Filastrocca di Natale per bambini
Testi della tradizione popolare o d’autore, poesie in rima su Gesù Bambino, sui Re Magi e persino sui pellerossa. Le parole da recitare in attesa del Natale sono tante e ce n’è davvero per tutti i gusti.
Se non avete ancora tirato fuori dal cassetto le filastrocche natalizie, questo è il momento giusto per farlo. L’avvento crea un clima di attesa perfetto per preparare decorazioni, luminarie e regali per tutta la famiglia, e le filastrocche aiutano a vivere questo periodo con lo spirito giusto.
Le parole in rima possono essere scritte su cartoncini colorati da appendere all’albero o sui bigliettini d’auguri. Altrimenti, i bambini possono recitarle davanti ai parenti in attesa del Natale. Se poi vi sentite particolarmente creativi o avete qualche talento artistico, potete provare ad accompagnare la recitazione con uno strumento musicale.
Filastrocche d’autore
Se pensate che le filastrocche siano poesie di poco conto, dovrete ricredervi. Grandi della letteratura italiana come Dino Buzzati, Umberto Saba e Guido Gozzano hanno scritto testi che vengono letti e recitati ancora oggi. Sono le “filastrocche d’autore”. Ecco qualche esempio.
A Gesù bambino (di Umberto Saba)
La notte è scesa
e brilla la cometa
che ha segnato il cammino.
Sono davanti a Te,
Santo Bambino!
Tu, Re dell’universo,
ci hai insegnato
che tutte le creature sono
uguali,
che le distingue solo la
bontà,
tesoro immenso,
dato al povero e al ricco.
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Gesù, fa’ ch’io sia buono,
che in cuore non abbia che
dolcezza.
Fa’ che il tuo dono
s’accresca in me ogni giorno
e intorno lo diffonda,
nel Tuo nome.
Buon Natale (di Dino Buzzati)
E se invece venisse per
davvero?
Se la preghiera, la
letterina, il desiderio
espresso così, più che altro
per gioco
venisse preso sul serio?
Se il regno della fiaba e
del mistero
si avverasse? Se accanto al
fuoco
al mattino si trovassero i
doni
la bambola il revolver il
treno
il micio l’orsacchiotto il
leone
che nessuno di voi ha
comperati?
Se la vostra bella sicurezza
nella scienza e nella dea
ragione
andasse a carte quarantotto?
Con imperdonabile leggerezza
forse troppo ci siamo
fidati.
E se sul serio venisse?
Silenzio! O Gesù Bambino
per favore cammina piano
nell’attraversare il
salotto.
Guai se tu svegli i ragazzi
che disastro sarebbe per noi
così colti così intelligenti
brevettati miscredenti
noi che ci crediamo chissà cosa
coi nostri atomi coi nostri
razzi.
Fa piano, Bambino, se puoi.
È nato! Alleluia! (di Guido Gozzano)
È nato il sovrano bambino,
è nato! Alleluia, alleluia!
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La notte che già fu sì buia
risplende di un astro
divino.
Orsù, cornamuse, più gaie
suonate! Squillate, campane!
Venite, pastori e massaie,
o genti vicine e lontane!
Non sete, non molli tappeti,
ma come nei libri hanno
detto
da quattromill’anni i
profeti,
un poco di paglia ha per
letto.
Da quattromill’anni s’attese
a quest’ora su tutte le ore.
È nato, è nato il Signore!
È nato nel nostro paese.
Risplende d’un astro divino
la notte che già fu sì buia.
È nato il Sovrano Bambino,
è nato! Alleluia, alleluia!
Voce (di Maria Luisa Spaziani)
Natale è un flauto d’alba,
un fervore di radici
che in nome tuo sprigionano
acuti ultrasuono.
Anche le stelle ascoltano,
gli azzurrognoli soli
in eterno ubriachi di pura
solitudine.
Perché questo Tu sei,
piccolo Dio che nasci
e muori e poi rinasci sul
cielo delle foglie:
una voce che smuove e turba
anche il cristallo,
il mare, il sasso, il nulla
inconsapevole.
Il pellerossa nel Presepe di Gianni Rodari
Il pellerossa con le piume
in testa
e con l’ascia di guerra in
pugno stretta,
come è finito tra le
statuine
del presepe, pastori e
pecorine,
e l’asinello, e i magi sul
cammello,
e le stelle ben disposte,
e la vecchina delle
caldarroste?
Non è il tuo posto, via,
Toro seduto:
torna presto di dove sei
venuto.
Ma l’indiano non sente. O fa
l’indiano.
Ce lo lasciamo, dite, fa lo
stesso?
O darà noia agli angeli di
gesso?
Forse è venuto fin qua,
ha fatto tanto viaggio,
perché ha sentito il
messaggio:
pace agli uomini di buona
volontà.
Filastrocche anonime
I testi natalizi senza autore sono molti e vengono recitati ogni anno dai bambini nelle case, in classe o in occasione delle recite scolastiche. Un’idea per i vostri cartoncini colorati da appendere agli alberi o da consegnare insieme ai regali: ogni strofa può andare a comporre un diverso bigliettino personalizzato.
Splende nel cielo
Splende nel cielo
una grande stella,
tutti dicono
“Ma quanto è bella!”.
In una grotta
piange un bambino,
è appena nato
ed è tanto piccino.
Mamma e papà,
lo guardan sognanti,
teneramente lo bacian
tutti tremanti.
Nella fredda notte
una luce brilla,
è apparso un angelo
con la tromba che squilla!
Gioisca ora
ogni uomo nel suo cuore,
nel mondo è venuto
il Salvatore.
Ecco il segno
non ti fermare,
segui la stella
corri ad adorare.
Brilla la notte
non si ode più lamento,
ogni creatura canta gloria
al Re del firmamento.
La notte di Natale
La notte di Natale,
è nato un bel bambino,
bianco, rosso
e tutto ricciolino.
La neve cadeva.
Cadeva giù dal cielo,
Maria col suo velo
Copriva Gesù.
Maria lavava,
Giuseppe stendeva
il Bimbo piangeva
dal freddo che aveva.
“Sta zitto mio figlio
che adesso ti piglio,
del latte ti do;
ma pane non ho!”.
La neve sui monti,
cadeva dal cielo,
Maria col suo velo
copriva Gesù!
Io son Dicembre
Io son Dicembre, vecchietto, vecchietto,
l’ultimo figlio dell’anno che muore.
Ma quando nasce Gesù benedetto
reco nel mondo la pace e l’amore.
Porto col ceppo girando i camini
dei bei regali ai bimbi piccini.
Splendete più belle
Splendete più belle
dolcissime stelle!
Sull’ali dorate
un angelo santo
ci porta Gesù.
È nuovo il suo canto:
“Sia pace quaggiù!”.
Suona campana, suona festosa!
Suona campana, suona festosa!
Nato è il Bambino, dorme e riposa.
Ma nella grotta c’è freddo e vento
e poca paglia lo copre a stento…
Oh, se potessi, Gesù Bambino,
farti dormire nel mio lettino,
da questa grotta portarti via
là nel calduccio di casa mia!
Ma la maestra mi ha detto a scuola
che tu domandi una cosa sola:
non la mia casa, non il mio letto,
ma solo un cuore pieno di affetto.
Se questo chiedi, questo ti dono
con la promessa d’essere buono.
Dormi tranquillo: col suo calore
saprà scaldarti questo mio cuore.
E tu concedi a mamma e papà
amore e pace e felicità.