3 segni per capire che è un bugiardo

Mente o non mente? A volte alcuni piccoli inizi comportamentali ci forniscono un aiuto per individuare chi ci sta palesemente prendendo in giro.

11/06/2019

Quanti Pinocchio ci sono nelle storie d’amore?

Troppe volte si resta con i sospetti aggrappati al cuore, l’ansia che ci divora e il dubbio che come un tarlo rode i pensieri: «Starà mentendo?», «Starà davvero scrivendo al suo collega?».

Anziché vivere nel sospetto possiamo aiutare le nostre indagini prendendo in considerazione anche alcuni comportamenti tipici del bugiardo tipo (ecco come evitarlo).

1) Gli occhi e la postura

Quando una persona sta mentendo è normale che rompa il contatto visivo evitando di confrontarsi in maniera diretta con l’altro.

Attenzione però, questa caratteristica distintiva è universalmente conosciuta, pertanto se vi siete imbattute in un bugiardo seriale potrebbe anche aver imparato a gestire questo confronto visivo.

La postura non è poi un elemento marginale: il bugiardo tende a stare per natura in posizione di difesa, perché teme di venire scoperto; quindi inconsciamente tenderà ad accavallare le gambe o tenere le braccia coperte.

2) Atteggiamento serio e molti dettagli

Nella descrizione di quella partita di calcetto, a cui avete il forte dubbio che il vostro bugiardo non sia mai andato, iniziano improvvisamente a comparire nel racconto dettagli improbabili di cose accadute e persone presenti che vengono descritti in maniera attenta e ricca.

Inoltre, chi mente tende a credere che se non avrà un atteggiamento serio e calmo nel raccontare quel che deve non verrà creduto dal suo interlocutore.

La tendenza generale del Pinocchio sarà quindi quella di non sorridere e di arricchire il racconto con numerosi elementi descrittivi per renderlo ancora più credibile e veritiero.

3) Domande ripetute e distacchi evidenti

Alcuni bugiardi, quando si ritrovano a dover mentire a una domanda precisa che gli viene posta, come prima reazione per prendere tempo ripetono la domanda stessa, come per accertarsi di aver capito bene.

Il tempo è infatti vitale per aiutare il cervello a elaborare in tempi velocissimi una scusa credibile.

Un altro atteggiamento tipico è quello di prendere distanza dall’oggetto della menzogna; chi mente spesso parla della situazione o dell’eventuale persona coinvolta nella bugia riferendovisi con parole del tipo “quella lì” o “quella roba lì”, termini che vogliono evidenziare come non si abbia interesse per il soggetto o la situazione citata.

Attenzione però a non emettere condanne senza appello a prescindere a chiunque abbia questi atteggiamenti sotto elencati.

Bisogna sempre considerare la persona nel suo complesso: c’è chi per educazione o abitudine non regge sempre il contatto visivo o chi tende a ripetere la domanda col solo obiettivo di fare chiarezza e di riprendere le fila del suo interlocutore!

Valutiamo sempre chi abbiamo davanti e, se i sospetti si fanno troppo vivi, questi piccoli indizi potranno esservi utili per stanare il bugiardo con domande oculate.

Ecco invece cosa fare se è lui ad essere troppo geloso.