Milano Fashion Week FW 2016 day 1: viaggio nel tempo, tra sogni e streetwear

Dal Rinascimento agli Eighties, con incursioni negli anni '30 e '70, tra sogno, grunge e street style, il day 1 della Milano Fashion Week alza subito l'asticella in nome di un made in Italy che vuole essere protagonista assoluto della moda.

25/02/2016

Archiviate le settimane della moda di New York e Londra, tocca a Milano salire alla ribalta. E fin dal primo giorno di sfilate l’asticella si alza di molto rispetto a quanto visto nelle altre capitali del fashion, in una sorta di continuum con l’eccezionale proposta di Marc Jacobs.

Il made in Italy, insomma, non solo conferma il proprio ruolo di primo piano nel panorama della moda internazionale, ma punta ad acquisire sempre maggiore peso e importanza, “staccando” gli inseguitori con collezioni di grande bellezza e pregio sartoriale.

A fashion time travel

Stile e suggestioni di epoche passate sono uno dei principali leit motiv del primo giorno della Settimana della Moda di Milano, a partire dal vero e proprio fashion time travel compiuto dalla collezione autunno-inverno 2016-2017 di Alessandro Michele.

Il nuovo direttore creativo di Gucci continua lungo la strada della creatività eclettica mostrata fin dalla sua prima uscita ufficiale dopo l’addio di Frida Giannini alla maison e sceglie di proporre una serie di look che hanno come musa ispiratrice Caterina de’ Medici e mescolano Rinascimento, anni ’70 e ’80 e street style. Un incredibile pout pourri di generi e stili che nelle mani piene di talento di Michele si trasforma in una collezione che fa dell’estetica e del colore i propri punti di forza. Tra abiti orientaleggianti in lamé e tulle con motivi di carpe e fiori di ciliegio, vestiti da sera e capotti con decorazioni opulente, tailleur essenziali, ingenuità e sensualità, leggerezza e consistenza, sogno e realtà, i modelli e le ispirazioni in passerella si susseguono in una sorta di estasi creativa che sconfina con il furore, come se tessuti e forme non bastassero a esprimere le idee e la visione del mondo dello stilista romano.

L’Orientalismo visto attraverso la lente degli anni ’30 e delle opere dell’illustratore Aubrey Beardsley è invece l’ispirazione della nuova collezione di Peter Dundas per Roberto Cavalli. Dopo avere creato non poche perplessità con le sue precedenti prove stilistiche, il fashion designer di Oslo si riavvicina all’estetica della maison con una serie di capi che mescolano temi e materiali tipici del mood Cavalli quali animalier, gipsy e bohèmien style, decori e ricami barocchi, velluto, pelle e pelliccia e una sensualità opulenta, ma continua a mostrare limiti nella capacità di generare un rinnovamento. La bellezza di alcuni look è innegabile, ma resta sempre una sottile sensazione di déjà-vu che finisce con il collocare Dundas e i suoi modelli in una sorta di limbo dove il giudizio è sospeso.

Sono ancora gli anni ’30, ma questa volta mescolati a uno stile grunge e metropolitano, i protagonisti della collezione AI 2016-2017 di N°21. Alessandro Dell’Acqua conferma la sua bravura nel comporre gli estremi con una serie di look sofisticati e quotidiani, elegantissimi e casual, che vestono una donna sfaccettata, ingenua e femme fatale, sportiva e bon ton, che vive il presente senza timore del futuro.

Tra sogno e realtà

“Un mondo filtrato attraverso sogni, fantasie e aspirazioni” è il leit motiv della proposta FW 2016-2017 di Alberta Ferretti, che trasforma la sua visione romantica e femminile della donna in uno stile rilassato ed elegante, che si ispira alla lingerie e al ninghtwear. Il risultato è una collezione che mescola abiti e completi dalle linee fluide e avvolgenti ad altri strutturati con maliziosi – ma sempre garbati – inserti e decori di pizzo, cappotti e giacche in morbida lana, tulle, velluto, ricami e stampe dal twist onirico ed evanescente.

E’ molto reale, quasi aggressiva, invece, la donna di Fausto Puglisi. Lo stilista che ha fatto della sensualità il suo marchio di fabbrica sceglie di “smussare” gli aspetti più provocanti della sua estetica in un mood metropolitano e ribelle, manifesto di una sorta di amazzone moderna. Tuttavia, la carica erotica e la componente mistica tipiche dello stile della maison compaiono qua e là come a “rassicurare” le vecchie clienti, in una citazione del celebre “tutto cambia affinché nulla cambi” di gattopardesca memoria.

All’insegna di un mood concreto, dopo l’interpretazione estrema di Jeremy Scott, il cowboy style fa la sua comparsa (prima e unica?) anche sulle passerelle milanesi. A proporlo sono i sempre bravissimi Aquilano e Rimondi nella collezione autunno-inverno 2016-2017 di Fay, che mescola tutti gli stilemi del genere – dalle frange ai fiori – in una serie di look giovani, ma anche molto maturi ed eleganti.