Vacanze studio all'estero per bambini e ragazzi consigli utili
Soggiorni studio estivi, un capitolo sul quale i genitori sono sempre un po’ impreparati e ansiosi, soprattutto perché segna l’inizio di una nuova fase: lontano da casa a coltivare esperienze e acquisire competenze.
Secondo i dati diffusi dall’Osservatorio ASTOI Confindustria Viaggi, i soggiorni studio estivi hanno registrato un incremento (10% in più rispetto al passato). Cresce la sensibilità delle famiglie rispetto alla validità di un investimento formativo extrascolastico e alla vacanza studio come formula per acquisire maggiore padronanza della lingua.
Qual è l’età giusta per partire? Quali sono le destinazioni migliori per acquisire una buona padronanza con la lingua inglese? Meglio il college o il soggiorno in famiglia? Basteranno quindici giorni? Queste e altre sono le domande che si fanno i genitori, proviamo a rispondere a ogni dubbio.
Il presupposto per una buona vacanza studio risiede nella scelta di una “macchina” organizzativa e strutturale efficiente. Nella scelta del percorso formativo più adatto è importante affidarsi a operatori specializzati che possano garantire una scelta accurata delle strutture, dei campus, dei college e delle scuole accreditate da organismi internazionali; la presenza di uno staff di accompagnamento professionale; un’elevata qualità dei servizi offerti.
Il nostro consiglio è quello di leggere bene le proposte degli operatori che, quando sono seri e professionali, specificano molto chiaramente il tipo di pacchetto studio: classi internazionali oppure classi composte da soli italiani.
Le recensioni presenti in rete sono molto utili, potreste pensare di contattare qualche ex studente per confermare la validità della vostra scelta.
Sono numerose le agenzie viaggio che propongono e organizzano viaggi studio per tutte le età, basti pensare che i bambini d’oggi si approcciano all’inglese già alla scuola materna o addirittura al nido, sono pronti ad affrontare una nuova avventurosa esperienza lontano da casa e sempre più in anticipo. Dalla pratica della lingua sin da piccolissimi (in età prescolare) alla maggiore sicurezza acquisita, dalla ricerca di autonomia al bisogno di libertà, sono diversi i motivi per cui quest’esperienza può essere affrontata prima che in passato. Ma proviamo a indicare la fascia d’età in cui, oggi, si comincia a valutare e pianificare una vacanza studio all’estero: dai 10 ai 19 anni, sebbene all’età di 10 anni siano ancora pochi i bambini che si allontanano da casa.
Il percorso canonico prevede, infatti, che i bambini all’età di 10 anni o di età inferiore ai 10 anni comincino con una prima esperienza in lingua italiana (un campo estivo, per esempio) a cui far seguire, qualche anno dopo, il soggiorno studio all’estero. Secondo gli ultimi andamenti: la prima partenza in gruppo avviene verso i 12-13 anni, per l’esperienza individuale si attendono i 14-15 anni. In quest’ultimo caso i ragazzi viaggiano da soli, ma al loro arrivo vengono inseriti in un gruppo di studenti internazionali.
La scelta su quando sia giunto il momento di far provare quest’esperienza è rimessa alla personale opinione dei genitori, che conoscono il grado di indipendenza e intraprendenza dei loro figli.
Un altro focus importante riguarda la ricerca del miglior alloggio. Il dilemma è: college o famiglia? Entrambe le opzioni hanno i loro vantaggi e svantaggi, vediamo quali sono.
Se l’obiettivo è quello di acquisire maggiore sicurezza e padronanza nell’uso della lingua, l’esperienza in famiglia ha numerosi vantaggi: maggiore esposizione linguistica; possibilità di conoscere abitudini e tradizioni di una famiglia locale; messa in campo di qualità diverse tra cui problem solving e adattamento oltre alla possibilità di diventare sempre più indipendenti.
L’esperienza in famiglia implica una serie di riflessioni: per viverla al meglio è bene cogliere tutte le opportunità che l’esperienza offre, sarà necessario essere flessibili e disponibili ad accogliere le differenze culturali. Facciamo degli esempi pratici: chi alloggia in famiglia in Gran Bretagna avrà certamente una cameretta con la moquette (polverosa!) e la cena non sarà invitante come quella di mamma.
