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Come educare alla resilienza

Cosa è questa fantomatica resilienza? Proviamo a spiegarlo con parole semplici consigliando a voi genitori come allenarsi e fare pratica insieme ai più piccoli.

La resilienza cosa è

La capacità di resistere e adattarsi ai cambiamenti, potremmo definirla così.

Ma volete sapere una cosa davvero sorprendente? Qualità come la resilienza possono essere apprese nel tempo, serve solo un po’ di allenamento e buone pratiche.

Dove potersi esercitare? A scuola, in famiglia, a lavoro e nella vita di tutti i giorni.

Ma facciamo un po’ di chiarezza: essere resilienti non vuol dire accettare le situazioni tirando avanti nonostante tutto, no!

La resilienza è, piuttosto, la combinazione vincente di flessibilità e forza, due qualità importanti per fronteggiare un cambiamento e praticare l’adattamento.

La psicologa Susanna Kobasa ha indicato le caratteristiche tipiche delle persone resilienti:

• si impegnano dimostrando coinvolgimento ed entusiasmo dinanzi alle novità

• sanno di poter gestire le situazioni e di saperle controllare, almeno in parte

•  accolgono le sfide come opportunità di cambiamento e non come un problema.

Come allenare la resilienza a scuola?

Oltre alle risorse interne di un bambino, ossia le sue qualità caratteriali (problem solving, capacità di pianificazione e progettazione, costanza e autostima), ci sono i fattori ambientali.

E sono proprio gli ambienti scolastici e familiari a poter contribuire all’educazione positiva del bambino, facendolo crescere “forte e resiliente”.

La messa in pratica della resilienza a scuola dipenderà dagli insegnanti, dalla loro capacità di creare un contesto che favorisca l’adattamento e la creatività.

Se l’ambiente circostante ci mette alla prova – questo vale per tutti – avremo l’opportunità di sperimentare gli effetti positivi di un cambiamento.

A scuola, ad esempio, il maestro dovrà adottare percorsi didattici fondati  sull’adattamento, dove il cambiamento costituisce un input importante per mettere alla prova la flessibilità.

Tali percorsi e strategie, se mantenute costanti nel tempo, danno risultati positivi sul lungo periodo.

A scuola ci sono ogni giorno nuove sfide e stimoli: dalla competizione tra compagni al rapporto con l’autorità dell’insegnante, fino all’acquisizione di un metodo di studio.

Molto importante sarà anche educare all’autoefficacia.

Prendiamo l’esempio di un brutto voto, l’autoefficacia è quella capacità del bambino o ragazzo di far fronte alle situazioni e, quindi, al fallimento conservando la fiducia nelle proprie competenze e dando il giusto peso alle cose.

Sam Goldstein ha indicato tre vie principali per insegnare e formare alla resilienza:

• praticare l’empatia

incoraggiare la responsabilità

• potenziare la capacità del bambino/ragazzo di prendere decisioni

• insegnare l’ottimismo attraverso critiche costruttive.

Un suggerimento pratico potrebbe essere quello di proporre situazioni problematiche a scuola ma anche a casa, problematiche che siano alla portata degli studenti/figli e tramite le quali essi abbiano l’opportunità di fare esperienza, gestire i problemi e verificare direttamente l’efficacia delle soluzioni adottate.

In questo percorso educativo alla resilienza, i genitori e gli insegnanti sono figure fondamentali per i bambini:  le parole di incoraggiamento e apprezzamento saranno davvero cruciali nell’acquisizione di una sempre più solida fiducia nelle proprie capacità.

Barbara Vaglio

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Barbara Vaglio

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