e la speranza di farcela. Tra i protagonisti di questo film si annovera decisamente Milano: bellissima coi suoi skyline da grande metropoli internazionale, ma anche con i suoi Navigli di notte o con la pinacoteca di Brera al mattino. Una città che offre enormi possibilità ma finisce per schiacciare la stragrande maggioranza di coloro che sognano di averne sotto il peso dei suoi grattacieli.

Che vuoi che sia è un ritratto sarcastico, a tratti malinconico e quasi feroce, di quello che la società dell’informazione e della tecnologia: la sovraesposizione in rete, la morbosità nello scrutare i segreti altrui, la ferocia e la gratuità del giudizio degli altri che può rovinare delle vite. E non da ultimo il rapporto col sesso. D’altronde la proposta indecente è un classico del grande schermo: stavolta al dilemma sulla messa in vendita della propria intimità si aggiunge quello relativo alla privacy. Qui non si tratta di essere chiamati ad accettare o meno di concedersi a qualcuno per denaro (come Demi Moore con Robert Redford in Proposta indecente), ma di aprire le porte della propria camera da letto al mondo e diventare lo zimbello del popolo di internet, farsi identificare per sempre e da tutti come quelli che si sono esposti al pubblico ludibrio per una somma considerevole. «Secondo me, questo sesso è un po’ sopravvalutato» ironizza il personaggio di Rocco Papaleo in Che vuoi che sia, interprete dello zio di Anna che asseconda i due nella dolorosa scelta di realizzare il filmino hard pur di incassare la cifra per finanziare il progetto di Claudio e mettere su famiglia. E probabilmente è vero, ma il dilemma sull’importanza dell’atto sessuale in sé, combinato con l’eterna domanda «quanto costa la tua privacy (o meglio, la tua libertà)?», diventa una bomba pronta ad esplodere.

Questo film dal finale agrodolce, coi suoi personaggi che portano addosso il peso di una modernità troppo complessa per essere affrontata con serenità, arriva nelle sale dal 9 novembre. A pochi giorni dal drammatico epilogo della vicenda di Tiziana Cantone, è un bel modo per interrogarsi sui propri limiti e su quanto ognuno di noi sia oggi, forse inconsciamente, più vulnerabile che mai.