La soluzione famiglia è perfetta per quei ragazzi che siano già un po’ indipendenti e che abbiano un alto grado di flessibilità. Nel caso di ragazzi che partano dopo una precedente esperienza di soggiorno all’estero, che abbiano già un po’ di dimestichezza con i mezzi pubblici interni alla città e che “mastichino” la lingua, alloggiare in famiglia è senz’altro una buonissima soluzione.
E se la famiglia ospitante non fosse di origini inglesi? È bene sapere che in Inghilterra le famiglie totalmente British sono sempre meno ma ciò non inficia sulla qualità dell’esperienza.
Il college è un altro concetto di vacanza studio e, come nel caso del soggiorno in famiglia, presenta i suoi pro e contro. Nella lista dei vantaggi rientrano gli ambienti internazionali e stimolanti (aule tecnologicamente avanzate, teatri, palestre, piscine, campi da calcio/tennis, pallavolo, lavanderia, mensa); la presenza di accompagnatori bilingue che risiedono in college e che sono sempre a disposizione per qualsiasi necessità.
Il college, va detto, offre al ragazzo un ambiente protetto, dove la regola del cavarsela da soli è più contenuta rispetto allo stare in famiglia. Infatti, chi parte e soggiorna in college avrà meno occasioni di utilizzare la lingua, ovviamente va fatta una distinzione tra chi parte individualmente e chi in gruppo. Ma, intendiamoci, l’esperienza in college è comunque valida e costruttiva.
Ogni genitore conosce il proprio figlio e sa qual è l’ambiente più adatto per lui. Il nostro consiglio è di scegliere città più contenute, dove tutto è più a misura d’uomo nel caso in cui il ragazzo sia alla sua prima esperienza o sia meno spigliato con la lingua inglese. Tra le città consigliate: Canterbury, Colchester, Leeds, Brighton, Galway, Cork.
I ragazzi più “esperti” o indipendenti possono confrontarsi con città più grandi o metropoli come Londra, New York, Miami o Los Angeles.
Un compromesso perfetto è offerto da città come Dublino ed Edimburgo: sono città grandi, storiche, affascinanti ma tranquille e sicure.
Malta, per esempio, è più adatta ai ragazzi dai 14 anni in poi.
Anche nel caso delle vacanze studio possiamo pensare a una sorta di avanzamento col passare degli anni, dalla prima esperienza in poi: la città di Dublino e il soggiorno in college possono essere il primo step; per la seconda esperienza, Londra con soggiorno in college o in famiglia; alla terza esperienza potrebbe essere la volta di Malta; alla quarta esperienza, Stati Uniti.
La presenza di malattie croniche, disabilità o allergie può rappresentare un freno e far desistere anche il genitore più motivato. Oggi, però, le famiglie e i college sono sempre più pronti ad accogliere, basta che siano informate per tempo e abbiano indicazioni precise da parte del medico (in italiano e in inglese).
Se si parla di una malattia cronica, che necessita di particolari attenzioni, sarà opportuno scegliere il college dove il ragazzo può essere monitorato costantemente dall’accompagnatore e dallo staff. Se si tratta di semplice allergia, va bene anche la famiglia ma è sempre fortemente consigliato segnalare il tutto fin dal momento dell’iscrizione.
In due settimane non si torna bilingue ma si acquisisce maggiore sicurezza e si è più spediti con la lingua. In questo intervallo di tempo, infatti, l’esposizione alla lingua è molto alta: 30 ore di lezione, attività pomeridiane e serali solo in lingua inglese, escursioni nei weekend con guide locali madrelingua.
Alcuni ragazzi che fanno fatica in generale a socializzare nei loro ambienti sono gli stessi che trovano difficoltà a immaginare la vacanza studio come entusiasmante; in quel caso la famiglia o gli amici dovranno enfatizzare i numerosi aspetti positivi che uno studio all’estero offre.
Esiste più di un buon motivo per far fare una vacanza studio ai propri figli:
Per concludere consigliamo a voi genitori la lettura del libro “Ciao mamma! Parto, studio e mi diverto” di Stefano De Angelis. Si tratta di guida per un primo orientamento ai viaggi studio all’estero dei propri figli attraverso la storia di un ragazzo tredicenne – Tommaso – alle prese con la sua prima vacanza studio lontano da casa.
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