Donne e calcio.
Adesso che il calcio femminile è sulla bocca di tutti come non mai, adesso che i nostri maschietti sono stati spodestati non riuscendo a classificarsi, la domanda che si pongono tutti è: quanto guadagna una giocatrice?
Ecco, adesso pensate al calciomercato estivo, quello dei maschi intendo, quello al quale dobbiamo assistere ogni singola estate e che le nostre orecchie sono costrette ad ascoltare. Avete pensato a tutto questo tran tran di parole al quale siamo costrette ad assistere ogni estate? Bene. Adesso pensiamo ad altro. Pensiamo a quanto siano discriminate le donne sul lavoro, a quanto sia difficile per una donna-mamma reintegrarsi nel suo ufficio di ritorno dalla maternità. Pensiamo alle differenze salariali e alla difficoltà per una donna di ottenere, all’interno di una azienda, incarichi di prestigio.
Direte voi ma tutto questo cosa c’entra? Stiamo parlando di calciatrici, professioniste, donne che ci hanno fatto sognare, che, nel caso delle italiane, avrebbero potuto alzare la coppa e stiamo parlando di donne, le americane, che la coppa l’hanno alzata veramente. E invece tutta questa manfrina femminista c’entra eccome.
Tasto dolente questo come ogni volta che si parla di disparità
tra uomini e donne.
Anche nel calcio infatti gli uomini guadagnano di più delle donne e non solo, le ragazze mondiali che sono riuscite a fare onore al tricolore, non sono considerate vere e proprie professioniste ma, restano comunque della dilettanti e tra loro e la società sportiva, non esiste un vero e proprio contratto di lavoro professionale, ma un semplice accordo economico tra le parti.
Anche da un punto di vista previdenziale le donne sono discriminate rispetto agli uomini. Anche loro, potrebbero diventare mamme, anche loro potrebbero avere una gravidanza a rischio che metterebbe “a disagio” la società sportiva. Così meglio evitare contratti vincolati, cifre esorbitanti e trattamenti pari a quelli maschili.
Se per un giocatore maschile gli zeri si sprecano per le donne no.
Una giocatrice della nazionale italiana può guadagnare fino ad un massimo 40.000 euro lordi. Le sportive possono accumulare rimborsi spesa e indennità che si misurano su cinque giorni a settimana durante la stagione invernale e quarantacinque giorni totali durate la preparazione estiva. Questo per quanto riguarda le giocatrici di Serie A, per quanto riguarda la Serie B solitamente le donne non percepiscono stipendio giocando solo per vera e proprio passione.
Sono tante le differenza di stipendio e di trattamento tra un calciatore e una calciatrice. È vero che il calcio femminile è sempre stato un po’ più nell’ombra rispetto a quello maschile ma è anche vero che a parità di risultato le donne continuano ed essere discriminate anche sul lavoro anche quando sanno fare meglio dei colleghi maschi riuscendo a metterli in ombra. Ma solo per un po’.
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