Matrimonio celtico: cerimonia e ricevimento tra magia e mistero
Ti piacerebbe una cerimonia celtica come in Braveheart e un abito d'altri tempi come quello di Lady Edith Crawley in Downton Abbey? Ecco le linee guida per nozze magiche avvolte nel mistero della natura.
Il matrimonio celtico è un rito pagano molto antico, le origini dei celti infatti risalgono all’Età del ferro. Per questa popolazione misteriosissima la natura era alla base dell’esistenza: essi sostenevano che l’anima di un uomo si manifestasse non solo all’interno del corpo ma anche tra gli alberi, i ruscelli, le rocce e il sole, e che quindi fosse un tutt’uno con lo spirito della terra.
I loro matrimoni infatti si celebravano in mezzo alla natura, esaltando così questo significato e creando uno stretto legame con l’anima della foresta. Il Vincolo Sacro doveva essere necessariamente presidiato da un sacerdote, un Druido, che faceva da tramite tra l’uomo e gli dei.
Il matrimonio celtico oggi
Attualmente “l’unione celtica” è considerata dall’ordinamento italiano prettamente simbolica e non ha pertanto alcun valore legale se non inserita all’interno della cerimonia civile in location.
Tuttavia molte coppie, all’uscita del municipio, desiderano ugualmente organizzare nel giorno delle nozze la cerimonia simbolica celtica, creando così un’atmosfera decisamente molto affascinante.
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L’atto sacro di unione inizia sette giorni prima, la coppia in procinto di sposarsi, la settimana antecedente le nozze, attua una serie di atti purificatori richiamando concretamente i quattro elementi della natura, aria, terra, fuoco e acqua.
Le date più propizie
I giorni migliori per unirsi in matrimonio sono quelli che vanno 21 marzo al 20 settembre. Perfetta è la primavera con la sua rinascita stagionale, di buon auspicio per gli sposi, così come il solstizio d’estate o l’equinozio di primavera. Un’altra data particolarmente propizia è la notte tra il 30 aprile e il 1 maggio, durante la quale si celebra la festa di Beltane, dea della fecondità.
La location e la cerimonia
La cerimonia vera e propria è celebrata in un bosco ove gli elementi dell’acqua e della terra sono in sintonia con la natura. Alcune pietre vengono disposte in cerchio e si inizia con il rituale chiamato handfasting.
Gli sposi, uno di fronte all’altra occhi negli occhi, si tengono le mani che saranno poi avvolte insieme da una corda cerimoniale, preferibilmente di colore bianco e rosso (Dea e Dio, Femminile e Maschile), che simboleggia il loro vincolo di unione.
La coppia si dovrà occupare dell’allestimento dell’altare e delle offerte destinate agli spiriti guardiani dei luoghi e alle energie che generano l’invidia e la negatività. Queste infatti, una volta convocate e “sfamate” si allontaneranno dalla celebrazione e quindi anche dagli sposi.
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Il rituale si conclude, come tutte le cerimonie, con la benedizione del sacerdote, il Druido, che userà una delle piante più antiche e sacre della cultura druidica, il vischio ed il falcetto catalizzatore delle energie divine femminili e maschili.
Inizieranno così i banchetti con cinghiale ed idromele, più noto come la bevanda degli dei, e festose danze circolari che rappresenteranno la continuità del tempo, al suono di una magica e romantica arpa.