Allattamento al seno – ancora un tabù?

Allattare al seno nel terzo millennio è ancora motivo di "scandalo"? Eppure sono tanti i motivi per sostenere le mamme ad allattare il loro bambino anche in un luogo pubblico.

28/01/2015

Allattare al seno è un gesto naturale e fortemente sostenuto dall’Organizzazione Nazionale della Sanità. Eppure non tutti la pensano così, e c’è ancora chi si scandalizza se una neomamma allatta al seno il suo bambino in un parco, sulla banchina di una stazione, in un bar o in un hotel. C’è chi non approva e chi addirittura lo vieta. Era successo a Londra, nel dicembre dello scorso anno, ed è successo alcune settimane fa anche in un bar dell’hinterland milanese e chissà in quanti altri posti ancora.

Le vietano di allattare in pubblico

Nella sala da tè del Claridge’s, un hotel a cinque stelle del centro di Londra, come riportano diversi giornali, è stato vietato ad una mamma di 35 anni di allattare la sua bimba di appena 4 mesi. La donna, seduta ad un tavolino dell’albergo avrebbe alzato la maglia per allattare la sua piccola, ma un cameriere accortosi del gesto e millantando un regolamento interno che la direzione si è apprestata a negare di avere, le ha imposto di coprire la piccola con un grande tovagliolo per non infastidire gli altri clienti. Un gesto che una mamma milanese non ha neppure fatto in tempo a compiere perchè “fermata” in tempo: la donna, che stava bevendo un caffè al bar insieme ad un’amica e alla sua piccoletta nata lo scorso settembre, ha chiesto alla titolare della caffetteria se poteva allattare la bimba al seno, ma questa, senza in realtà negarglielo, le ha fatto intendere che trattandosi di un locale pubblico era meglio evitare. Entrambe le notizie hanno impiegato ben poco a raggiungere un pubblico vasto. Facebook è stato il primo strumento di comunicazione (nel caso di Londra, per protestare contro l’episodio si è formato addirittura un gruppo sul social network che ha organizzato un allattamento al seno “di massa”, con circa 25 aderenti, proprio davanti all’hotel), e nell’arco di pochi giorni le notizie sono state cavalcate anche da giornali, radio e tv.


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Papa Francesco: “Allattate i vostri bambini”

“Voi mamme date ai vostri figli il latte – anche adesso, se hanno fame e piangono, potete dare loro il latte”. Lo ha detto Papa Francesco durante la messa nella Cappella Sistina, lo scorso 11 gennaio, durante la Festa del Battesimo del Signore, quando ha amministrato il sacramento del battesimo a 33 neonati, 20 bambine e 13 bambini, figli di dipendenti vaticani. E la coincidenza (o forse una scelta voluta) è stata che lo ha fatto a pochi giorni dall’episodio avvenuto nel bar dell’hinterland milanese. Il pontefice, rimarcando il diritto di una mamma ad allattare il proprio bambino, si è dunque involontariamente schierato a favore di tutte quelle donne che hanno scelto l’allattamento materno. Stupisce, ma fa infuriare molte neo-mamme, che in alcuni posti e per alcune persone il gesto di allattare al seno un neonato sia invece ancora un tabù.

Gesto intimo, ma anche necessario

I recenti episodi hanno scatenato vere e proprio battaglie mediatiche, ma anche incontri nelle piazze e dibattiti. Numerose sono state le donne, supportate anche da ostetriche e pediatre, che hanno rivendicato il diritto di allattare anche in un luogo pubblico, meno numerose quelle che invece hanno definito l’allattamento un gesto intimo da vivere al riparo, in un ambiente protetto. Opinioni personali a parte, è importante ribadire le indicazioni pediatriche a riguardo. Le associazioni attive e a favore dell’allattamento al seno, come la nota La Leche League, gruppo di volontariato composto da mamme che si dedica al sostegno delle donne che desiderano allattare e che offre momenti di formazione al pubblico e agli operatori sanitari, o anche l’associazione nazionale Il Melograno, costituita con le stesse finalità, ma anche la maggior parte dei pediatri, ribadiscono da ormai diversi anni l’importanza di allattare, almeno nei primi mesi di vita, il bambino a richiesta. E questo per due motivi fondamentali: il primo riguarda la produzione di latte, più il bambino viene attaccato al seno e maggiore è la possibilità per la donna di avviare un buon allattamento materno, e questo perchè i livelli alti di prolattina sono cruciali per l’inizio del processo di lattazione (al contrario è stato dimostrato che le donne che fanno trascorrere diverso tempo fra una poppata e l’altra, che seguono cioè un allattamento ad orario, hanno un’inferiore produzione di latte e sono spesso costrette a ricorrere all’artificiale), il secondo motivo è più legato invece alla crescita del bimbo. Se un neonato, per rispettare orari “prefissati”, viene lasciato piangere alcuni minuti può diventare nervoso, e avere maggiore difficoltà nella suzione, non riuscendo di conseguenza ad assumere il latte di cui necessita. E’ infine importante sostenerlo perchè protegge i neonati da infezioni e malattie, previene l’obesità infantile e adulta e fa bene anche alla mamma (ci sono meno rischi per la donna di soffrire di depressione post-partum e di ammalarsi di tumore alla mammella). Incentivare una donna ad allattare il bambino al seno, impedendole però di farlo in un luogo pubblico, significa in un certo modo negarle la possibilità di uscire di casa, costringendola ad un isolamento che certo non è salutare per la neo mamma, già “scombussolata” dalle nuove responsabilità e dai ritmi di sonno (poco) e veglia, ma neppure per il bambino.


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