Perdonare: quando ci fa bene e quando è meglio evitare
Perdonare a volte fa bene. Spesso non è facile, né immediato. Richiede tempo, pazienza e volontà. Ma, in certe condizioni, può valere la pena. E’ una scelta saggia e salutare, non solo per chi lo riceve, ma anche per chi lo concede. Se hai subito un torto sul lavoro, il tuo partner ti ha tradita o un’amica non ti ha dato il sostegno che ti aspettavi prova (se ne vale la pena) a non chiudere la porta.
Quando perdonare non si può…
Certo, in casi gravi il perdono non soltanto è inutile, ma sconsigliabile. Pensiamo in primis alle relazioni tossiche, con uomini violenti. Al primo segnale di non rispetto meglio tagliare, troppo spesso i pentimenti di questi soggetti sono soltanto di facciata e preannunciano comportamenti recidivi.
…e quando invece si può tendere una mano
Ben diversi sono i casi in cui la persona che ci ha deluso si mostra sinceramente dispiaciuta e pronta e rivedere i propri comportamenti: allora il perdono può davvero aiutare a guarire le ferite ed essere la condizione per una nuova fase per un’amicizia o un amore.
Perdonare per liberarsi dalla rabbia
La capacità di perdonare è una virtù che dimostra la nostra capacità di andare oltre il risentimento e l’odio. Significa riconoscere il valore dell’altro, anche se ha commesso un errore o ci ha fatto del male. Vuol dire anche liberarsi dal peso della rabbia e del rimorso, che possono rovinare la nostra salute e compromettere la nostra felicità. Se continui a rimuginare sul male che ti hanno fatto, finisci per alimentare il tuo dolore, senza risolvere nulla.
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Perdonare ma non rinunciare ai propri diritti
Perdonare non significa tuttavia dimenticare o giustificare. Non possiamo ignorare le conseguenze delle azioni altrui, né possiamo permettere che ci facciano soffrire ancora. Perdonare non significa rinunciare alla nostra dignità o ai nostri diritti. Per questo motivo, c’è un limite oltre il quale non bisogna andare.
Perdonare o no? Tanti fattori da considerare
Questo limite dipende da ogni persona e dalla situazione. Alcuni fattori che possono influire sono la gravità dell’offesa, la frequenza con cui si ripete, la sincerità del pentimento, la disponibilità al cambiamento, il rispetto reciproco, l’affetto che ci lega all’altra persona. Dobbiamo valutare attentamente se vale la pena di perdonare o se è meglio allontanarsi da chi ci fa del male.
La domanda centrale: l’altro desidera cambiare davvero?
Perdonare è una scelta personale che richiede coraggio e saggezza. Non dobbiamo perdonare per obbligo o per paura, ma per amore verso noi stessi e verso gli altri. Non deve essere un segno di debolezza o sottomissione, ma di forza e coraggio. Perché la relazione possa rifiorire, è necessario mettere l’altro di fronte alle proprie responsabilità in modo che riconosca il male che ti ha fatto e sia disposto a cambiare davvero – e non solo a parole – il suo comportamento. Altrimenti è decisamente meglio salutarsi.
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