La paura dell’acqua nei bambini

La paura de contatto con l'acqua è molto diffusa nei bambini, ma è un timore che è destinato ad attenuarsi con il tempo se si assumono gli atteggiamenti corretti

25/08/2014

Tempo fa la pubblicità di un’acqua minerale mostrava un bambino completamente immerso, e completamente a suo agio, in un acqua limpida e profonda; un’immagine da cui scaturivano serenità, divertimento e tranquillità. Purtroppo per molti bambini – e molti genitori – non è così, l’acqua rappresenta un’incognita, un elemento di cui avere paura, qualcosa con cui viene chiesto di confrontarsi, soprattutto nei mesi estivi, e con il quale non si sentono per nulla rilassati.

Perché i bambini possono avere paura dell’acqua?

Non sempre il timore dell’acqua ha un’origine da ricercarsi in traumi pregressi; certamente se in passato il bambino ha avuto modo di spaventarsi per qualche fatto legato alla presenza di acqua sarà più facile che manifesti paura nel corso della sua infanzia. Una caduta in piscina, l’impatto con un’onda troppo alta o qualche gioco con i fratelli maggiori durante il quale ha ricevuto qualche spruzzo di troppo possono essere eventi a cui far risalire la paura di entrare i acqua. Solo una piccolissima percentuale della popolazione però soffre di una vera e propria fobia dell’acqua, per la restante parte di bambini, invece, si può, con tanta pazienza, trovare il modo di instaurare un rapporto tranquillo e sereno con l’elemento liquido.


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Come far passare la paura dell’acqua nei bambini?

In primo luogo non si deve pensare che se un bambino ha paura dell’acqua debba essere per forza tenuto lontano da spiagge e piscine, anzi, l’abitudine a frequentare questi ambienti, pur non entrando a contatto con l’acqua, può essere la chiave per superare tutti i timori. D’altro canto è sconsigliabile insistere cercando di far entrare il piccolo in mare o in piscina contro la sua volontà, questo potrebbe accrescere le sue paure ed i suoi timori. I genitori si devono mostrare calmi e sereni, farsi vedere felici in acqua lasciando che sia il bambino a chiedere di raggiungerli.[dup_immagine align=”aligncenter” id=”130640″] Al mare si può lasciare il bambino a giocare sul bagnasciuga, magari in un posto in cui non possa ricevere troppi spruzzi da parte di altri bagnanti o dovuti alle onde; giocando dimenticherà di essere tanto vicino all’acqua e potrà entrare in contatto con essa senza nemmeno accorgersene. In alternativa si può gonfiare una piscinetta da riempire d’acqua e tenere sotto l’ombrellone, la presenza di poca acqua lo farà divertire senza creargli angoscia.
Se si capisce che il piccolo ha desiderio di provare ad entrare in acqua insieme alla mamma o al papà sarà opportuno scegliere il luogo ed il momento migliore; è meglio optare per una zona in cui sono presenti pochi bagnanti o un momento della giornata, come ad esempio il tardo pomeriggio, in cui l’acqua è più calma. In questo modo non ci saranno onde o schizzi a disturbarlo ed il suo ingresso in acqua sarà caratterizzato solo dalla calma e dalla serenità.

L’atteggiamento dei genitori

Il modo di porsi dei genitori nei confronti di un bambino che non ama l’acqua può davvero fare la differenza. Mostrarsi scocciati o perdere la pazienza non è di sicuro la strada migliore per introdurre il piccolo a questo fantastico mondo liquido, anche umiliarlo sottolineando il confronto con i suoi coetanei non è il metodo giusto. Bisogna piuttosto mostrarsi comprensivi, pazienti e fargli capire che le sue paure non sono un’assurdità, ma che con calma e con l’aiuto di mamma e papà si possono superare e ci si può cominciare a divertire anche in un luogo che a prima vista fa tanta paura.[dup_immagine align=”aligncenter” id=”130641″] D’altro canto anche Federica Pellegrini, la campionessa di nuoto, racconta spesso che i suoi genitori l’hanno iscritta ad un corso di nuoto perché aveva il terrore dell’acqua e che tutt’ora ha paura a nuotare in mare quando non si vede il fondo e se ha paura Federica Pellegrini una possibilità vogliamo darla anche ai nostri bambini?