Genitori e scuola: la corresponsabilità educativa
Come trovano un accordo o un punto d'incontro scuola e famiglia? Attraverso la corresponsabilità educativa, un patto tra le parti. Vediamo meglio cos'è.
Che ruolo ha la scuola? E quali connessioni esistono o vanno costruite tra famiglia e scuola? Quanto i genitori sono coinvolti ma, soprattutto, quanto risultano davvero interessati al tema della scuola e dell’educazione dei loro figli? Proviamo ad indagare su questi e altri temi che riguardano da vicino la scuola, i maestri, i genitori e i ragazzi. Un articolo non potrà rispondere a tutti i quesiti di un genitore ma potrà aiutare a comprendere l’importanza della scuola. E di tutto quel che vi ruota attorno. Voi compresi, in quanto parte attiva del sistema scolastico. Si tratta anche dell’opportunità di far crescere, grazie alla scuola, futuri uomini e donne in grado di far bene alla comunità di domani.
Corresponsabilità educativa, cosa significa
La “corresponsabilità educativa” è una sorta di alleanza tra scuola e famiglia, un patto partecipativo che intende la scuola come una “comunità che interagisce con la più vasta comunità sociale e civica“ (art. 1 Dpr 416/74 e art. 3 Dlgs 297/94). Come detto, l’alleanza di cui si parla e che si intende promuovere tra scuola e famiglia è ancora ben lungi dall’applicazione. Mancano buone pratiche e azioni che diano risultati visibili in una direzione di crescita. Ma vediamo meglio di cosa stiamo parlando.
Scuola, la solitudine degli insegnanti
Gli insegnanti sono spesso abbandonati a loro stessi. Non è raro ascoltare storie di maestri sviliti dal mancato supporto da parte delle famiglie. E, ancor peggio, dall’assenza di rispetto accompagnato dalla messa in discussione dell’azione e del ruolo educativo dell’insegnante.
Ci sono stati vari episodi di violenza verbale e di attacco mirato contro i docenti, un cattivissimo esempio che i genitori danno ai figli. Questa è la dimostrazione di una completa assenza di educazione e di rispetto per il lavoro altrui. Un maestro riveste un ruolo e, in quanto tale, andrebbe rispettato. Non è detto che tutto quel che faccia sia giusto ma ci sono i modi e i termini giusti per esprimere un’insoddisfazione e giudicare l’operato di altri.
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Idee e piani sulla corresponsabilità educativa
Il D.M 851/2017 prevedeva di coinvolgere maggiormente i genitori tramite il finanziamento di alcune azioni, tra le quali quelle descritte nell’articolo 3 del Piano nazionale per la promozione della partecipazione delle studentesse, degli studenti e dei genitori. Sono stati stanziati anche capitali e finanziamenti importanti con l’idea di indirizzarne una parte per la realizzazione di iniziative regionali. Iniziative volte a incentivare la partecipazione di studenti e famiglie al processo di riforma del sistema di rappresentanza (per esempio, i forum); un’altra parte per le azioni di supporto, sviluppo e coordinamento nazionale.
Dopo oltre un anno dall’iniziativa il piano non risulta ancora attuato e solo alcuni uffici regionali hanno informazioni aggiornate sull’argomento.
L’idea di partenza, quella palesata anche dal Forum Nazionale delle associazioni dei genitori della scuola (Fonags) già nel 2002, riguardava la riforma degli organi collegiali e l’attivazione di strumenti telematici che permettessero un maggiore coinvolgimento delle famiglie.
Resta il fatto che le criticità restano piuttosto insolute e più o meno sempre stabili. Esistono app, siti e piattaforme che favoriscono le buone pratiche e l’incontro tra i genitori e la scuola ma resta ancora tanto da fare.
Ma il vero problema risulta uno solo. Le famiglie dimostrano di avere uno scarso interesse e di essere poco attive sui temi di scuola e formazione, un problema sociale e culturale.
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Quali sono i problemi più urgenti legati alla scuola?
Certamente uno dei problemi più importanti e per i quali sarebbe necessario un intervento capillare è proprio il bullismo, un fenomeno cresciuto a livello scolastico e amplificato dalla possibilità di maneggiare materiale video e fotografico con enorme facilità via internet e mobile phone.
A questo problema si aggiungono numerosi fenomeni di aggressione aperta e violenza verbale da parte di genitori ai danni degli insegnanti. Il Ministero dell’Istruzione, a questo proposito, ha istituito il cosiddetto “Patto di corresponsabilità educativa tra genitori e insegnanti” in cui le parti, unitamente con gli allievi, ratificano i diritti e i doveri reciproci con l’aggiunta di una nuova materia, ossia Educazione e Cittadinanza, affinché all’interno delle mura scolastiche la vita trascorra all’insegna della civiltà e del rispetto reciproco.
La legge 107 pone anche un altro obiettivo: la partecipazione di tutte le componenti scolastiche, organi collegiali, studenti e famiglie, all’approvazione del Piano dell’offerta formativa.
Ma il vero problema, quello riscontrato da qualche anno, è l’atteggiamento distaccato e poco interessato dei genitori rispetto alla scuola.
Disaffezione e allontanamento dalla scuola, le ragioni
A cosa potrebbe essere ricollegata la graduale perdita di importanza e incisività della componente genitoriale all’interno della scuola e quali sono le ragioni scatenanti? La progressiva disaffezione alla scuola potrebbe essere rapportata al cambiamento di vita nella società, sempre più complessa, ma anche ad un coinvolgimento del genitore su materie sempre più marginali: la fornitura alla scuola di materiali essenziali e la semplice raccolta di firme sul POF non sempre aggiornato e non sempre compiutamente illustrato.
Tuttavia qualcosa sta accennando a cambiare. Si starebbe profilando, infatti, una nuova primavera: i genitori si sono dimostrati interessati ad alcuni temi in particolare come l’orientamento di genere e l’introduzione a scuola di questo argomento a partire dalla prima infanzia.
L’importanza della corresponsabilità educativa
Nella corresponsabilità educativa la posizione delle famiglie non si ferma solo all’espressione di un veto ma è molto più articolata. Il rinnovato impegno partecipativo da parte delle famiglie si fonda, infatti, sull’art 30 della Carta costituzionale e sull’art. 26 della Dichiarazione Universale dei diritti dell’Uomo. I genitori chiedono la libertà/possibilità e il diritto-dovere di poter esprimere valutazioni e decidere di comune accordo, all’interno degli organi collegiali, ciò che può risultare adeguato e conforme all’educazione dei figli. In questo modo, i genitori esprimono le loro decisioni e le scelte educative acconsentendo o meno alla partecipazione dei figli ad alcune iniziative, tramite lo strumento del consenso informato.
Da qui, però, sono sorti molti casi di conflitto tra genitori e scuola, dirigenti inclusi.
Eppure è anche attraverso il dissenso che la corresponsabilità educativa diventa un costrutto essenziale, la garanzia di una qualità di vita e di interventi educativi efficaci e di qualità, all’interno delle mura scolastiche.
Il termine corresponsabilità, quindi, allude alle due entità coinvolte, scuola e famiglia, e alla necessità di dialogare andando alla ricerca di un bene comune. L’universo scolastico è così variegato e ricco di espressioni valoriali e culturali che, in effetti, quella della corresponsabilità diventa una sfida difficile. Occorre, però, crederci se si pensa che la corresponsabilità educativa possa diventare espressione del pluralismo all’interno della scuola e che, tramite questa, possano essere superati “scogli” come il bullismo e ogni forma di marginalizzazione.