Moda, brand e contraffazione: una battaglia infinita
Avete presente quella borsetta Prada così simile all’originale in vendita al mercatino? Il logo, la forma, la pelle: tutto lascia credere che si tratti di un vero prodotto del brand, tranne il prezzo. Poi, però, a guardarla bene si scoprono i difetti. A qualcuna è capitato che la tanto amata bag si rompesse al primo utilizzo. Altre, che avevano acquistato scarpe contraffatte, si sono ritrovate quasi scalze mentre camminavano per strada.
Non sempre i prodotti contraffatti sono così difettati. Con il passare degli anni i “falsi” sono diventati sempre più simili agli originali. La contraffazione è diventata un problema sempre più serio per l’industria della moda. Secondo la Camera di Commercio Internazionale, la vendita globale di prodotti contraffatti vale circa 1,77 trilioni di dollari all’anno. Questo include anche i prodotti del settore della moda, come borse, scarpe, abbigliamento e accessori.
La battaglia dei brand contro la contraffazione
I brand della moda stanno lottando contro la contraffazione in vari modi. Uno dei più efficaci è l’uso di tecnologie avanzate per proteggere i loro prodotti. Ad esempio, alcuni marchi utilizzano microchip o etichette rfid (una tecnologia di identificazione automatica basata sulla propagazione nell’aria di onde elettro-magnetiche) per tracciare i loro prodotti e prevenire la contraffazione. Altri utilizzano tecniche di stampa avanzate o materiali speciali per rendere i loro prodotti difficili da replicare.
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La collaborazione con le autorità
I brand della moda stanno anche lavorando con le autorità per combattere la contraffazione. Ad esempio, il marchio francese Louis Vuitton ha collaborato con la polizia per arrestare i produttori di borse contraffatte in Cina. Gucci, Chanel, Prada e Louis Vuitton sono solo alcuni dei brand che stanno lottando contro la contraffazione.
Gucci utilizza una tecnologia di stampa avanzata per rendere i suoi prodotti difficili da replicare. Anche questo marchio ha collaborato con le autorità per arrestare i produttori di prodotti contraffatti in Cina e in altri paesi. Idem per quanto riguarda Chanel, Prada, Hermès, Burberry e Dior.
Educare i consumatori contro la contraffazione
Non solo tecnologie avanzate. I brand stanno anche cercando di educare i consumatori sui pericoli della contraffazione e sui modi per identificare i prodotti autentici. Per esempio, alcuni marchi includono informazioni sui loro siti web su come identificare i loro capi. Sono poi state attivate iniziative con le autorità per educare chi compra prodotti di moda e insegnare a riconoscere i vestiti, scarpe, borse e così via autentici.
A tale proposito, l’Unione Nazionale Consumatori ha avviato una campagna di sensibilizzazione nazionale, nell’ambito del progetto “Io sono originale“, finanziato dal Ministero dello Sviluppo economico. Questa campagna mira a diffondere la cultura della legalità e informare i consumatori sui rischi legati alla contraffazione.
Fashionphile, un sito di e-commerce specializzato in beni di lusso, ha lanciato un programma di formazione per diventare un autenticatore “maestro”. Il programma richiede oltre 8.000 ore di studio e si concentra sulla certificazione di originalità dei prodotti. I partecipanti apprendono a riconoscere dettagli impercettibili, come errori nel formato della data su borse Louis Vuitton e le corrette specifiche della lega metallica in orologi Cartier.
L’intelligenza artificiale riconosce i “falsi”
Il concorrente di Fashionphile, The RealReal, ha adottato un approccio ibrido che fonde l’istinto umano con l’intelligenza artificiale. Il primo livello di verifica avviene attraverso software addestrato su 30 milioni di immagini per individuare differenze sottili nelle cuciture e nell’hardware. Un algoritmo calcola il rischio di un prodotto basandosi su vari fattori, dalla cronologia delle vendite alla popolarità nel mercato nero.
Inoltre, app basate sull’intelligenza artificiale come Entrupy affermano di poter identificare prodotti sospetti in pochi istanti tramite alcune foto caricate. La società di tecnologia della moda, The Ordre Group, ha collaborato con brand come Burberry e Patou per creare un sistema chiamato Authentique, che registra l’unicità di un articolo come un’ “impronta digitale” basata su un piccolo frammento di tessuto. Questi dati vengono immutabilmente registrati su una blockchain, rendendoli altamente sicuri e tracciabili.
Arriva il passaporto digitale?
In Europa, il concetto di “passaporto digitale” per abbigliamento e tessili potrebbe diventare legge, supportato da un consorzio noto come Aura Blockchain, fondato da giganti del settore come LVMH, OTB e Gruppo Prada. Questi marchi digitalizzano milioni di prodotti nei loro cataloghi e applicano chip NFC ai loro articoli, offrendo ulteriori strumenti per combattere la contraffazione.
Foto copertina: Unsplash