Intolleranze nei neonati: cosa fare?

Prima e durante lo svezzamento di un neonato possono professarsi alcune intolleranze, come quella al lattosio e al glutine. Quali sono le avvisaglie e come comportarsi?

02/04/2018

Le intolleranze creano non pochi problemi nella vita di un adulto, figuriamoci in un bambino nella fase cruciale della sua crescita. Dopo una primissima fase di agitazione, tra l’assillo di un peso che non aumenta, i pianti, le colichette e le consultazioni con il pediatra, si passa alle soluzioni!

Intolleranza lattosio

Quando insieme al vostro pediatra avrete appurato che c’è qualcosa che non va e che l’incriminato di pianti e colichette è proprio il latte, è allora che partirà la ricerca. Trovare il latte giusto e “tollerato” non è così facile, dovrete fare varie prove. In questi casi un pediatra rassicurante è davvero una manna dal cielo.

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Ma quali sono i disturbi più comuni, da dove parte il campanello d’allarme?

• difficoltà di digestione dopo la poppata;
• dolori e spasmi addominali;
• pianti;
• scarso accrescimento del neonato.


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Come comportarsi? 

Se l’intolleranza al lattosio si presenta nei neonati allattati con formule artificiali sarà assolutamente necessario ricorrere all’uso di formule elementari a base di soia, avena, carote. Tali prodotti, e qui le mamme si acquieteranno, garantiscono la crescita ottimale del neonato.
Quando i sintomi dell’intolleranza intervengono durante l’allattamento al seno, in questo caso si dovrà optare per il latte artificiale senza lattosio.

Intolleranza al glutine

L’intolleranza al glutine può manifestarsi a varie età, già dal sesto-settimo mese oppure più tardi nel periodo della scuola elementare, nell’adolescenza o da adulti.

Il più delle volte l’intolleranza insorge per il contatto precoce tra il bambino e il glutine, ossia quando al bambino sono offerti alimenti a base di farina o cereali prima dei sei mesi di vita, fase in cui il suo organismo non è ancora pronto. Per questo motivo, nei primi sei mesi di vita, occorre privilegiare alimenti privi di glutine, come la crema di riso e la farina di mais e tapioca (tubero).

Una persistente intolleranza al glutine potrebbe potrebbe far sospettare la celiachia, il che vorrebbe dire un’alterazione per i tessuti intestinali e un ostacolo per la crescita del bebè. Tramite degli esami specifici si può rilevare la presenza di alcuni anticorpi che proverebbero la celiachia. Più esattamente, gli anticorpi anti-endomisio, che attaccano la membrana che avvolge i muscoli dell’intestino (l’endomisio), e gli anticorpi anti-transglutaminasi tessutale, ossia quegli anticorpi che attaccano le proteine costituenti i tessuti.


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Nel caso gli esami del sangue diano esito positivo, si passerà ad una biopsia di controllo, un’analisi più accurata di un frammento di intestino per rilevare le eventuali lesioni provocate dalla celiachia.