Allattamento a richiesta o allattamento a tempo?
Quando si parla di allattamento si entra in una controversa discussione che riguarda il ruolo della mamma e la sua capacità di interpretare le esigenze del bambino. Si sa che l’allattamento al seno è la prima grande difficoltà di una neo mamma e per assicurarsi serenità e tranquillità nello svolgimento di questa mansione è bene informarsi e chiedere delucidazioni durante il corso pre-parto. L’ ostetrica o la puericultrice di fiducia saprà dare risposte adeguate a tutti i vostri dubbi e potrete così scegliere con consapevolezza la posizione più vicina al vostro “ruolo di mamma”.
La prima maternità è sempre la più complessa poiché ci si trova per la prima volta a vivere situazioni particolari e non sempre si sa ciò che è giusto fare. Il neonato, nei suoi primi 40 giorni di vita, deve ancora trovare il suo ritmo e capire dove si trova: l’unica sua certezza è l’odore della mamma e la rassicurazione che riesce ad avere con l’allattamento al seno. Coloro che appoggiano la nutrizione a richiesta sostengono che sarà lo stesso bambino a richiedere il latte nel momento in cui ne ha voglia o ne ha bisogno, senza un orario prestabilito o una durata minima. Questo può avere i suoi vantaggi come presentare diverse difficoltà.
I pro riguardano l’auto regolamentazione del bambino: la mamma non ha bisogno di controllare il numero delle poppate poiché sarà il piccolo stesso a staccarsi nel momento in cui sarà sazio. Inoltre la produzione di latte materno deve essere stimolata nei primi due mesi di vita del neonato prima di arrivare a pieno regime: sono necessarie infatti 6-8 settimane per calibrare la produzione sulle esigenze del piccolo. Considerando esclusivamente questi aspetti l’allattamento a richiesta è sicuramente la metodologia ottimale.
Quali sono invece i vantaggi dell’allattamento a tempo? L’ autrice Tracy Hogg nel suo libro Il Linguaggio segreto dei neonati, analizza con particolare attenzione gli orari delle poppate suggerendo alle mamme di tenere un diario ad hoc per regolarsi sui tempi, sui bisogni fisiologici e soprattutto capire l’origine del pianto di un neonato. Non è detto infatti che un bimbo di un mese pianga solo perché ha fame, le esigenze possono essere varie e l’allattamento a tempo consente di capire le reali necessità del proprio piccolo.
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