Dermatite atopica: i consigli del pediatra e il racconto di una mamma

Tutto quello che serve sapere su una patologia in costante aumento che colpisce soprattutto i bambini

24/01/2013

Il prurito intenso della pelle è forse uno dei disturbi più fastidiosi per gli adulti, che a fatica cercano di non grattarsi per non peggiorare ulteriormente la situazione, figuriamoci cosa può significare per i bambini o addirittura i lattanti trovarsi addosso una sensazione decisamente nuova e difficile da tollerare. Il più delle volte si tratta di dermatite atopica, una manifestazione cutanea che può interessare tutte le fasce di età, ma oltre la metà dei casi si presenta entro il primo anno di vita. Il nome ci rivela che non si tratta di una dermatite localizzata in un determinato punto del corpo (atopico, in greco significa “senza luogo”), ma può manifestarsi in più punti sulla pelle. Nel lattante compare generalmente dopo il terzo mese, presentandosi con prurito e rossore localizzati prima sul viso (fronte e guance), poi al tronco e alle pieghe degli avambracci e meno frequentemente nelle zone a contatto con il pannolino.

Nel bambino più grande, invece, le chiazze tendono a diventare più secche, interessando simmetricamente le pieghe del collo, i gomiti e le ginocchia.

E’ una patologia molto diffusa con un’incidenza in costante aumento soprattutto nei paesi avanzati, riscontrata più di frequente tra le persone di razza bianca e negli uomini.

Si tratta di una patologia non facilmente curabile in maniera definitiva in quanto dovuta a più fattori che possono comparire in maniera ciclica.

Ne abbiamo parlato con la dottoressa Marina Picca, Presidente della Società Italiana delle Cure Primarie Pediatriche.

Dottoressa, la dermatite atopica viene definita una malattia cronica, quindi periodicamente si può ripresentare?


Leggi anche: Dermatite atopica: come prevenirla

La dermatite atopica è una malattia cronica della pelle dei bambini con un decorso tipicamente recidivante, le riacutizzazioni periodiche sono la regola, soprattutto nel periodo invernale. Generalmente migliora durante il soggiorno in località marina.

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Quali sono le cause? Conta più la genetica, l’ambiente circostante 

sono più di carattere psicosomatico?

La dermatite atopica deriva dall’interazione complessa tra fattori genetici e  fattori ambientali che portano ad uno stato di infiammazione della cute. In alcuni casi può essere associata ad altre malattie atopiche, ad esempio rinite allergica, asma, allergia alimentare. E’ presente inoltre, spesso, una familiarità.

I fattori ambientali possono scatenare la malattia attraverso meccanismi immunologici (come allergeni inalanti o alimentari) e non immunologici ad esempio l’utilizzo non corretto di detergenti, sostanze irritanti, stress psicologici ecc.

Nei bambini quando come si manifesta?

La pelle di questi bambini è ruvida secca per la perdita eccessiva di acqua dallo strato corneo, più superficiale, della cute; inoltre è molto sensibile e facilmente irritabile. Oltre alle lesioni della pelle è presente spesso prurito.

Clinicamente la malattia varia a seconda ell’età: nel bambino più piccolo, in genere fino ai due anni, le lesioni sono rosse, in rilievo , umide e localizzate prevalentemente al volto o su braccia e gambe.


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Nel bambino più grande, le lesioni si formano soprattutto sotto la piega del gomito e del ginocchio, anche se in realtà  tutta la pelle potrebbe essere interessata  (anche  palpebre, labbra, dita). Spesso è presente prurito soprattutto come conseguenza  del grattamento che può portare ad infezioni successive.

Come può essere curata? Esiste una cura farmacologia preventiva?

La cute sensibile e tendenzialmente secca del bambino con dermatite atopica richiede accorgimenti particolari. Quindi è importante prevedere l’idratazione giornaliera della pelle utilizzando prodotti specifici per ridurre la probabilità che una dermatite allergica o irritativa dovuta a un prodotto inadatto favorisca un nuovo peggioramento del quadro. Qualche piccolo consiglio: bagni brevi, (acqua tiepida, pochissimi detergenti) due/tre volte alla settimana, e, dopo il bagno, idratare bene la pelle con gli emollienti. Evitare lanafibre sintetiche ambienti troppo caldi.

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Nella fase acuta della dermatite atopica (quando la pelle e’ molto infiammata) il vostro pediatra potra’ valutare la necessità di utilizzare una terapia cortisonica in crema evitandone un utilizzo prolungato. Infine nelle forme piu’ complesse si valutera’ l’utilizzo di altri farmaci per il trattamento topico o per via sistemica.

Nel caso di allergia si valuterà la terapia specifica.

Esistono strutture dove si possono fare trattamenti ad hoc? Quanto sono valide per bambini?

In alcune città sono presenti ambulatori (Scuola dell’atopia) dove sono presenti i vari specialisti (dermatologo, allergologo) e vengono fornite le indicazioni per la gestione delle forme più importanti e di difficile soluzione. E’ possibile anche un supporto psicologico nelle situazioni più difficili.

La storia di Emma, 4 anni

Emma è una bimba di quattro anni, che da più di due anni soffre di dermatite atopica. La sua mamma, Sara, ci ha raccontato che effettivamente in famiglia esisteva già questo problema: anche il papà ne aveva sofferto da piccolo, fino a cinque anni, e tuttora è allergico alle graminacee.

Il fattore della familiarità per Emma è stato determinante e da quando questa patologia si è manifestata, tutta la famiglia si è dovuta fare carico di particolari accorgimenti. Primo fra tutti cercare di portare la bimba al mare il più possibile perché, come confermato anche dal pediatra, lo iodio è una delle cure più efficaci in questi casi.

Non basta cambiare ambiente, magari andando in montagna, spiega Sara, solo l’aria del mare è il vero toccasana. Per questo Emma, passa mediamente 4 mesi al mare e i risultati si vedono.

Altre cautele sono le stesse consigliate dal pediatra: bagni brevi, evitare il contatto diretto della lana sulla pelle e l’uso di ammorbidenti e utilizzare prodotti senza schiuma.

Il periodo più critico per il ripresentarsi della patologia è tra l’autunno e la primavera, quando arriva il freddo e la pelle cerca di proteggersi anche dagli attacchi atmosferici.

Per evitare l’eccessiva secchezza, è bene idratare il più possibile la cute, ma spesso le creme prescritte dai dermatologi sono molto costose: mediamente 25 euro per 25 ml.

Troppo, sostiene Sara, visto che basterebbe anche del semplice olio per ottenere lo stesso risultato.

Per questo, esasperata dall’insuccesso delle costose pomate che non producevano risultati concreti, ha deciso di provare una strada alternativa: la riflessologia plantare.

Si tratta di una tecnica di massaggio effettuata principalmente sui piedi, che si basa sulla credenza, scientificamente non comprovata, che sui piedi e sulle mani si trovino dei punti precisi a cui corrispondono i diversi organi, ghiandole e parti del corpo. Secondo i promotori di questa tecnica, attuando il massaggio riflessologico si potrebbe ottenere un effetto di stimolo o inibizione sull’organo interessato.

E nel caso di Emma, ci conferma Sara, i risultati si vedono.