Programma lungo della gara a squadre. 9 febbraio 2014
Chissà se in questi Giochi Olimpici di Sochi abbiamo assistito alla nascita di una stella, una sorta di Nadia Comaneci del ghiaccio, capace di riportare su una pista la perfezione tecnica unita alla grazia. O se semplicemente siamo stati di fronte ad uno di quei fenomeni “del momento” che a volte le Olimpiadi ci regalano. Sarà il futuro a rispondere. Certo è che le esibizioni della quindicenne Julia Lipnitskaya – o Yulia, se vogliamo mantenere la traslitterazione russa – hanno conquistato la Russia, il suo Paese, rendendola in poche ore un vero e proprio idolo popolare. Ed hanno impressionato anche il resto del mondo. Basterà per vincere l’oro nella competizione individuale e consacrarsi definitivamente come atleta e campionessa mondiale? Lo diranno i prossimi giorni.
Inutile dire che l’Italia intera è stata conquistata sabato pomeriggio dalla grazia, dall’eleganza e dalla maestria di Carolina Kostner che ha messo sul campo, anzi sul ghiaccio, una energia espressiva superiore ed una capacità di emozionare il pubblico senza pari. Occorre però anche dire che il mondo si è almeno in egual misura stupito dell’incredibile talento di Yulia e di quella sua espressione da ragazzina di paese che si trasforma durante l’esibizione sprigionando una grazia incredibile. Con la vittoria della medaglia d’oro nella gara a squadre di pattinaggio artistico – dove la quindicenne fenomeno di Ekaterinburg ha letteralmente trascinato la sua squadra insieme all’altro beniamino di casa Evgeni Plushenko – la Lipnitskaya è diventata la più giovane campionessa olimpica nella storia del pattinaggio, anche se per soli sei giorni rispetto all’americana Lipinski che trionfò a Nagano nel 1998. Per la cronaca, la medaglia d’oro in assoluto più giovane nella storia delle Olimpiadi Invernali è stata la pattinatrice coreana Kim Yun-Mi, che vinse i 3000 metri nello short track a Lillehammer ’94 quando aveva tredici anni e mezzo.
A stupire di Yulia è l’incredibile calma e la sicurezza in se stessa che mostra nonostante la giovane età e nonostante sia, per forza di cose, per la prima volta ad un appuntamento così importante. Per di più in Russia. Eppure, nonostante ciò, ha letteralmente conquistato il pubblico – e anche la giuria con la sua incredibile flessibilità, i suoi salti sempre precisissimi e le sue rotazioni brillanti che lasciano trasparire il suo passato da ginnasta, una disciplina di cui vi parliamo qui. Certo, probabilmente il suo punteggio totale – 141,51 nel programma lungo, secondo risultato di sempre dietro all’incredibile 150,06 della coreana Kim Yu-Na a Vancouver 2010 – è stato favorito dalla sua nazionalità, dalla sua stupefacente capacità rapportata all’età e dall’onda di entusiasmo che ha saputo portare con sé, ma resta indubbio che il suo talento sia semplicemente strabiliante. Probabilmente è proprio questa sua “perfezione” tecnica il suo limite: esegue movimenti e combinazioni impeccabili ma un po’ freddi, quasi automatici, ed in questo senso nella gara individuale dovrà superarsi per battere le pattinatrici che fanno invece proprio della capacità artistica ed espressiva che riescono a sprigionare il loro cavallo di battaglia. La Kostner e la Yu-Na, in primis, ma anche la giapponese Mao Asada. Sarà una gara appassionante.
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